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Report Capgemini Invent e CDP

Decarbonizzazione aziende: rendicontare le emissioni non basta

Non solo rendicontare, ma agire. È questo il monito che affiora dal report pubblicato da Capgemini Invent in collaborazione con CDP (ex Carbon Disclosure Project) dal titolo From stroll to sprint. A race against time for corporate decarbonization. Il rapporto, i cui risultati si basano sull’analisi quantitativa dei dataset pubblici di CDP per il 2019 e il 2022 e i risultati qualitativi delle interviste con 7 aziende selezionate di diversi settori (Bayer, Deutsche Bahn, DP-DHL, Proximus, Sanofi, STMicroelectronics e Thales) mette in luce una questione fondamentale. È tempo di mettere il piede sull’acceleratore e occuparsi dei temi di sostenibilità nel concreto e non solo in termini di rendicontazione. Dal documento infatti emerge che il divario tra trasparenza e azione continua a persistere e sebbene il numero di aziende europee che hanno comunicato al CDP sia cresciuto in modo significativo (+56% tra il 2019 e il 2022), nel 2022 il 23% delle aziende non aveva ancora obiettivi di riduzione delle emissioni.

E se per alcuni può sembrare una storia già sentita, il fatto che continui a sussistere non deve distogliere l’attenzione dall’importanza della stessa. L’obbligatorietà per le aziende europee, a partire dal prossimo gennaio, di comunicare i risultati ESG in bilancio non può infatti restare una mera questione contabile.

Inoltre, per garantire una reale efficacia delle azioni messe in campo e comunicate dalle aziende, è bene domandarsi quanto impattano concretamente. Per esempio, dal report emerge che sebbene gli obiettivi basati sulla scienza (SBT) siano ormai mainstream, le aziende con un impatto sulle emissioni elevato ne sono ancora prive. In particolare, nonostante nel 2022 sia quasi quintuplicato rispetto al 2019 (47% rispetto al 14%) il numero di aziende con obiettivi di riduzione delle emissioni assolute approvati dall’SBTi (Science Based Target initiative), tali obiettivi coprivano solo il 13% delle emissioni totali di gas serra comunicate dalle aziende al CDP nel 2022. Questo suggerisce che molte aziende ad alto impatto devono ancora fare un passo avanti e che le emissioni Scope 3 rimangono una sfida perchè le aziende hanno difficoltà ad agire su questo fronte e a porsi obiettivi concreti.

Le emissioni di gas serra indirette e lungo la catena del valore (Scope 3) rappresentano infatti il 92% delle emissioni aziendali nel 2022, ma secondo lo studio di Capgemini le azioni intraprese per ridurre queste emissioni hanno coperto in media solo il 37% delle emissioni totali a essi connesse (quindi quelle legate al prodotto venduto o ai beni e semilavorati acquistati).

Fonte: From stroll to sprint. A race against time for corporate decarbonization, Capgemini Invent in collaborazione con CDP, luglio 2023

Per impegnarsi con l’intera catena del valore e stabilire un piano di transizione climatica credibile ciascun settore può far leva su determinati fattori per la decarbonizzazione. Per esempio, nel settore delle telecomunicazioni Capgemini suggerisce la possibilità di fornire a tutti i dipendenti dispositivi ricondizionati, sensibilizzare i clienti sull’impatto delle emissioni di carbonio della tecnologia digitale, sviluppare servizi di riparazione per prolungare la vita delle apparecchiature elettroniche e di noleggio di prodotti-as-a-service per i terminali elettronici, o ancora la creazione di un mercato interno per il riutilizzo dei beni elettronici.

Gli obiettivi net zero

Gli obiettivi net zero hanno un ruolo molto importante nel percorso di decarbonizzazione delle attività aziendali in quanto forniscono una traiettoria a lungo termine per le imprese e permettono di definire strategie realistiche per raggiungere tali obiettivi. Nonostante ciò, Dall’analisi di Capgemini è emerso che nel 2022 solo l’8% delle aziende ha dichiarato di avere target net zero approvati dall’SBTi e un altro 14% è in attesa di convalida. Il 77%, invece, non ha ancora fissato target net zero.

Sebbene tali percentuali mostrino una fotografia non positiva, al contempo indicano che in 18 mesi da quando è diventato possibile fissarli, quasi un’azienda su quattro ha obiettivi di emissioni nette zero basati su dati scientifici, “un segnale positivo di visione aziendale a lungo termine” si legge nel report.

Nel complesso, il settore Media, telecomunicazioni e data center è uno dei più maturi in tal senso: ha stabilito obiettivi di riduzione che coprono il 21% delle emissioni del settore e il 20% delle aziende ha target net zero. Inoltre, il settore ha compiuto sforzi significativi nei modelli di approvvigionamento energetico tra il 2019 e il 2022.


Fonte: From stroll to sprint. A race against time for corporate decarbonization, Capgemini Invent in collaborazione con CDP, luglio 2023

L’efficienza energetica rimane la leva di riduzione delle emissioni di maggior impatto

Il report mostra infine che le aziende hanno compiuto progressi nella riduzione delle emissioni Scope 1 e 2 e quindi hanno diminuito i propri impatti operativi soprattutto grazie all’aumento dell’efficienza energetica spinta dall’incremento dei prezzi dell’energia. Le emissioni Scope 1 e 2 dichiarate sono diminuite in media del 14% nella maggior parte dei settori tra il 2019 e il 2022, nonostante i ricavi siano aumentati dell’8%.

Il margine però di riduzione delle emissioni è destinato a diminuire se non si punta sulle rinnovabili. Dall’analisi è emerso che nel 2022, le energie rinnovabili hanno coperto meno di un terzo del consumo energetico di 12 settori su 17.

Fonte: From stroll to sprint. A race against time for corporate decarbonization, Capgemini Invent in collaborazione con CDP, luglio 2023

“Sono ormai note le soluzioni per attuare una roadmap di riduzione delle emissioni. Leve come le misure di efficienza energetica per ridurre sia la bolletta che i consumi, la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili su larga scala, l’adozione di strumenti contrattuali per promuoverle e l’affermarsi di nuove tecnologie, come l’idrogeno a basso contenuto di carbonio e l’elettrificazione dei processi, sono tutte efficaci nella lotta al cambiamento climatico.” ha dichiarato Roshan Gya, CEO Capgemini Invent, “Queste leve possono essere messe in campo attraverso un cambio dei nostri atteggiamenti come consumatori e cittadini. Tuttavia, esse richiedono un’evoluzione delle politiche pubbliche e dell’innovazione per essere dispiegate su larga scala in tempi record. Se non vogliamo perdere questa finestra di opportunità, dobbiamo (ri)inventare l’economia!”