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Tassonomia UE

Tassonomia UE, la polemica sull’inclusione di gas e nucleare frena ancora l’iter

Stallo sulla Tassonomia UE, dopo il parere negativo degli esperti sull’inclusione di gas naturale e nucleare nell’atto delegato nella transizione energetica. L’adozione dell’atto delegato era già stata posticipata al 21 gennaioSembra però che i Paesi europei non siano ancora riusciti a trovare un comune accordo, ed è quindi scontato pensare che ormai la pronuncia arriverà non prima di inizio febbraio. 

La bozza dell’atto delegato, diffusa il 31 dicembre dalla Commissione, non ha passato il vaglio della Piattaforma sulla finanza sostenibile, composta da 70 esperti del mondo accademico e industriale, che ha bocciato il documento. Per loro, né gas naturale né nucleare possono essere inclusi tra le fonti di energia sostenibili. Spetta ora alla Commissione la decisione se riscrivere l’atto lasciando fuori gas e nucleare, o lasciar perdere il parere degli esperti. 

D’altra parte, i 27 Paesi membri hanno presentato posizioni individuali, ognuno con qualche critica al documento della Commissione. Unica a non protestare è stata la Francia, perché aveva già preteso e ottenuto la richiesta di non mettere in discussione l’energia nucleare, alla base del suo sistema energetico. Il governo di Macron, però, ha assunto una posizione neutrale sul gas, dato che ostacolerebbe il suo obiettivo primario incentrato sul nucleare. 

L’Italia, invece, si è espressa negativamente sui limiti di emissioni delle centrali a gas, che sarebbero troppo bassi: il governo di Draghi ha chiesto che la soglia di emissione di CO2/kWh salga a 340 grammi (attualmente è di 100 grammi). Per quanto riguarda il nucleare, il nostro Paese ha scelto di non pronunciarsi, al contrario della Germania che ha espresso fin dall’inizio il suo totale disaccordo per l’inclusione del nucleare nella Tassonomia, proprio perché entro fine anno dovrebbe dismettere le ultime centrali rimaste sul suo territorio. 

Sul gas la pensano come Italia e Germania anche i Paesi dell’Est, la Grecia e Cipro. Fortemente contrari, invece, si sono dichiarati Austria, Lussemburgo, Olanda, Portogallo e Svezia. 

Il dibattito coinvolge non solo esperti e Stati membri, ma anche i partiti rappresentati nelle istituzioni europee. I verdi e la sinistra radicale si sono mostrati particolarmente critici e sfavorevoli verso la bozza, e sono pronti a continuare la lotta all’adozione del documento. Tanto più perché, secondo loro, non si tratta di vietare il ricorso a gas e nucleare, ma di non inserirli tra le energie green, e quindi di indirizzare gli investimenti, green bond europei inclusi, piuttosto verso le rinnovabili. 

In conclusione, com’era prevedibile, non sarà facile raggiungere un’intesa sull’inclusione o meno di gas e naturale nell’atto delegato della Tassonomia UE. La Commissione prende ancora tempo, nel tentativo di sbrogliare questo nodo e di accontentare le posizioni di tutti gli Stati membri sul percorso che dovranno prendere per raggiungere la neutralità climatica nel 2050, obiettivo condiviso da tutte le parti.