Vanguard Investments Australia è colpevole di greenwashing. Lo dichiara una sentenza di un tribunale federale austrialiano che accusa la società di investimenti di aver dichiarato il falso su un suo fondo ESG. Si tratta del fondo Vanguard Ethically Conscious Global Aggregate Bond Index Fund, lanciato nel 2018 e pensato per offrire agli investitori un’esposizione agli investimenti internazionali a reddito fisso, escludendo le società con attività legate a settori considerati non sostenibili tra cui combustibili fossili, alcol e tabacco. L’azione legale contro Vanguard era stata avviata nel 2023 dall’ASIC (Australian Securities & Investments Commission), l’autorità di vigilanza che disciplina i servizi finanziari e quelli aziendali delle società australiane con lo scopo di proteggere i consumatori e gli investitori. L’AISC ha infatti di recente intensificato le sue attività di controllo sul greenwashing, mettendo in guardia i gestori dei fondi di investimento e gli emettitenti sulle affermazioni ingannevoli in ambito di sostenibilità.
Il tribunale ha accusato Vanguard di non aver escluso dal fondo ESG, da un miliardo di dollari australiani, gli investimenti in società che svolgono attività legate ai combustibili fossili, come invece sostenuto nei materiali di comunicazione e nelle informative. L’ASIC aveva infatti accusato la società di investimenti di non aver condotto gli screening ESG su numerosi emittenti obbligazionari del fondo tra cui Chevron Phillips Chemical e Abu Dhabi Crude Oil Pipeline.
Vanguard ha ammesso le affermazioni fuorvianti e ha sostenuto di essersi autodenunciata già nel 2021. Secondo quanto riportato da alcune testate, Vanguard aveva dichiarato che l’informativa sul fondo, che seguiva l’indice Bloomberg Barclays MSCI Global Aggregate SRI Exclusions Float Adjusted, “non fornivano una spiegazione sufficientemente dettagliata del fatto che alcuni emittenti di debito privi di copertura di ricerca erano comunque inclusi nel benchmark”, rendendo possibile per il fondo detenere titoli “che potrebbero non essere stati ragionevolmente previsti dagli investitori”.
A quanto ammonterà la sanzione per la società australiana sarà stabilito in una prossima udienza fissata per agosto 2024.