Corporate Sustainability Due Diligence Directive

La legge UE sulla due diligence potrebbe fallire con l’astensione del voto tedesco

La direttiva europea sulla due diligence per la sostenibilità aziendale (CSDD, Corporate Sustainability Due Diligence Directive) ha raggiunto una fase critica. Proposta dalla Commissione europea due anni fa, dopo un lungo ritardo, a dicembre è stato raggiunto un accordo provvisorio tra il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo. Ma il ministero delle Finanze tedesco ha fatto sapere che la Germania intende astenersi dal voto durante il prossimo Consiglio dell’Unione Europea di venerdì 9 febbraio, incontro che avrebbe dovuto formalizzare l’approvazione dell’accordo provvisorio.

La nuova direttiva che punta a rendere le aziende più responsabili in termini di impatto ambientale e di diritti umani lungo l’intera catena di approvvigionamento rischia di non essere approvata in tempi brevi perché la Germania, essendo un paese molto popoloso, è fondamentale per l’approvazione delle norme dell’UE.

Il ministro delle Finanza tedesco Christian Lindner e quello della giustizia Marco Buschmann hanno definito la direttiva un’imposizione “burocratica” sulle imprese. Secondo Berlino, infatti, sarebbero numerosi i rischi di responsabilità per le aziende legati alla definizione troppo ampia della catena di approvvigionamento prevista dal documento attuale della direttiva. E a dirlo è proprio un paese che nel 2021 aveva già adottato una legge nazionale sulla due diligence (seguendo la Francia che lo aveva fatto nel 2017).

Non tutta la Germania, però, è contraria alla direttiva, anzi socialdemocratici e verdi hanno espresso più volte il proprio favore alla CSDD, anche nei mesi di definizione prima della pubblicazione della bozza finale. E proprio i verdi e i socialdemocratici tedeschi, in previsione del voto di venerdì 9 febbraio, hanno fatto sapere di essere ancora in trattativa con i liberali per trovare insieme una quadra prima della riunione del Consiglio UE. Dal canto suo l’UE, per scongiurare il rischio di far naufragare l’approvazione della direttiva, potrebbe decidere di rinviare la riunione del Consiglio dei ministri europeo.