Parità di genere

Giornata della donna 2021, la pandemia sfida la parità di genere. Il portale di monitoraggio e altre iniziative UE

In occasione della Giornata internazionale della donna, la Commissione Europea ha pubblicato la relazione 2021 sulla parità di genere nell’UE che  evidenzia l’impatto negativo che la pandemia di COVID-19 ha avuto sulle donne, esacerbando le disparità esistenti tra donne e uomini in quasi tutti gli ambiti della vita. Il tema ha un rilievo importante nell’agenda politica dell’UE e per questo la Commissione ha inaugurato oggi il portale per il monitoraggio della strategia per la parità di genere in modo da fare il punto dei progressi compiuti in ciascuno dei 27 Stati membri sulla strategia per la parità di genere lanciata a livello europeo lo scorso anno, con prospettiva quinquennale, che prevede l’impegno a garantire che la Commissione includa una prospettiva di parità in tutti i settori di intervento dell’UE.

Fino al 10 maggio, tra l’altro, è aperta una consultazione pubblica della UE sulle iniziative per combattere la violenza basata sul genere. Inoltre il nuovo dispositivo per la ripresa e la resilienza nell’ambito di Next Generation EU impone agli Stati membri di spiegare in che modo i piani nazionali per la ripresa contribuiranno a promuovere la parità di genere, per garantire una ripresa europea che tenga conto di questa dimensione.

Vera Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, ha affermato: “Le donne sono in prima linea nella pandemia e ne sono maggiormente colpite. Non possiamo permettere un arretramento, dobbiamo continuare a promuovere l’equità e l’uguaglianza. Per questo motivo l’UE ha posto le donne al centro della ripresa e ha obbligato gli Stati membri a includere la dimensione della parità di genere negli investimenti finanziati dal dispositivo per la ripresa e la resilienza.”

Helena Dalli, Commissaria per l’Uguaglianza, ha dichiarato: “Nonostante l’impatto sproporzionato della crisi COVID-19 sulla vita delle donne, dobbiamo trasformare questa situazione in un’opportunità. Siamo determinati a intensificare il nostro impegno, a continuare a progredire e a non consentire alcun arretramento rispetto a tutti i progressi compiuti in materia di parità di genere”.

Ecco alcune delle evidenze principali degli effetti della pandemia in questo ambito secondo la relazione UE:

  • Gli Stati membri hanno registrato un aumento della violenza domestica: ad esempio il numero di segnalazioni di violenza domestica in Francia è aumentato del 32 % durante la prima settimana di chiusure, mentre in Lituania è aumentato del 20 % nelle prime tre settimane. L’Irlanda ha visto quintuplicare i provvedimenti per violenza domestica e le autorità spagnole hanno riferito un aumento del 18 % delle richieste di intervento durante le prime due settimane di confinamento.
  • Le donne sono state in prima linea nella lotta contro la pandemia: il 76 % del personale dei servizi sanitari e sociali e l’86 % del personale che presta assistenza alle persone è costituito da donne. Con la pandemia le lavoratrici di questi settori hanno subito un aumento senza precedenti del carico di lavoro, dei rischi per la salute e dei problemi relativi alla conciliazione della vita professionale con quella privata.
  • Le donne nel mercato del lavoro sono state duramente colpite dalla pandemia: le donne sono sovrarappresentate nei settori che sono maggiormente colpiti dalla crisi (commercio al dettaglio, comparto ricettivo, lavoro di cura e lavoro domestico) in quanto comportano mansioni che non è possibile svolgere a distanza. Le donne hanno inoltre incontrato maggiori difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro durante la parziale ripresa dell’estate 2020: i tassi di occupazione sono infatti aumentati dell’1,4 % per gli uomini, ma solo dello 0,8 % per le donne tra il secondo e il terzo trimestre del 2020.
  • Le chiusure hanno forti ripercussioni sul lavoro di cura non retribuito e sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata: le donne hanno dedicato, in media, 62 ore a settimana alla cura dei figli (rispetto alle 36 ore degli uomini) e 23 ore a settimana ai lavori domestici (gli uomini 15 ore).
  • Clamorosa l’assenza delle donne nelle sedi decisionali in materia di COVID-19: uno studio del 2020 ha rilevato che gli uomini sono molto più numerosi delle donne negli organismi creati per rispondere alla pandemia. Delle 115 task force nazionali dedicate alla COVID-19 in 87 paesi, tra cui 17 Stati membri dell’UE, l’85,2 % era costituito principalmente da uomini, l’11,4 % principalmente da donne e solo il 3,5 % era caratterizzato da una parità di genere. A livello politico, è donna solo il 30 % dei ministri della Sanità dell’UE. A capo della task force della Commissione per la crisi COVID-19 siede la Presidente von der Leyen e, degli altri cinque Commissari che la compongono, tre sono donne.