Il tema della protezione delle risorse naturali è sempre più importante, come sottolineato durante la Cop 26 di novembre durante la quale è stato presto l’impegno formale a fermare la deforestazione entro il 2030 (Glasgow Declaration on Forest and Land Use). Un tema al quale anche gli asset manager sono sempre più sensibili come testimonia la nascita di Nature Action 100, nata per ricalcare l’esperienza dell’associazione Carbon Action 100+ per le tematiche della preservazione della natura. Anche CDP (Carbon Disclosure Project), organizzazione non-profit che gestisce il sistema mondiale di divulgazione ambientale per aziende, città, stati e regioni ha affiancato alla propria lista delle aziende che ottengono migliori risultati in termini di decarbonizzazione, una classifica delle società che si impegnano anche sui temi della deforestazione e della preservazione delle acque.
Sono 24 le aziende in tutto il mondo che nel 2021 si sono distinte per la loro leadership ambientale nella categoria “Forest”, e 118 le società che hanno raggiunto il voto più alto nella categoria “Water Security”, secondo l’analisi di CDP Worldwide, che nella propria “A List” inserisce nel 2021 272 società in tutto il mondo, per una capitalizzazione totale di 12mila miliardi di dollari, che si sono distinte sulla base della “leadership” sui temi del climate change, delle foreste o della sicurezza idrica.
La Cop26 di Glasgow e il sesto rapporto di valutazione dell’IPCC hanno chiarito che le questioni ambientali sono interconnesse e per questo devono essere gestite insieme. Sempre più aziende lo stanno gradualmente riconoscendo e, di conseguenza, adottano un approccio più olistico al reporting. Nella lista di CDP Worldwide, il numero di aziende nella “A list” delle foreste è salito da 16 a 24, mentre la “A list” del “Water Security” è cresciuta da 106 a 118, mentre la lista “Climate” è scesa da 280 a 200. Solo 14 società, incluse L’Oréal, Unilever, HP e Lenzing AG – hanno ottenuto una tripla A per le performance ambientali raggiunte in tutti e tre i temi ambientali.
Le società italiane che hanno aderito alla classificazione di CDP sono 221 in totale e hanno ottenuto punteggi differenziati. Brembo è l’unica azienda a ricevere una A in più di una categoria, precisamente nella “Climate Change” e in quella “Water Security” . Per quanto riguarda il tema “Water Security”, Enel ed Eni hanno ottenuto un punteggio A- , mentre una B è stata conseguita da A2A, Barilla, Cementir, Piaggio & C, Pirelli Prysmian, Saras, Zignago Vetro. Le aziende, invece, più indietro nella classifica della categoria “Water”, a cui è stata assegnata una F sono 17, tra cui Brunello Cucinelli, Geox, Leonardo, Moncler, Parmalat, Prada, Salvatore Ferragamo e TOD’S. Tra le 24 aziende incluse nella “Forests A List”, non compare nessuna italiana. Quella classificata meglio è Sofidel, società non quotata che produce carta che ha ricevuto un A-, mentre il gruppo Barilla ha ottenuto una B. Sono infine 15 le aziende a cui è stata assegnata una F tra cui ASTM, Mondadori, Autogrill, BF, CIR, Gruppo Mastrotto, Gruppo Veronesi, Italmobiliare, Natuzzi, OVS, Parmalat, Piaggio, Prada, RCS MediaGroup e Webuild.
La metodologia di CDP assegna un punteggio alle aziende sulla base di un valutazione che considera la divulgazione, la consapevolezza, la gestione e la leadership. Fattori che sono in costante miglioramento negli anni, come mostra l’andamento della crescita delle aziende che divulgano i propri dati rappresentato nel grafico di seguito. Alle aziende viene inviato un questionario sulle tematiche considerate rilevanti e il giudizio è legato alle risposte.

Tra il 2003 e il 2021 si è registrata una crescita nella disclosure aziendale in generale, con numeri molto elevati rispetto alla categoria “Climate Change”, ma dal 2010-2012 anche in relazione al tema “Water Security” (da 176 nel 2010 a 3368 nel 2021) e, seppure con numeri più bassi, alla categoria “Forests” (da 100 nel 2012 a 864 nel 2021).
Da oggi al 2025, per sostenere la necessità di raggiungere emissioni nette zero e la piena rivalorizzazione della natura entro il 2050, l’organizzazione non-profit ha intenzione di sviluppare i suoi metodi di punteggio per concentrarsi ancora di più sul monitoraggio rispetto ai benchmark e ai percorsi scientifici che riflettono gli impatti storici, attuali e previsti delle aziende, così come i portafogli di prodotti e i piani di investimento e di transizione. Come parte della sua nuova strategia quinquennale, e per aiutare ad affrontare l’emergenza climatica ed ecologica, CDP espanderà anche il suo lavoro per coprire più questioni ambientali, includendo accanto al focus su climate change, foreste e sicurezza idrica, terra, oceani, biodiversità, resilienza, rifiuti e cibo.