C’è un trend crescente di mobilitazione di capitali filantropici verso i Mission Related investments (MRIs), gli investimenti di missione che mirano a promuovere attività a impatto sociale positivo a lungo termine oltre che lo sviluppo economico dei progetti finanziati. In Europa la quota di MRI è pari a 1,9 miliardi di euro di cui il 60% sono realizzati tramite equity.
È quanto emerso dallo studio The Philanthropic Capital Study commissionato dall’European Investment Advisory Hub nel contesto del piano d’azione per l’economia sociale europea e che ha riconosciuto le organizzazioni filantropiche come attori chiave dell’economia sociale in Europa. Dall’analisi emerge come, sebbene il grant making continui ad essere lo strumento finanziario maggiormente utilizzato dalle Fondazioni, gli investimenti di missione, correlati al raggiungimento dei fini di utilità sociale, siano in fase di crescita, per quanto recenti.
Il report attinge all’esperienza di ventitré fondazioni attive in tutta Europa, tra cui le italiane Fondazione Cariplo e Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore (FSVGDA), il cui patrimonio aggregato è stimato in 255 miliardi di euro e considera oltre 220 investimenti di missione realizzati da 15 delle organizzazioni intervistate, per un valore totale di circa 1,9 miliardi di euro.
L’analisi del patrimonio complessivo detenuto dal campione delle organizzazioni filantropiche ha evidenziato un elevato livello di concentrazione di capitali tra pochi grandissimi attori. Dallo studio dell’asset allocation delle organizzazioni considerate, inoltre, emerge come non vi sia un approccio standard, bensì una comune prudenza nella propensione al rischio di investimento. Con poche eccezioni, infatti, le partecipazioni da parte delle casse di risparmio risultano ancora relativamente basse: per gli investimenti di missione, diretti o realizzati tramite veicoli finanziari, il private equity resta lo strumento più adottato (circa il 60% del totale).
In termini di dimensioni, l’analisi rileva che circa l’86% degli investimenti mappati è al di sotto dei 10 milioni di euro e l’intervallo va da poco più di 20 mila euro a oltre 50 milioni. L’ampia gamma è indicativa della diversità del panorama degli RMI, che va da piccole partecipazioni in PMI alla proprietà di grandi società industriali o di gestione patrimoniale dedicate ad attività allineate alla missione.
Lo studio ha inoltre evidenziato che circa la metà degli investimenti di missione è indirizzato al segmento Social Investment & Skills in coerenza con le linee strategiche del programma InvestEU: l’80% dell’asset allocation avviene, infatti, sul territorio europeo.
Impact Grant: il caso della Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore
Le partecipazioni dirette in società private sono la componente più consistente degli RMI del campione dello studio. Non v’è prevalenza di strutture complesse e la norma è quella di un investimento azionario semplice. Il report, tuttavia, evidenzia con interesse la sperimentazione di modelli finanziari innovativi come l’Impact Grant sviluppata da FSVGDA e utilizzata per il suo investimento nella cooperativa sociale Vesti Solidale.
Un terzo del suo contributo all’aumento di capitale è costituito da azioni “autoestinguibili” che diventeranno essenzialmente una sovvenzione nel caso in cui la partecipata raggiunga specifici obiettivi di impatto. Questi investimenti abbracciano un’ampia varietà di settori, in linea con le aree di missione specifiche di ciascuna organizzazione filantropica, che vanno dalle imprese attive nel campo dell’arte, della cultura, dell’istruzione o dell’agri-tech alle istituzioni di microfinanza.
Dato il ruolo di capacity building talvolta svolto dalle organizzazioni filantropiche, forse non sorprende osservare che alcune delle organizzazioni filantropiche del campione detengono partecipazioni significative in imprese di gestione di fondi che si concentrano su settori e geografie legati alla missione.
