Transizione energetica

BlueBay, i protagonisti della prossima era dell’energia

Con ogni probabilità, solare ed eolico formeranno la spina dorsale della nuova economia basata sull’energia pulita, ma non lavoreranno in isolamento. Richiedono altre tecnologie di supporto nella generazione e distribuzione di una fornitura costante di energia che sia sempre attiva. Tali tecnologie esistono già, ma ognuna è caratterizzata da aspetti positivi e negativi. E tutte necessiteranno di livelli ingenti di capitale investito e supporto governativo perché diventino diffuse e comuni, come sottolinea BlueBay Asset Management nello studio “Mapping the transition to clean energy”, che analizza gli altri protagonisti della transizione energetica oltre a pale eoliche e pannelli solari. 

Batterie

Secondo la US Energy Information Administration (EIA), a fine 2019 negli Stati Uniti erano operativi 163 sistemi di stoccaggio di batterie su larga scala, con un incremento del 28% rispetto al 2018. Tra il 2021 e il 2023, ulteriori installazioni permetteranno allo stoccaggio di batterie di contribuire con 10.000 megawatt alla rete, una capacità di dieci volte superiore a quella del 2019.

Biomasse

Le biomasse sono state promosse come una fonte di energia a neutralità carbonica, ma esistono degli interrogativi al riguardo. Bruciare pellet di legno è inefficiente e rilascia più diossido di carbonio per unità di energia rispetto a carbone e gas. Inoltre, ci vogliono anni, se non decenni, perché i nuovi alberi crescano e compensino il carbonio emesso. 

Produrre pellet di legno dai ritagli di legno o dai residui forestali – piccoli alberi portati con la raccolta del legname – può comportare dei benefici per il clima. Ma quando i nuovi alberi vengono abbattuti per produrre pellet, questi benefici sono dubbi.

Investimenti estensivi nelle biomasse potrebbero intensificare i problemi di deforestazione e perdita della biodiversità e degli ecosistemi. La Commissione Europea ha intrapreso una rivalutazione onnicomprensiva delle credenziali climatiche delle biomasse nel 2020, nonostante esse rappresentino circa il 60% dell’energia rinnovabile dell’UE. 

Cattura del Carbonio e Stoccaggio (CCS)

Si tratta del processo di cattura del carbonio quando viene emesso e del suo stoccaggio, solitamente sottoterra all’interno di vecchie riserve di petrolio e gas o in formazioni saline. La tecnologia funziona meglio sulle grandi fonti stazionarie di CO2, come le centrali elettriche o i processi industriali su larga scala, ed è anche utilizzata nel recupero del petrolio potenziato (Enhanced Oil Recovery, EOR). 


Tuttavia, esistono diversi timori al riguardo. Una volta che l’anidride carbonica è stata separata e catturata, deve essere compressa per ridurre il volume del gas, il che richiede molta energia, e comporta rischi di perdite del gas. Sebbene la CO2 sia benigna a basse concentrazioni, su livelli di concentrazione elevata può essere letale per l’uomo e impattare sull’ambiente circostante, uccidendo piante e acidificando il suolo. È anche una tecnologia costosa ad oggi, che richiederebbe investimenti e volontà politiche notevoli. 

Idrogeno

Per molti versi l’idrogeno è la grande speranza del movimento per l’energia pulita. Nella sua forma più ecologica, l’idrogeno verde verrebbe ottenuto dall’energia solare ed eolica, agendo da sistema di stoccaggio per la produzione di energia in eccesso. Poiché l’idrogeno è un gas, condivide sufficienti tratti comuni con il gas naturale, quindi l’adattamento delle reti esistenti è una possibilità. Contiene quasi tre volte l’energia del gas naturale e può generare energia e calore tramite celle a combustibile, senza emissioni. 

L’ostacolo maggiore, così come è stato in passato per solare ed eolico, è il costo. L’idrogeno necessita di essere prodotto su larga scala affinché i costi scendano, ma la produzione non incrementerà in mancanza di domanda. È un gatto che si morde la coda. Il supporto del governo è determinante in questo caso, perché l’idrogeno non può diventare un combustibile di scelta senza l’infrastruttura di consegna e trasporto. Inoltre, l’idrogeno deve essere fornito come un gas compresso o liquefatto, ed entrambe le opzioni sono complesse e costose. 

Serviranno anche continui investimenti negli elettrolizzatori, dove viene usata l’elettricità per separare l’acqua in idrogeno e ossigeno, per ridurre i costi ed aumentare l’efficienza.