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Rapporto Istat

Goal 9 – Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione, come è andata in Italia tra 2022 e 2023

  • Nel 2022 il trasporto passeggeri è in crescita, ma non ritorna ancora ai livelli del 2019.
  • Il complesso del trasporto merci ha registrato nel 2022 una crescita modesta, +2,3% rispetto al 2021, dovuta alla componente su strada.
  • Le emissioni di CO2, che nel 2021 erano 154,9 tonnellate per milione di euro, nel 2022 sono salite a 158,5 tonnellate per milione di euro.
  • L’intensità di ricerca, nel 2021, ha mostrato una battuta di arresto ed è scesa all’1,43% del Pil.
  • Nel 2023, i lavoratori della conoscenza sono aumentati di un punto percentuale rispetto al 2022 e raggiungono il 18,8%.
  • I lavoratori specializzati in ICT hanno registrato nel 2023 una notevole diminuzione, raggiungendo il 3,1% del totale degli occupati, 0,8 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente.
  • Nel 2023, il 14% delle imprese ha venduto online a clienti finali, e il 9,7% ha venduto online alle istituzioni pubbliche e a altre imprese.

Le misure statistiche diffuse dall’Istat per il Goal 9 sono ventiquattro, riferite a dieci indi- catori UN-IAEG-SDGs. Nel confronto tra i valori dell’ultimo anno disponibile e quelli dell’anno precedente la maggior parte delle misure mostra un miglioramento (trasporto merci, emissioni, ricercatori, infrastrutture digitali e e-commerce) e solo poche misure, intensità di ricerca, imprese con attività innovative e occupati ICT, mostrano segni di peggioramento. Nel confronto su base decennale prevalgono le misure che mostrano un miglioramento, soprattutto nelle aree della ricerca e innovazione, emissioni e del commercio elettronico troviamo stabili invece le infrastrutture ferroviarie e il trasporto di merci, mentre non sono presenti misure in peggioramento.

Nel 2022 il trasporto passeggeri prosegue la sua crescita

Nel 2022 il trasporto di passeggeri consolida la traiettoria di crescita già visibile nel 2021, anche grazie alla ripresa dell’economia, seppure non sia ancora ritornato ai livelli del 2019. La maggiore mobilità degli individui si osserva in tutte le modalità. Il trasporto passeggeri aereo e ferroviario, che durante il 2020 aveva sofferto maggiormente delle restrizioni per il contrasto alla pandemia, si caratterizza per una ripresa più decisa, tra il 2021 e il 2022, rispetto al trasporto pubblico locale e al trasporto marittimo. Il numero passeggeri del tra-
sporto aereo nel 2022 raddoppia rispetto all’anno precedente, ma rimane inferiore del 15% al numero dei viaggiatori del 2019. Il trasporto ferroviario aumenta di oltre il 40% rispetto al 2021 e raggiunge il 70,5% dei passeggeri trasportati nel 2019.

Nel 2022 il trasporto merci cresce grazie alla performance del trasporto su strada

Nel 2022 il trasporto merci registra una crescita lieve rispetto al 2021, pari al 2,3%, principalmente dovuta all’incremento del trasporto su strada. Le altre modalità mantengono il livello raggiunto nel 2021, nel caso del trasporto ferroviario, o lo riducono, nel caso del trasporto marittimo. Nel confronto con gli anni pre-pandemia, il trasporto merci su strada, in continua crescita, rappresenta la modalità prevalente, con circa i due terzi delle merci trasportate nel Paese. La quota del trasporto merci ferroviario e marittimo è rimasta stabile negli anni, mentre quella via aerea continua a ricoprire un ruolo marginale.

Volumi trasportati di passeggeri (a), per modalità di trasporto. Anni 2019 e 2022 (numeri indici 2019=100)

La rete ferroviaria non registra miglioramenti rilevanti

Gli indicatori della rete ferroviaria, tra il 2010 e il 2021, non registrano miglioramenti rilevanti per estensione della rete di binari rispetto alla popolazione e al territorio. I dati mostrano come in tale intervallo di tempo la rete ferroviaria sia migliorata solo marginalmente in termini di sostenibilità (misurata dalla percentuale di linee elettrificate), sicurezza (misurata dalla percentuale delle ferrovie a binari doppi o multipli), e di performance (misurata dalla percentuale linee ad alta velocità).

Nel 2022 diminuisce l’intensità di emissioni di CO2 sul valore aggiunto

Nel 2022 l’intensità di emissioni di CO2 registra una diminuzione, scendendo a 154,9 tonnellate per milione di euro (da 158,5 tonnellate nel 2021), e prosegue la tendenza alla riduzione che si era interrotta nel 2021. Nonostante il dato complessivo risulti positivo, settori ad alta intensità di emissioni, quali la produzione di energia, la fabbricazione di prodotti chimici e le raffinerie di petrolio, continuano a registrare valori crescenti di CO2 a fronte dei miglioramenti registrati nei trasporti e nel settore estrattivo. Nel 2022 la fornitura di energia
elettrica, gas, vapore e aria condizionata si attesta a 3219 tonnellate di CO2 per milione di euro, oltre il 22% in più rispetto al 2020 e quasi l’11% in più rispetto al 2021.

Nel 2021 diminuisce sensibilmente l’intensità di ricerca

Le misure statistiche sulla R&S, sull’innovazione e sulle tecnologie digitali mostrano un quadro con luci e ombre in cui, a fronte di diversi miglioramenti, si notano ancora criticità, specie riguardo ai divari territoriali. L’intensità di ricerca, misurata dal rapporto delle spese per R&S e il Pil, nel 2021, ultimo anno con dati definitivi, si flette (1,43% del Pil, dall’1,51% del 2020): l’aumento della spesa per R&S di quasi 1 miliardo di euro (a prezzi correnti), è stato infatti più che compensato dal forte rimbalzo del Pil seguito alla recessione del primo anno pandemico (8,3% in termini reali).

Nel 2021, per la prima volta in dieci anni, l’Italia ha registrato una diminuzione dell’intensità di ricerca, allontanandosi ulteriormente dall’obiettivo previsto in precedenza per Europa 2020 (pari all’1,53% del Pil) e collocandosi al quindicesimo posto tra gli Stati Membri dell’Unione Europea, assai distante dal gruppo dei Paesi con intensità di ricerca superiore al 2%. Nel 2021 l’indicatore della quota del valore aggiunto delle imprese con tecnologie medio alte rispetto al valore aggiunto del settore registra un calo di 0,3 punti percentuali rispetto al 2020, attestandosi al 31,6%.

Nel 2023 aumentano i lavoratori della conoscenza e diminuiscono quelli specializzati in ICT

Nel 2023, la quota di lavoratori della conoscenza, rappresentati dagli occupati con istruzione universitaria in professioni scientifico-tecnologiche, è aumentata di 1 punto percentuale rispetto al 2022, e ha raggiunto il 18,8%. I lavoratori specializzati in ICT, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione essenziali per la digitalizzazione delle imprese, dopo anni di crescita registrano nel 2023 una forte contrazione: la quota sul totale degli occupati si è attestata al 3,1%, 0,8 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente. Il calo dell’indicatore, caratterizzato da ampi divari territoriali e di genere, è concentrato nelle ripartizioni del Centro e del Nord del Paese, tra i lavoratori di genere maschile e tra gli occupati in possesso di laurea o dottorato di ricerca (ISCED 5, 6, 7, 8), che scendono dal 6,3% al 4,4%.

Nel 2023 il commercio elettronico nelle imprese raggiunge la maggiore diffusione negli ultimi dieci anni

Il 2023 è stato un anno positivo per la diffusione del commercio elettronico, sia per le imprese, sia per le famiglie. Nelle imprese, questa modalità di vendita ha raggiunto i più elevati tassi di diffusione degli ultimi dieci anni: il 14% delle imprese con almeno dieci addetti ha venduto online a clienti finali, il 9,7% alle istituzioni pub-
bliche e ad altre imprese, in entrambi i casi in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

Come in passato, anche nel 2023 si conferma una maggiore diffusione di imprese localizzate nel Mezzogiorno che vendono online, sia a clienti finali, sia a istituzioni pubbliche e imprese. Il 18% delle imprese del Mezzogiorno vendono online a clienti finali, il 12,5% a istituzioni pubbliche e imprese; nella ripartizione del Centro sono rispettivamente il 14% e il 9,4%, e nel Nord il 12,5% e l’8,7%).

La maggiore diffusione del commercio elettronico nel Mezzogiorno e nel Centro deriva anche dal peso assunto in queste ripartizioni dal settore dei servizi. Il successo delle piattaforme digitali nel turismo e nella ristorazione ha favorito una maggiore concentrazione di imprese attive nel commercio elettronico in tali branche: nel 2023, il 37,6% delle imprese con almeno 10 addetti del turismo e della ristorazione hanno venduto online a clienti finali e il 20% alle istituzioni pubbliche e alle imprese. Tra gli altri servizi, il commercio elettronico è diffuso anche nel commercio e nelle attività di informazione e comunicazione, con una crescita sostenuta negli anni.