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Transizione energetica

Intesa SP – PoliTO: nuovo studio sull’importanza dell’idrogeno nel Mediterraneo

L’Europa si muove in modo più rapido rispetto agli altri Paesi per quanto riguarda verso la sostenibilità dell’approvvigionamento energetico, e, in prospettiva, potrà svolgere un importante ruolo nella catena di valore dell’idrogeno. Il mix di generazione elettrica europeo è variato in modo favorevole per l’ambiente negli ultimi 20 anni: l’uso del carbone è diminuito dal 32% al 13% ,mentre l’utilizzo del gas naturale è cresciuto in maniera significativa dal 16% al 22%. Le energie rinnovabili sono cresciute passando dal 15% al 41%. Un progresso favorito dalle strategie dell’UE che prevedono un importante aumento del peso delle rinnovabili, che dovrebbero arrivare a coprire il 61% del mix elettrico nel 2030, l’84% nel 2040 e l’88% nel 2050. 

Questi gli elementi emersi dalla terza edizione del Rapporto MED & Italian Energy intitolato quest’anno The new game of hydrogen in the Euro Mediterranean region, presentato oggi a Bruxelles da Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e da Ettore Bompard, Direttore Scientifico ESL@Energy Center del Politecnico di Torino.

Il rapporto compie un’analisi ad alto raggio, concentrandosi sulla transizione energetica e sul ruolo di rilievo che l’idrogeno può rivestire in termini di sostenibilità ambientale e di equità per lo sviluppo e la cooperazione euro-mediterranea. L’idrogeno è una delle nuove frontiere del futuro sistema energetico; oggi, infatti, è necessario porre l’attenzione su fonti energetiche e tecnologie che possano consentire il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità al centro dell’agenda europea e italiana. 

Cina, USA, UE ed India si confermano tra i maggiori consumatori di energia mondiale con una percentuale pari al 56% (Cina e USA rispettivamente il 23% ed il 15%, UE 11%, India 6%). Secondo le analisi, l’Europa mostra un migliore rapporto tra consumo di energia e PIL, e ciò significa che i paesi del nostro continente hanno investito di più e da più tempo nell’efficienza energetica. Permane, tuttavia, una forte dipendenza dell’UE dalle importazioni di energia che è pari al 58%. In Italia questa percentuale è pari al 77%, cosa che lo rende vulnerabile sul tema della sicurezza energetica.

La transizione verso la sostenibilità nella regione mediterranea non può prescindere dall’interazione tra una terna di triangoli: un triangolo geografico, relativo alle tre macro-zone (Nord, Est e Sud) della regione, aventi differenti caratteristiche socio-economiche ed energetiche; un triangolo di attributi energetici, ovvero sicurezza energetica, sostenibilità ambientale ed equità sociale (coerentemente con il cosiddetto “trilemma energetico”); un triangolo delle commodity, che include energia elettrica, idrogeno e gas, che risulteranno centrali nell’implementazione della transizione energetica.

I paesi del sud del Mediterraneo sono ancora dipendenti dalle fonti fossili, dove l’87,5% dell’elettricità deriva da Oil & Gas e poco meno del 6% da rinnovabili. Il dialogo energetico tra le sponde nord e sud dell’area mediterranea è fortemente basato sui combustibili fossili con un flusso diretto da sud verso nord proveniente da Paesi produttori ed esportatori prevalentemente nordafricani e diretto ad importatori localizzati in Europa.

La catena del valore dell’idrogeno può essere una prospettiva di business significativa per la regione del Mediterraneo, grazie all’elevato potenziale da rinnovabili, con impatti economici positivi. Sostenibilità ed equità possono derivare dall’adozione di schemi di cooperazione tra le sponde mediterranee nello sfruttamento del potenziale rinnovabile e nella produzione di idrogeno verde, costruendo un nuovo dialogo energetico.

Dagli scenari a medio termine (fino al 2040) emerge che, se è prevista un’elevata penetrazione dell’idrogeno (25% degli usi finali di energia), un approccio cooperativo tra le tre sponde consente di soddisfare la stessa domanda di idrogeno con una capacità installata complessiva di 36 giga watt, inferiore a quella richiesta se si adotta un approccio orientato all’autosufficienza da parte di ciascuna sponda, grazie a un migliore sfruttamento delle risorse disponibili nell’intera regione.

Le interconnessioni esistenti per il trasporto del gas naturale possono svolgere un ruolo chiave nel sostenere la penetrazione dell’idrogeno e la creazione di un mercato mediterraneo dell’idrogeno verde, soprattutto perseguendo la strada del trasporto di idrogeno in forma di miscela col gas naturale. In Italia la massima importazione potenziale di idrogeno attraverso i gasdotti potrebbe essere di 33,7 TWh/a (circa il 2,5% del consumo energetico finale totale dell’Italia nel 2019).