A partire dal 1° gennaio 2025, il Regolamento UE 2019/631, integrato dal successivo Regolamento 2023/851, ha introdotto limiti più stringenti sulle emissioni di CO2 per le nuove autovetture, fissando un target di 95 g/km per il periodo 2025-2029. Questo significa incrementare le vendite di auto elettriche tra il 20% ed il 24%, in un mercato europeo non ancora abbastanza sensibile e preparato economicamente per tale cambio di passo. L’Europa vuole confermare gli ambiziosi obiettivi del Green Deal, che mira a una mobilità a zero emissioni entro il 2035.
Le conseguenze del mancato rispetto di tali limiti sono severe: le case automobilistiche incorrono in sanzioni pecuniarie significative, calcolate in base a un fattore di penalità di 95 euro per grammo di CO2 eccedente per ogni veicolo venduto. Ciò significa che il superamento anche di pochi grammi per chilometro può comportare multe multimilionarie.
Per far fronte a queste nuove sfide, i produttori automobilistici stanno intensificando gli investimenti nell’elettrificazione dei loro portafogli prodotti. La transizione verso veicoli elettrici e ibridi è diventata una necessità impellente, ma pone interrogativi sulla resilienza del mercato e sulla capacità di assorbire rapidamente questa nuova offerta.
Il sistema di pooling guidato da Tesla
Per evitare multe ed investimenti azzardati, molte case automobilistiche, tra cui Stellantis, Toyota, Ford, Mazda e Subaru stanno puntando al meccanismo di pooling previsto dalla Normativa UE, ossia di condivisione dei crediti di carbonio. Attraverso accordi di collaborazione, i produttori possono compensare le emissioni in eccesso acquistando crediti da aziende con un profilo di emissioni più basso, come i produttori di veicoli elettrici puri. In questo scenario la capolista Tesla, si posiziona come un attore chiave in questo mercato, offrendo i propri crediti alle case automobilistiche tradizionali per aiutarle a rispettare le nuove normative. L’impero di Elon Musk potrebbe guadagnare oltre un miliardo di euro nel 2025 vendendo “crediti inquinamento” alle altre case auto, secondo uno studio di UBS riportato da Bloomberg.
Renault lancia l’allarme
Il colosso Renault guarda con attenzione a tali manovre di compensazione con il vecchio continente che potrebbero comportare rischi per il mercato automobilistico europeo. Secondo Luca de Meo, queste norme non solo pesano sulle tasche delle aziende, ma favoriscono anche i concorrenti stranieri. Se la domanda di auto elettriche non decolla, le case automobilistiche europee potrebbero dover pagare multe salatissime, fino a 16 miliardi di euro quest’anno.
La corsa all’elettrificazione, accelerata dalle nuove normative, rischia di concentrarsi su soluzioni parziali e di lasciare in ombra questioni fondamentali come la produzione di batterie, l’approvvigionamento delle materie prime e l’impatto sociale della transizione. Il sistema dei crediti di carbonio, se non adeguatamente regolamentato, potrebbe diventare uno strumento per eludere le responsabilità e per perpetuare un modello economico basato sul consumo.