ConsulenTia 2022

ConsulenTia22: il ruolo dei consulenti finanziari a sostegno del PNRR

La consulenza finanziaria ricopre un ruolo strategico in questa fase di rilancio del settore produttivo e finanziario nazionale, contribuendo a indirizzare gli investimenti verso prodotti innovativi, dando impulso a un percorso di crescita dell’economia italiana che rispetti i criteri di sostenibilità ambientale e sociale, e favorendone la ripresa. Nella giornata conclusiva dell’VIII edizione di ConsulenTia, rassegna annuale organizzata da Anasf (Associazione Nazionale Consulenti Finanziari) dedicata ai consulenti finanziari, è stato dato spazio al dibattito tra istituzioni, industria e professionisti del risparmio, partendo dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), pilastro del rilancio dell’economia post pandemia.

E’ oramai chiaro che per il successo dei progetti finanziati dal PNRR, nato come risposta alla crisi innescata dal Covid-19, sia necessario un affiancamento degli investimento privati alle risorse pubbliche. In questo quadro, la missione essenziale dei consulenti finanziari, ovvero formare e informare i risparmiatori, diventa ancora più cruciale, dal momento che possono indirizzare gli investitori privati italiani verso questi investimenti. 

In questo momento di crisi in cui si torna a parlare di inflazione e di stagflazioneCarlo Maria Pinardi, presidente di Analysis, suggerisce di pensare agli aspetti positivi legati a questi fenomeni, come ad esempio il calo del costo medio del debito pubblico (che adesso si attesta al 2%). Un altro risvolto positivo nella capacità del PNRR di fungere da booster della crescita del Paese che, seppure contenuta (3% annuo), è “decorosa e incoraggiante”. Grazie agli investimenti del PNRR, infatti, è previsto un incremento medio del 2% annuo del PIL, spiega il presidente di Analysis. 

Tra gli aspetti su cui si deve focalizzare il consulente finanziario, secondo Pinardi, un ruolo determinante è rivestito dai processi di digitalizzazione. Solo in questo modo il professionista è in grado di gestire un universo che è formato da oltre 25.000 fondi, che è essenziale riuscire ad analizzare in modo efficace per costruire portafogli decorrelati e dedicare le proprie energie al confronto e all’assistenza del cliente. 

Il presidente di Anasf Luigi Conte insiste proprio sul fatto che il consulente finanziario è il “vettore” che interpreta la sensibilità dei clienti per indirizzarli verso investimenti che contribuiscano alla crescita. “I consulenti finanziari devono trasformare le famiglie in imprese – prosegue Conte – e per farlo devono sfruttare due caratteristiche contrapposte che li contraddistinguono, ovvero la prudenza e il dinamismo”.

E il dibattito tra istituzioni, industria e professionisti del risparmio, su come convogliare le risorse private a sostegno dell’economia reali si interseca con il discorso della riforma fiscale. Ne hanno parlato, in particolare, Federico Freni, sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e Luigi Marattin, presidente VI Commissione Finanze alla Camera dei Deputati. 

“La forte avversione al rischio che caratterizza i risparmiatori italiani si contrappone all’elevata propensione al rischio della politica, che attinge al debito pubblico per non elargire altro denaro, e che tra l’altro non investe in educazione finanziaria”, afferma Marattin. “Bisogna defiscalizzare il sistema – aggiunge il deputato – e ricorrere a strategie, come i PIR (Piani Individuali di Risparmio), volte a convogliare il risparmio privato sull’economia reale”, ricevendo un caloroso applauso dalla sala. 

“Se il sistema fiscale italiano diventa duale con tutti i rendimenti del capitale tassati uniformemente – prosegue Marattin – allora il rendimento viene garantito dal mercato stesso. Ma con la situazione attuale del Paese tutto ciò è irrealistico, dal momento che abbiamo troppe differenti aliquote, la tassazione sulle abitazioni si attesta al 10%, quella commerciale a poco più del 40%, quella sui titoli di stato al 12,5% e quella sulle rendite finanziarie al 26%. Tutto questo non ha senso”. 

Dal canto suo, Freni mostra qualche dubbio rispetto all’efficacia del sistema duale puro: “In Italia, dove il risparmio non è solo mobiliare, ma anche soprattutto immobiliare, calare un modello duale rischia di essere un bagno di sangue”. “A mio avviso – prosegue Freni – in Italia il punto è che bisogna investire totalmente sull’educazione finanziaria per cambiare gli schemi e incentivare una maggiore propensione al rischio degli investitori”. Rispetto al PNRR il sottosegretario di Stato del MEF sostiene che è un ottimo punto di partenza, che però richiede sforzi: “Il PNRR è la cornice, il quadro dovete dipingerlo voi”. 

In controbattuta a Freni, Marattin ribadisce che secondo lui “lo Stato non deve distorcere attraverso il sistema fiscale il comportamento dei consumatori”. Affermazione che riceve un’accoglienza ancora più calorosa da parte del pubblico. “La riforma fiscale – prosegue il deputato – non nasce ieri e il documento conoscitivo a cui si è giunti il 30 giugno 2021 è frutto di un dialogo continuo con esperti, tra cui Anasf, che fa parte di un processo lungo ma fondamentale”. 

Tornando al tema dell’interconnessione tra il ruolo dei consulenti finanziari e l’azione del PNRR, Fiammetta Modena, 5ª Commissione Bilancio al Senato della Repubblica, sottolinea che “non bisogna sottrarre soldi al PNRR per la crisi attuale, ma semmai affiancare altri investimenti”. “Per quanto riguarda i consulenti finanziari, la vera sfida è il riconoscimento di una nuova professionalità – aggiunge la senatrice – che non è più quella di prima. Per coniugare al meglio le attività del consulente a quelle del PNRR, è necessario questo salto che porti ad un diffuso sentimento di rispetto verso la competenza e la serietà del consulente”.

Proprio per questo la formazione è al centro, come sottolinea Paolo Molesini, presidente di Assoreti: “Oggi i consulenti finanziari dovrebbero chiamarsi consulenti patrimoniali. La loro formazione è chiaramente al centro, tanto che ci sono più di 15.000 corsi all’anno”. Il lavoro del consulente, secondo Molesini, consiste “nel fare agire il cliente e agire con lui, per cercare di risolvere un problema strutturale di asset allocation strategica. Il nostro è un ruolo sociale verso i risparmiatori: dobbiamo gestire bene il patrimonio per aumentare la ricchezza del Paese”. 

Un tema che sta a cuore al presidente di Assoreti e su cui invita a riflettere è l’età media dei consulenti finanziari italiani, che supera i cinquant’anni. “Bisognerebbe investire di più sui giovani che aiuterebbero in termini di innovazione e digitalizzazione. Ma l’Italia purtroppo non è un Paese per giovani”

Anche secondo Patrizia De Luise, presidente nazionale di Confesercenti, bisogna mettere in pratica delle politiche che affianchino i giovani nel proprio percorso di professionalizzazione. Per quanto riguarda la formazione, anche la presidente di Confesercenti ritiene che ci sia un fabbisogno enorme: “Io rappresento il mondo delle piccole e medie imprese, quindi, in questo contesto formazione significa accompagnamento per non essere più banco dipendenti” nota De Luise. 

Sull’importanza di affiancare agli investimenti pubblici quelli privati insiste anche Alfonsino Mei, presidente di Fondazione Enasarco: “Come utilizzare i 90 miliardi gestiti dalle casse di previdenza? E’ necessario che scendano in campo tutte le forze economiche. Investimenti privati in primis. Per questo, Enasarco ha promosso progetti di partenariato pubblico/privato per coinvolgere masse enormi”, sottolinea il presidente. Il PNRR, secondo Mei, è il protagonista, insieme agli investimenti privati, nella ripresa del Paese. 

Il file rouge di tutti gli interventi è, secondo Conte, l’attenzione al cittadino, “in particolare a quello del futuro”. E parte da questa considerazione per sollecitare gli esponenti della politica a trovare una “quadra” per semplificare il sistema “al fine di consentire a noi consulenti di presentarci ai cittadini come affiancatori”.

“Orientiamoci per destinare il tempo alla vera consulenza e tracciamo delle linee chiare per le nuove generazioni. Bisogna avere il coraggio di cambiare e rendere estremamente produttivo il sistema Italia”, conclude il presidente.