Intervista

Hansen (Hera): la creazione di valore per gli stakeholder guida la nostra strategia sostenibile

Creazione di valore condiviso per gli stakeholder, responsabilità sociale e salvaguardia degli impatti ambientali e sociali. Sono questi i cardini della strategia di sostenibilità del gruppo Hera, la multiutility leader nei servizi ambientali, idrici ed energetici con sede a Bologna, all’avanguardia nella produzione di biometano e nel riciclo dei rifiuti.

L’azienda si è posta finora diversi obiettivi in ottica ESG, a partire dal raggiungimento della carbon neutrality nella sfera ambientale, al fine di abbattere le emissioni, incrementare la resilienza delle infrastrutture e promuovere l’economia circolare. 

Sul piano sociale, invece, è la creazione di valore per tutti gli stakeholder, a partire dai territori serviti, a guidare la strategia del gruppo. Inoltre, anche l’innovazione è fondamentale per il gruppo Hera, sfruttando l’evoluzione tecnologica per incrementare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti. 

ESGnews ha intervistato Jens Klint Hansen, direttore Investor Relations del gruppo Hera, che, ripercorrendo il percorso intrapreso fin qui dall’azienda, ha delineato i prossimi passi sottolineando le opportunità e le sfide che il gruppo dovrà affrontare per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità. 

Quali sono i temi più rilevanti per la vostra azienda nell’ambito della sostenibilità? Sono in linea con le richieste che avanzano i vostri investitori a questo riguardo?

Tra i temi più rilevanti per il gruppo Hera vi è l’approccio strategico alla creazione di valore condiviso per tutti gli stakeholder, a partire dalle comunità e dai territori serviti, che rappresenta un’evoluzione dello storico impegno della nostra multiutility nella responsabilità sociale e nella sostenibilità. L’attenzione del gruppo a questi temi è riconfermata anche da diverse scelte recenti, a partire dall’introduzione del concetto di corporate purpose nello Statuto Sociale di Hera: sono stati infatti esplicitati nella carta statutaria gli obiettivi che l’azienda si prefigge di raggiungere nello svolgimento dell’attività, ribadendo così da un lato l’impegno per la sostenibilità e dall’altro l’obiettivo di creare valore nel lungo termine per gli azionisti attraverso la creazione di valore condiviso per tutti gli stakeholder.

L’impegno del gruppo per la creazione di valore condiviso parte, quindi, dall’attenzione verso i nostri stakeholder e i territori in cui operiamo e si concretizza con azioni concrete e investimenti per contrastare il cambiamento climatico, per la transizione energetica verso la carbon neutrality e verso l’economia circolare. Ne sono un esempio i progetti di efficientamento dell’illuminazione pubblica, le attività sostenibili nel servizio idrico e nella gestione rifiuti, lo sviluppo del teleriscaldamento, l’evoluzione dei servizi a valore aggiunto, le consulenze a privati e imprese per l’efficientamento energetico che hanno subito una fortissima accelerazione in questi anni e costituiscono oggi il principale motore di crescita dei risultati di bilancio. L’attenzione di Hera alla sostenibilità è testimoniata anche dai numerosi progetti a favore dell’economia circolare, fondamentale oggi per la tutela di un Pianeta sempre più impoverito e in difficoltà per lo sfruttamento intensivo delle sue risorse. Un’attenzione pienamente integrata nelle strategie multi-business del gruppo e trasversale a tutte le attività. 

Nel 2018, inoltre, abbiamo lanciato la prima linea di credito revolving sostenibile, introducendo un meccanismo premiante legato al raggiungimento di specifici obiettivi ambientali, sociali e di governance. Tra questi, ad esempio, l’ulteriore riduzione dell’impronta di carbonio dalla produzione di energia, il raggiungimento di nuovi target di efficienza energetica, l’incremento della raccolta differenziata. Tutte scelte che hanno riscosso anche un forte apprezzamento da parte degli investitori, sempre più interessati a finanziare aziende con progetti concreti in questi ambiti.

Quali sono i vostri principali obiettivi in ambito ESG?

Il gruppo Hera è un operatore multiutility che gestisce diversi business in ottica sempre di salvaguardia degli impatti ambientali e sociali. L’azienda nei vent’anni di attività è diventata un punto di riferimento per i territori serviti, che hanno beneficiato della creazione di valore generata dai numerosi investimenti realizzati e dalla qualità dei servizi forniti.

Tra i principali obiettivi in ambito ESG, ricordiamo tutti quelli inseriti nel nostro piano industriale per i quali l’azienda fissa dei target da raggiungere e costituiscono una misura complementare agli indici economico finanziari per valutare la gestione delle attività. In piena coerenza con le policy nazionali e europee e gli obiettivi dell’Agenda 2030, che già da tempo orientano le strategie della multiutility, tutti i progetti del nostro piano strategico si articolano lungo tre dimensioni: ambientale, socioeconomica e innovazione, con azioni per la transizione verde e il digitale, e in grado di generare ricadute positive nei territori. Nella dimensione ambientale rientrano le iniziative per la lotta al cambiamento climatico, al fine di traguardare la neutralità carbonica, con interventi per abbattere le emissioni, incrementare la resilienza delle infrastrutture e promuovere l’economia circolare. La dimensione socioeconomica mira, invece, alla creazione di “valore condiviso” con l’estensione della gamma e della qualità dei servizi nei territori di presenza storica, forte anche delle recenti aggiudicazioni nelle gare per il rinnovo delle concessioni per i servizi regolati, ma anche in nuove aree cogliendo ulteriori opportunità di sviluppo per linee esterne. La dimensione innovazione, infine, abbraccia tutte le opportunità legate all’evoluzione tecnologica, con l’obiettivo di incrementare ulteriormente l’efficienza e la qualità dei servizi, ma soprattutto di far evolvere il modello di gestione operativa.

Per indirizzare in modo ancora più concreto gli obiettivi volti a contrastare il cambiamento climatico, favorire la transizione energetica, la carbon neutrality e l’economia circolare, la multiutility ha allungato la prospettiva fino al 2030. Ne sono un esempio i target validati da SBTi, secondo i più rigorosi criteri scientifici: ridurre del 37% le emissioni di anidride carbonica, target molto ambizioso poiché non si limita alle emissioni prodotte dalle attività del gruppo, ma si estende anche a quelle dei nostri clienti, relativamente alla vendita di energia elettrica e gas, e dei fornitori. Per raggiungere questo obiettivo sono cruciali le soluzioni per privati e aziende volte a promuovere l’efficienza energetica, che si accompagnano a più ampie iniziative di coinvolgimento e sensibilizzazione volte a incentivare la riduzione dei consumi.

Quali sono i principali risultati ottenuti? 

Abbiamo ottenuto risultati molto positivi in termini sia di raggiungimento dei KPI prefissati sia nel progressivo affinamento dei modelli gestionali, delle modalità di misurazione e consuntivazione delle performance ambientali e sociali. 

Tra i principali risultati ottenuti nel 2021, ricordiamo: 8 milioni di metri cubi di biometano dalla trasformazione dei rifiuti organici derivanti dalla raccolta differenziata dei cittadini, il 22% in più rispetto al 2019; 100% di l’energia elettrica rinnovabile offerta a tutti i clienti residenziali a mercato libero, che rappresenta il 40% di quella complessivamente venduta; nei territori serviti dalla multiutility è stato già raggiunto l’obiettivo UE al 2025 con il 55% di tasso di riciclo dei rifiuti; attraverso la controllata Aliplast sono state vendute 80,9 tonnellate di plastica riciclata (+36% rispetto al 2017); l’azienda ha registrato una riduzione di circa il 17% dei propri consumi idrici interni; oltre 82 milioni di euro sono stati investiti in innovazione per la transizione energetica, l’economia circolare e la trasformazione digitale: per la promozione dell’inclusione sociale, sono state quasi 200 mila le bollette rateizzate e 882 le persone svantaggiate inserite al lavoro grazie alle forniture da cooperative sociali. Un valore economico pari a oltre 2,2 miliardi di euro distribuiti sui territori.

Si deve considerare, infine, il fatto che nel gruppo Hera oggi la remunerazione variabile di breve e lungo termine è legata ai KPI della sostenibilità e anche questo rappresenta un segno di come la cultura della sostenibilità sia non solo parte integrante dello Statuto, ma ormai penetrata nella genetica aziendale.

A che punto siete nel percorso di decarbonizzazione e come pensate che la crisi energetica influirà sulla sua evoluzione?

Tra gli strumenti più innovativi utilizzati dal gruppo Hera per rispondere alla sfida della transizione ecologica, in particolare con lo scopo di abbattere l’uso dei combustibili fossili, alleviare la dipendenza dell’economia da petrolio e gas, ma soprattutto tagliare le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, vi è la produzione di biometano. Entro il 2030 prevediamo di quadruplicare la produzione di biometano da rifiuti organici toccando quota 30 milioni di metri cubi all’anno, anche grazie all’avvio di un nuovo impianto nel modenese che sarà inaugurato nel 2023. Grazie a un investimento di circa 28 milioni di euro e alla partnership con la società Inalca del gruppo Cremonini, infatti, è in fase finale la ristrutturazione un impianto della nostra controllata Herambiente a Spilamberto (MO), che sarà dotato delle più avanzate tecnologie disponibili per la trasformazione di rifiuti organici e reflui agroalimentari in biometano 100% rinnovabile e compost, con l’obiettivo di una produzione attesa, a regime, di 3,7 milioni di metri cubi di biometano all’anno, che verranno immessi nella rete gas e restituiti al territorio per l’utilizzo in autotrazione. 

La crisi energetica e il caro bollette hanno aumentato significativamente la propensione all’autoproduzione di energia sia elettrica (con pannelli fotovoltaici) che di calore (con fotovoltaico e pompe di calore, isolamento termico, efficientamento energetico), peraltro fortemente supportata dagli incentivi fiscali introdotti in Italia anche grazie al contributo dei fondi europei. Proprio in conseguenza di questa congiuntura energetica, la maggiore diffusione di iniziative e strumenti per l’efficientamento energetico in tutte le sue forme porterà a un progressivo miglioramento anche in termini di riduzione delle emissioni, anche se ancora ad oggi lo sviluppo delle rinnovabili in Italia è ancora largamente al di sotto dei target prefissati. Nonostante nel brevissimo termine la crisi energetica possa sembrare apparentemente controproducente per il climate change (se pensiamo ad esempio al riavvio delle centrali a carbone in alcuni Paesi), ritengo comunque che questo contesto straordinariamente complesso abbia favorito e alimentato un processo di maggior sensibilità e interesse dei cittadini alle rinnovabili.