Gucci circular hub | ESG News

Moda sostenibile

Gucci rafforza la strategia ESG e diventa partner della Fondazione Ellen MacArthur

Gucci è diventato partner strategico della Ellen MacArthur Foundation, la fondazione statunitense che a partire dalla fine degli anni Settanta sviluppa e promuove l’idea di economia circolare, “con l’obiettivo di accelerare ulteriormente la visione del brand in tema di economia circolare per il futuro”. Un passo per rafforzare il proprio impegno verso la sostenibilità dopo i progressi del 2021, che hanno visto, sul fronte ambientale, una riduzione della propria footprint totale del 49% e le emissioni di gas serra del 46% rispetto al 2015, nonostante la ripresa delle attività del post pandemia. Il gruppo ha recentemente presentato il proprio Environmental Profit & Loss (EP&L) che rendiconta i propri progressi sul fronte ambientale sulla base di una metodologia messo a punto dalla casa madre Kering.

La strategia di Gucci per l’economia circolare, ha spiegato la maison, è guidata da da tre principi cardine: la riduzione dei rifiuti e dell’inquinamento, la circolarità dei prodotti e dei materiali e la natura rigenerativa.

“Sperimentiamo e ci impegniamo ad innovare costantemente per generare impatti positivi per il mondo Gucci, e per l’intera comunità”, ha dichiarato Marco Bizzarri, Presidente e ceo di Gucci. “La seconda edizione del nostro Gucci Equilibrium Impact Report per il 2021 testimonia la nostra volontà di continuare a costruire un’azienda e un business responsabili e sostenibili. Siamo quindi entusiasti di iniziare questo nuovo capitolo insieme alla Ellen MacArthur Foundation per rafforzare ulteriormente il nostro impegno verso la circolarità e l’agricoltura rigenerativa, ampliando le iniziative che abbiamo già avviato fino a oggi”.

Assieme ai brand “possiamo sviluppare soluzioni innovative capaci di guidare il settore verso una moda progettata per essere usata più a lungo, fatta per essere rigenerata e realizzata con materiali sicuri, riciclati o rinnovabili.” ha sottolineato Andrew Morlet, ceo della Fondazione Ellen MacArthur, “La transizione verso un’economia circolare e rigenerativa nella moda può contribuire ad affrontare le cause alla base di sfide globali quali l’inquinamento, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità” .

Gucci Equilibrium Impact Report per il 2021

Secondo quanto riportato nel Gucci Equilibrium Impact Report, sul fronte “people” nel 2021 la maison ha contato il 58% di donne in ruoli di management e il 42% di donne in ruoli di senior management. Ha inoltre promosso un ambiente di lavoro inclusivo erogando corsi di formazione digitali su diversità, uguaglianza e inclusione a oltre 6.000 dipendenti e al contempo altri 6.000 hanno completato il percorso formativo al riguardo.

Ha poi iniziato ad analizzare la parità retributiva globale di genere in oltre 45 paesi e supportato oltre 25 organizzazioni a livello globale che hanno un impatto diretto su 62.526 donne e ragazze attraverso la campagna globale per l’uguaglianza di genere CHIME FOR CHANGE. Gucci si è inoltre unita al Women’s Generation Equality Forum delle Nazioni Unite come leader del settore privato nella Coalizione dei Movimenti Femministi e dell’Azione di Leadership per accelerare l’uguaglianza, la leadership e le opportunità per le donne e le ragazze di tutto il mondo.

Altre iniziative in ambito sociale hanno riguardato poi la Gucci École del’Amour, il centro di artigianato industriale e innovazione che ha fornito formazione tecnica a 461 dipendenti nel 2021 tramite ArtLab e Factories Academy, per un totale di 650 dalla sua istituzione nel 2018. Nel 2021 ha infine avviato il primo programma di finanziamento verde in Italia con Intesa Sanpaolo come ampliamento del programma “Sviluppo Filiere” per sostenere i nostri fornitori nella transizione verso pratiche sostenibili e inclusive.

Fonte: Gucci Equilibrium Impact Report 2021

Sul fronte ambientale, invece, nel 2021 ha ridotto la propria footprint totale del 49% e le emissioni di gas serra del 46% rispetto al 2015, considerando il trend di crescita del brand. L’uso dell’energia rinnovabile per negozi, sedi aziendali e fabbriche è al 100% in 44 dei 49 paesi in cui opera, e ha l’obiettivo di raggiungere pari percentuale anche nei 5 paesi rimanenti entro la fine del 2022.

Con l’intento di raggiungere un approccio 100% “Nature-positive”, ossia di ridonare alla natura tanto quanto sfrutta, ha ampliato la strategia del proprio portafoglio Natural Climate Solutions per andare oltre la neutralità del carbonio verso tale approccio. In questa direzione, lo scorso anno, ha contribuito a proteggere e ripristinare 785.000 ettari di foreste e contenitori di biodiversità in Zimbabwe e ha sostenuto un programma di imboschimento, di oltre 6.000 ettari in Kenya, che aiuta a incoraggiare gli agricoltori locali a migliorare le loro aziende piantando e mantenendo alberi su terreni degradati e/o inutilizzati.

La maison di moda si propone inoltre come promotrice di pratiche di agricoltura rigenerativa pertanto ha spinto, anche nel 2021, il passaggio all’agricoltura rigenerativa dei coltivatori della propria filiera finanziando progetti rigenerativi per lana, pelle, seta cotone e lino; tale iniziativa ha consentito la cattura di circa 25.000 tonnellate di CO2 in cinque anni.

Fonte: Gucci Equilibrium Impact Report 2021

Infine, ha migliorato la tracciabilità delle materie prime raggiungendo una tracciabilità complessiva del 95%, con tracciabilità del 99% per i materiali di origine vegetale e animale. Attraverso Gucci Scrap-less ha inoltre ridotto l’impronta produttiva della pelle, con 13 concerie che partecipando al programma hanno diminuito di 253 tonnellate i propri scarti di pelle, risparmiato 9,5 milioni di litri di acqua e evitato 15.730 kg di produzione di rifiuti e 1.085 tonnellate di CO2. Durante tutto l’anno, Gucci ha contato di aver recuperato nel complesso 290 tonnellate di avanzi di pelle, 215 tonnellate di scarti tessili, 67 tonnellate di accessori metallici, e ha donato 9.000 metri di tessuto alle ONG in Italia attraverso Gucci-Up.