Cirfood, impresa cooperativa italiana leader nella ristorazione collettiva, commerciale e nei servizi di welfare, e il gruppo multiutility italiano Hera hanno firmato un accordo triennale per collaborare su progetti mirati a favorire economia circolare, sostenibilità ambientale e mobilità sostenibile.
Le iniziative ambientali previste saranno implementate, in un primo momento, nei punti di ristorazione situati prevalentemente nei territori serviti da Hera, per poi estendere gradualmente il raggio d’azione ad altre regioni. I progetti riguardano la lotta allo spreco alimentare, soluzioni per una mobilità sostenibile e lo studio di soluzioni coerenti con i principi dell’economia circolare sia nella scelta della tipologia degli imballaggi, sia nella gestione del loro fine vita, fino ad arrivare a soluzioni di valorizzazione degli scarti, alimentari e non.
Il rifiuto organico prodotto in 24 punti di ristorazione potrà così essere utilizzato per la produzione di biometano e compost nell’impianto del gruppo Hera a S. Agata Bolognese, mentre gli oli vegetali esausti (quelli che rimangono al termine delle preparazioni alimentari, ad esempio gli oli di frittura o quelli utilizzati per conservare gli alimenti) provenienti da circa 245 cucine e raccolti in modo differenziato potranno essere destinati alla produzione di biocarburante idrogenato, grazie alla partnership siglata dalla multiutility con Eni.
Hera e Cirfood collaboreranno anche per lo studio dei migliori materiali da utilizzare in alternativa alla plastica monouso e su progetti di riciclo della plastica utilizzata nei punti di ristorazione. Saranno inoltre sviluppate congiuntamente attività di comunicazione rivolte sia ai dipendenti che ai clienti, che saranno i destinatari di campagne mirate.
“La transizione verso un’economia circolare è una sfida prima di tutto culturale” ha dichiarato Orazio Iacono, amministratore delegato del gruppo Hera. “Le sfide che abbiamo davanti a noi richiedono una sempre maggiore valorizzazione di quelli che fino a ieri chiamavamo rifiuti e che invece, oggi, devono essere sempre più visti come risorse: opportunità per consumare meno materie prime e per creare e sostenere un’industria del recupero efficiente che contribuisca al benessere e alla prosperità delle nostre comunità”.