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Settore immobiliare

Case Green: cosa prevede la direttiva approvata dal parlamento UE

Case green, via libera dall’UE. La posizione approvata dal Parlamento il 12 marzo 2024 conferma la volontà delle istituzioni europee di accelerare la riduzione del consumo energetico e delle emissioni di gas serra del settore edilizio europeo. Ora manca solo l’approvazione del Consiglio. Una direttiva, quella che tecnicamente è denominata Energy performance of buildings directive (Epbd), che arriva dopo mesi di scetticismo espresso da alcuni governi europei, tra cui quello italiano, nei confronti della stretta sui requisiti di prestazione energetica per gli immobili dell’UE.

Il testo della normativa, è stato infatti modificato rispetto a quello approvato dall’organo legislativo lo scorso anno ed è stato approvato in via definitiva dal Parlamento con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni. Tra le principali novità è stato spostato al 2030 (rispetto al precedente 2028) l’anno a partire dal quale tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, al netto di quelli pubblici, residenziali e non, per i quali l’obbligo slitta al 2028 (rispetto al 2026). Di seguito, ecco cosa prevede la normativa delle case green e cosa è cambiato rispetto alla precedente proposta.

Cosa prevede la normativa delle case green e cosa è cambiato

Oltre agli obblighi sugli edifici nuovi, la posizione del PE prevedeva che gli edifici residenziali avrebbero dovuto raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e D entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi sarebbe dovuto avvenire rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D). Per prendere in considerazione le differenti situazioni di partenza in cui si trovano i parchi immobiliari nazionali, nella classificazione di efficienza energetica, che va dalla lettera A alla G, la classe G avrebbe dovuto corrispondere al 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Stato membro.

Il nuovo testo lascia agli Stati membri la facoltà di stabilire dei piani nazionali di ristrutturazione per ridurre i consumi energetici del proprio patrimonio edilizio. Unico traguardo comune è il raggiungimento al 2050 di un parco immobiliare a emissioni zero. L’anno di riferimento (la baseline) per monitorare i progressi dei prossimi anni è stato fissato al 2020.

Le agevolazioni per le caldaie

La data entro cui i sistemi di riscaldamento dovranno essere decarbonizzati è slittata al 2040 (rispetto al precedente 2035). Salta la pressione sull’eliminazione delle agevolazioni per le caldaie a combustibili fossili a partire dal 2024. Il divieto di sovvenzioni partirà dal 2025, ma sarà ancora possibile stabilire incentivi per le caldaie ibride alimentate quindi da un mix che include fonti rinnovabili.

Le deroghe alla normativa delle case green

La normativa non si applica ai monumenti, e i Paesi UE avranno la facoltà di escludere anche edifici protetti in virtù del loro particolare valore architettonico o storico, edifici tecnici, quelli utilizzati temporaneamente, chiese e luoghi di culto. Gli Stati membri potranno inoltre estendere le esenzioni anche a edifici dell’edilizia sociale pubblica in cui le ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti non compensati da maggiori risparmi sulle bollette energetiche.

L’esenzione è stata inoltre estesa alle seconde case abitate per meno di quattro mesi l’anno, gli immobili per la difesa e quelli con una metratura inferiore ai 50 m2.

A cosa è dovuta la stretta delle istituzioni europee

Secondo la Commissione europea, gli edifici dell’UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Il 15 dicembre 2021 la Commissione ha approvato una proposta legislativa di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, che fa parte del pacchetto “Pronti per il 55%”. Con la nuova normativa europea sul clima del luglio 2021 entrambi gli obiettivi per il 2030 e il 2050 sono diventati vincolanti a livello europeo.