Jezz Bezos, patron di Amazon

Pressing degli azionisti

Amazon, oltre 100 gestori chiedono più trasparenza nelle pratiche fiscali

Oltre 100 entità tra investitori istituzionali e individuali che gestiscono complessivamente 3.600 miliardi di dollari, hanno sottoscritto una lettera inviata a Jeff Bezos, fondatore e presidente del colosso Amazon, relativa alle pratiche fiscali, considerate troppo avventate.  

La notizia, anticipata dal Financial Times, rende evidente come, dallo scoppio della pandemia in particolare, il mondo finanziario abbia iniziato a prestare sempre più attenzione alla componente “S” e “G” di ESG, quindi ai fattori sociali – che includono anche le pratiche fiscali – e di governance aziendale.

Ed è in questo contesto che si inserisce l’iniziativa dei 100 investitori che stanno facendo pressione contro Amazon, appellandosi alla Security and exchange commission (Sec), l’autorità di vigilanza finanziaria statunitense, con l’obiettivo di imporre una maggiore trasparenza sulle iniziative tributarie di Amazon

“Pratiche fiscali aggressive possono esporre una società – e i suoi investitori – a un maggiore controllo da parte delle autorità fiscali, rischi di aggiustamento e aumentare la loro vulnerabilità ai cambiamenti delle norme fiscali mentre i Paesi cercano di proteggere le loro basi imponibili da pratiche deleterie”, si precisa nella lettera. 

Secondo quanto riportato dal FT, l’idea è partita a dicembre 2021 su proposta di due fondi pensione britannici, Greater Manchester Pension Fund e Oblate International Pastoral Investment Trust, perché avevano rilevato una non conformità di Amazon agli standard previsti dalla Global Reporting Initiative (GRI), riferimento internazionale per una contabilità corretta e sostenibile. 

Tra i 100 gestori firmatari della lettera, i più noti sono Nordea, Royal London e il fondo sovrano norvegese Norges. Fra gli altri, anche il New York City Office of the Comptroller, l’ufficio governativo che riscuote le tasse per la città di New York, e il più grande fondo pensione privato della Gran Bretagna, lo Universities Superannuation Scheme. L’atto dovrebbe essere inviato alla Sec entro mercoledì prossimo, salvo una proroga per “aggiungere nuove compagnie”. 

L’iniziativa si inserisce in un movimento globale di forte presa di posizione da parte dei gestori, che vedono messa a rischio la propria reputazione, contro le Big Tech, ovvero le società che ricavano il profitto da attività legate al web. Tra le più recenti, è nota la controversia sullo stipendio di Tim Cook, amministratore delegato di Apple, con Norges in prima linea per ridurre la remunerazione dei top manager di Apple. 

Gli investitori ripongono sempre più attenzione sulla correttezza e onestà delle aziende in cui investono. Amazon è già stata messa nel mirino in passato da diverse autorità pubbliche – tra cui la Commissione europea – per le sue pratiche fiscali, ma questa volta la spinta a comportamenti più virtuosi arriva dagli azionisti, preoccupati non solo dei profitti dell’azienda ma anche del suo profilo di sostenibilità.