La vittoria di Joe Biden alle elezioni per la carica di Presidente degli Stati Uniti porteranno a una svolta nelle politiche sull’ambiente a iniziare dal rientro negli Accordi di Parigi. Biden, proprio alla vigilia della sua elezione, si è impegnato a rientrare nei patti sul clima, dai quali gli Usa sono usciti formalmente il 4 novembre, nel primo giorno della sua presidenza.
“Oggi l’amministrazione Trump ha ufficialmente abbandonato l’accordo di Parigi sul clima. Ed esattamente in 77 giorni una amministrazione Biden vi rientrerà”, ha twittato, Biden lo scorso 4 novembre, riferendosi ai tempi tecnici per la riammissione dell’intesa.
Il candidato democratico aveva presentato un ambizioso piano di rilancio dell’economia sostenibile e a favore dell’ambiente da 2.000 miliardi di dollari da investire in infrastrutture e in riconversione verso l’energia pulita. L’obiettivo espresso dal futuro presidente in campagna elettorale è quello di arrivare ad avere il 100% di energia pulita entro il 2035.
Biden ha proposto agli elettori una netta svolta rispetto alla politica di Donald Trump, considerato un “negazionista” dei rischi ambientali, non solo per avere portato gli Stati Uniti fuori dagli accordi di Parigi ma per non avere mai mostrato alcuna sensibilità per le questioni ecologiche, autorizzando per esempio le discusse trivellazioni in Alaska.
Ora bisognerà vedere come e quali iniziative saranno applicate nel prossimo mandato di Biden e quali saranno i settori impattati dai nuovi provvedimenti.
Gli Stati Uniti hanno consumato nel 2019 9,3 milioni di barili al giorno secondo i dati dell’EIA (Energy Information Administration), una cifra che corrisponde a circa il 10% dei consumi mondiali.
Biden ha dichiarato di volere puntare sull’auto elettrica e la potente industria del petrolio americana, già colpita dal calo dei prezzi del greggio derivante dal calo della domanda dovuta al coronavirus, dovrà affrontare un nuovo scenario.