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Normativa UE

Parlamento UE: ok definitivo a direttiva contro greenwashing e informazioni ingannevoli

Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo alla direttiva che punta a migliorare l’etichettatura dei prodotti e a vietare l’uso di dichiarazioni ambientali fuorvianti, veicolo di informazioni ingannevoli.

La direttiva, approvata con 593 voti favorevoli, integra la direttiva sulle asserzioni ambientali (Green Claims Directive), attualmente in fase di discussione a livello di commissione parlamentare. Tale normativa stabilirà le condizioni specifiche per l’utilizzo delle dichiarazioni ecologiche.

La nuova legge mira a proteggere i consumatori da pratiche di commercializzazione ingannevoli e ad aiutarli a compiere scelte di acquisto più informate. A tal fine, saranno aggiunte all’elenco UE delle pratiche commerciali vietate una serie di strategie di marketing problematiche legate al cosiddetto greenwashing (ambientalismo di facciata) e all’obsolescenza (fine ciclo di vita) precoce dei beni.

“Questa legge cambierà il quotidiano di tutti gli europei! Ci allontaneremo dalla cultura dello scarto, renderemo più trasparente il marketing e combatteremo l’obsolescenza prematura dei beni. Le persone potranno scegliere prodotti più durevoli, riparabili e sostenibili grazie a etichette e pubblicità affidabili. Soprattutto, le aziende non potranno più ingannare le persone dicendo che le bottiglie di plastica sono buone perché l’azienda ha piantato alberi da qualche parte — o dire che qualcosa è sostenibile senza spiegare come. Questa è una grande vittoria per tutti noi!”, ha dichiarato la relatrice Biljana Borzan.

La direttiva

Nel marzo 2023 la Commissione europea aveva presentato la proposta di “Direttiva sulle indicazioni ecologiche” con l’intenzione di rispondere all’esigenza di informazioni affidabili e verificabili per i consumatori. In uno studio pubblicato dalla Commissione stessa poco tempo prima, infatti, si evidenziava come più della metà delle dichiarazioni verdi delle aziende nell’UE fossero vaghe o fuorvianti e il 40% completamente prive di fondamento.

Due mesi più tardi la proposta della Commissione, a maggio 2023, sia gli eurodeputati che il Consiglio avevano approvato ognuno la propria posizione negoziale sulla proposta di legge volta a migliorare l’etichettatura e la durata dei prodotti e per porre fine alle dichiarazioni ingannevoli. Da allora fino ad oggi si sono tenuti negoziati tra il Parlamento e gli Stati membri sul contenuto e la formulazione finale della direttiva, che stanno ora venendo finalmente alla luce.

Pubblicità più chiara e attendibile

Gli emendamenti del Parlamento UE alla proposta della Commissione mirano a rendere l’etichettatura dei prodotti più chiara e affidabile, vietando l’uso di indicazioni ambientali generiche come “rispettoso dell’ambiente”, “rispettoso degli animali”, “verde”, “naturale”, “biodegradabile”, “a impatto climatico zero” o “eco” se non supportate da prove concrete.

Secondo quanto previsto dalla nuova direttiva, sarà ora regolamentato anche l’uso dei marchi di sostenibilità, data la confusione causata dalla loro proliferazione e dal mancato utilizzo di dati comparativi. In futuro nell’UE saranno autorizzati solo marchi di sostenibilità basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche.

Inoltre, la direttiva vieterà le dichiarazioni che suggeriscono un impatto sull’ambiente neutro, ridotto o positivo in virtù della partecipazione a sistemi di compensazione delle emissioni (offset in inglese).

La durabilità al primo posto

Un altro importante obiettivo della nuova legge è far sì che produttori e consumatori siano più attenti alla durata dei prodotti. La direttiva impone, infatti, che le informazioni sulla garanzia siano più visibili e che venga creato un nuovo marchio armonizzato per dare maggiore risalto ai prodotti con un periodo di garanzia più esteso.

Le nuove norme vietano anche le indicazioni infondate sulla durata (ad esempio, dichiarare che una lavatrice durerà per 5.000 cicli di lavaggio, se ciò non è esatto in condizioni normali), gli inviti a sostituire i beni di consumo prima del necessario (spesso accade, ad esempio, con l’inchiostro delle stampanti) e le false dichiarazioni sulla riparabilità di un prodotto.

Prossime tappe

La direttiva deve ora ricevere l’approvazione definitiva del Consiglio per essere poi pubblicata nella Gazzetta ufficiale. Gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale.