La differenza salariale tra uomini e donne nel settore privato raggiunge quasi 8 mila euro l’anno, nel 2022, secondo l’Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato dell’Inps. In termini percentuali, ciò implica che il gender Pay gap è pari al 18% nel settore privato.
La disparità salariale riscontrata dall’Inps ammonta nello specifico a 7.922 euro (in linea con i 7.908 euro del 2021). Se la retribuzione media annua per gli uomini si attesta a 26.227 euro, per le donne scende a 18.305 euro, mentre la media complessiva senza tenere in considerazione le differenze di genere è pari a 22.839 euro.
Nell’analisi l’inps sottolinea che, tra le ragioni di questo divario, vi è anche la “maggiore presenza di lavoro part-time tra le femmine“, che è di per sé meno retribuito del tempo pieno. Nel 2022, infatti, le lavoratrici part time sono state ben 3.584.665, mentre i lavoratori sono stati solo 2.066.260. Inoltre, l’Inps sottolinea che mentre “il 21% dei dipendenti maschi ha avuto almeno un rapporto di lavoro a tempo parziale, tra le femmine la quota di lavoratrici con almeno un part time nell’anno è pari a circa il 49%”.
Ma non è solo la differenza di genere a creare un’ingiustizia nei livelli di retribuzione, ma anche la provenienza geografica e la differenza anagrafica. In quest’ultimo caso, è evidente che gli stipendi dei giovani sono troppo bassi e, in prospettiva, difficilmente possono ambire a raggiungere gli stipendi dei senior attuali. Per quanto riguarda la componente territoriale, invece, l’Inps rileva che i salari nelle regioni del Nord Ovest sono molto più alti, con una media di 26.933 euro, così come quelli del Nord Est (23.974), se paragonati a quelli del Centro (22.115 euro) e del Sud (16.959 euro) e isole (16.641 euro).