L’Autorità di vigilanza europea sui mercati finanziati (ESMA) non ha riscontrato abusi nel mercato di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra dell’Unione. È quanto emerge dall’analisi preliminare portata avanti dall’ESMA in risposta alla sollecitazione della Commissione europea, in seguito alle accuse di speculazione da parte di hedge fund.
“Il numero crescente di partecipanti al mercato sembra in linea con l’espansione osservata del mercato EU ETS”, si afferma nel report dell’ESMA, “Il numero dei partecipanti al mercato è infatti aumentato in tutte le categorie di partecipanti, in entrambe le sedi, e in proporzioni relativamente omogenee. L’aumento del numero di partecipanti al mercato di per sé non può essere considerato una prova di eventuali modelli di commercio disordinato o comportamento abusivo presenti nel mercato del carbonio. L’ESMA analizzerà comunque ulteriormente queste tendenze nella sua prossima relazione”.
L’indagine dell’Autorità mette in evidenza che le posizioni aperte sono occupate principalmente e piuttosto omogeneamente da società di investimento e istituti bancari da un lato e da enti non finanziari dall’altro. La percentuale residua di posizioni aperte, invece, è posseduta da fondi di investimento e altri attori finanziari, e resta sostanzialmente bassa.
“La ripartizione delle posizioni aperte tra le diverse categorie di controparti non sembra essere cambiata in modo significativo dal 2018”, si legge nel report. L’analisi chiarisce anche che tutto risulta essere in linea con l’andamento del mercato dell’Emissions Trading System, “dove soggetti non finanziari acquistano futures sulle European Union Allowance (EUA) per coprire la propria esposizione al prezzo del carbonio, mentre le controparti fungono da intermediari per facilitare le negoziazioni e fornire liquidità al mercato”.
Nei prossimi mesi l’ESMA approfondirà l’analisi del mercato del carbonio europeo, e consegnerà la relazione finale alla Commissione all’inizio del 2022.