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Edilizia green

Il Parlamento UE approva la direttiva sulle case green. Neutralità climatica entro il 2050

Il Comitato per l’Industria del Parlamento europeo ha approvato la proposta di revisione della Direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (Energy Performance of Buildings Directive, EPBD) con 49 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astensioni.

Gli obiettivi principali sono la riduzione sostanziale delle emissioni di gas serra e del consumo di energia nel settore edilizio dell’UE entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050. Il documento mira inoltre ad aumentare il tasso di ristrutturazione degli edifici non efficienti dal punto di vista energetico e a migliorare le informazioni sulle prestazioni energetiche.

Secondo la Commissione europea, gli edifici dell’UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra della regione. Per questo, il 15 dicembre 2021 la Commissione europea ha adottato una proposta legislativa per rivedere la Direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (EPBD), nell’ambito del pacchetto “Fit for 55”. Una nuova legge europea sul clima (luglio 2021) ha sancito sia l’obiettivo 2030 che quello 2050 in una legge europea vincolante.

Obiettivi di riduzione delle emissioni

Secondo il testo adottato, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028, mentre i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche a partire dal 2026 (la Commissione aveva proposto rispettivamente il 2030 e il 2027). Tutti i nuovi edifici dovranno essere dotati di tecnologie solari entro il 2028, laddove tecnicamente idoneo ed economicamente fattibile, mentre gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti avranno tempo fino al 2032 per adeguarsi.

Gli edifici residenziali, inoltre, dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033. Gli edifici non residenziali e pubblici dovranno raggiungere le stesse classi rispettivamente entro il 2027 e il 2030.

Misure nazionali e deroghe

Secondo quanto previsto dal Parlamento UE, tutte le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi saranno stabilite da ogni Stato membro nei piani di ristrutturazione nazionali. Per tenere conto della diversità del patrimonio edilizio dei Paesi dell’UE, la lettera G dovrebbe corrispondere al 15% di edifici con le peggiori prestazioni nel patrimonio nazionale.

I monumenti sarebbero esclusi dalle nuove regole, mentre i Paesi dell’UE potrebbero decidere di escludere anche gli edifici protetti per il loro particolare valore architettonico o storico, gli edifici tecnici, l’uso temporaneo di edifici o chiese e luoghi di culto. Gli Stati membri potrebbero anche esonerare gli alloggi sociali pubblici, nei casi in cui i lavori di ristrutturazione comportino un aumento dell’affitto che non può essere compensato da un risparmio sulle bollette energetiche.

Gli eurodeputati vogliono anche consentire agli Stati membri di adeguare i nuovi obiettivi in una quota limitata di edifici coperti dai requisiti, a seconda della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e della disponibilità di manodopera qualificata.

Misure di sostegno contro la povertà energetica

Il Parlamento UE suggerisce nella sua posizione che i piani nazionali di ristrutturazione debbano includere schemi di sostegno con obiettivi realistici e misure per facilitare l’accesso a sovvenzioni e finanziamenti. Gli Stati membri devono istituire punti informativi gratuiti e programmi di ristrutturazione a costo zero. Le misure finanziarie dovrebbero fornire un premio importante per le ristrutturazioni profonde, soprattutto degli edifici con le peggiori prestazioni, e sovvenzioni e sussidi mirati dovrebbero essere messi a disposizione delle famiglie vulnerabili.

Divieto dei sistemi di riscaldamento a combustibili fossili entro il 2035

Secondo il Parlamento, i Paesi dell’UE devono garantire che l’uso di combustibili fossili negli impianti di riscaldamento, per gli edifici di nuova costruzione e per quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, ristrutturazioni profonde o ristrutturazioni dell’impianto di riscaldamento, non sia autorizzato a partire dalla data di recepimento della direttiva. Secondo i deputati, i combustibili fossili dovrebbero essere totalmente eliminati entro il 2035, a meno che la Commissione europea non ne autorizzi l’uso fino al 2040.

“L’impennata dei prezzi dell’energia ha posto l’attenzione sull’efficienza energetica e sulle misure di risparmio, e il miglioramento delle prestazioni degli edifici europei ridurrà costantemente le bollette energetiche e la dipendenza dalle importazioni di energia. Vogliamo che la Direttiva EPBD riduca la povertà energetica, abbatta le emissioni e fornisca ambienti interni migliori per la salute delle persone. Si tratta anche di una strategia di crescita per l’Europa, che creerà centinaia di migliaia di posti di lavoro locali e di buona qualità nei settori dell’edilizia, delle ristrutturazioni e delle energie rinnovabili, migliorando al contempo il benessere di milioni di persone che vivono in Europa”, ha dichiarato il relatore della direttiva sul rendimento energetico degli edifici, Ciarán Cuffe.

I prossimi passi

Il progetto di legge sarà sottoposto al voto dell’intera assemblea durante la sessione plenaria del 13-16 marzo e diventerà la posizione negoziale del Parlamento. Gli eurodeputati avvieranno poi i negoziati con il Consiglio per concordare la forma finale del disegno di legge.