Pensioni a mille euro e un milione di alberi piantati. Nella sua prima dichiarazione pubblica elettorale Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, punta su due temi caldi e di grande appeal: pensioni e ambiente. “Piantare ogni anno almeno un milione di alberi su tutto il territorio Nazionale”. E’ quello che Berlusconi annuncia alle telecamere. Un obiettivo di per sé positivo, ma che lanciato così, sganciato da un piano concreto, sembra rientrare nella definizione di greenwashing. In questo caso potrebbe definirsi greenwashing elettorale.
Ma un milione di alberi è un programma ambizioso? Una replica è arrivata dalla sottosegretaria al ministero della Transizione ecologica Ilaria Fontana. “Nel Pnrr sono già previsti 330 milioni di euro di stanziamento per piantare un totale di 6,6 milioni di alberi per le 14 città metropolitane 1,65 milioni entro fine anno e la parte restante entro dicembre 2024. Circa 3 milioni di alberi in più rispetto a quelli promessi da Cavaliere” ha notato Fontana.
Gli alberi hanno sicuramente un ruolo importante per la difesa del clima e l’assorbimento dell’anidride carbonica nell’atmosfera. Ma le campagne di ripiantumazione devono essere affrontate molto seriamente. Programmi per ripopolare di piante il territorio proliferano in tutto il globo. La Cina si è recentemente impegnata a piantare e conservare 70 miliardi di alberi entro il 2030, l’UE si è impegnata a piantarne 3 miliardi, il Canada 2 miliardi e il Regno Unito 1 miliardo. Tuttavia, in un recente intervento sul Financial Times, l’ex segretario di Stato americano Henry Paulson, sottolinea il rischio che tali programmi possano essere la scusa per non effettuare interventi più seri di decarbonizzazione. “Troppo spesso tali programmi vengono utilizzati dai governi che cercano compensazioni di carbonio quando non sono disposti a intraprendere misure più difficili per proteggere gli ecosistemi esistenti o per fornire gli incentivi finanziari o il quadro normativo necessari. Di conseguenza, i benefici sperati potrebbero rivelarsi illusori” scrive Paulson.
La vegetazione ha comunque ruolo prezioso nell’affrontare il cambiamento climatico. “Ricerche recenti mostrano che tra il 2001 e il 2019 le foreste hanno assorbito il doppio della quantità di anidride carbonica emessa, una riduzione netta di 7,6 miliardi di tonnellate” sottolinea Paulson per il quale la risposta è un forte impegno da parte di tutti gli Stati alla preservazione delle foreste esistenti, con campagne e decisioni politiche rigorose.