La sede del Nasdaq a New York

Proposta sulla disclosure sul clima

ESG, opponendosi alla SEC sulla disclosure Nasdaq rischia di autodanneggiarsi

Nasdaq si oppone all’ESG, rischiando di sfavorire i propri stessi interessi. La multinazionale USA che gestisce l’omonimo indice azionario, più altri indici e servizi finanziari, si sta infatti opponendo a una proposta della Securities and Exchange Commission (SEC), che richiede alle società quotate in borsa di rivelare informazioni dettagliate sull’inquinamento da gas serra: un obbligo che secondo Nasdaq imporrebbe oneri eccessivi agli emittenti. Nasdaq ha, in particolare, paura che le regole possano rallentare le quotazioni, sulle quali lo scorso anno l’operatore ha battuto la rivale NYSE.

Peccato però che l’ESG rappresenti oggi un importante driver di crescita per la multinazionale, che infatti sul fronte del business sta facendo di tutto per allinearsi al trend della sostenibilità. Durante l’ultima conferenza stampa del Nasdaq, infatti, la stessa Ceo Adena Friedman ha sottolineato il successo degli sforzi della borsa per trarre profitto dalla richiesta di aziende più ecologiche, più giuste nei confronti dei lavoratori e più socialmente responsabili. “È sicuramente la parte del business a più alta crescita”, ha detto Friedman, riferendosi ai ricavi che il Nasdaq ottiene con la sua unità ESG, che fornisce consulenza alle aziende sulle loro politiche ambientali, sociali e di corporate governance e le aiuta a soddisfare i requisiti di disclosure.

Friedman ha affermato che la parte di consulenza dell’attività genera ancora la maggior parte della domanda, e che sarà “il motore di crescita a lungo termine” della società. Ma chiedendo alla SEC di annacquare le misure della proposta, abbandonando l’obbligo di reporting a favore di un sistema facoltativo “comply or explain”, sfavorirebbe i propri business. Se infatti passasse la proposta dell’Authority, le società sarebbero obbligate a rivelare le loro emissioni dirette di gas serra e a farle verificare da una terza parte, e questo comporterebbe un boom di sottoscrizioni alle piattaforme Metrio e OneReport del Nasdaq, che hanno lo scopo di aiutare le società a misurare e divulgare i dati ESG.

Secondo quanto riporta il Financial Times, Michael Miller, analista di Morningstar, ha affermato che il passaggio da un sistema di rendicontazione volontaria a un sistema “che obbliga le persone a farlo” spingerebbe le società verso il tipo di strumenti venduti dal Nasdaq e dai suoi rivali, tra cui i gruppi contabili Big Four e diverse start-up. “La posizione del Nasdaq sulla norma sul clima può essere vista come contraria agli interessi della sua attività ESG, che sarebbe un probabile beneficiario dell’ampliamento dei requisiti di reporting”, ha affermato. Di avviso contrario Simon Clinch, analista di Atlantic Equities a Londra, secondo il quale la proposta della SEC è “un grosso problema” per l’attività ESG del Nasdaq, e anche se l’assenza di un obbligo specifico rallenterebbe le attività ESG, si tratta comunque di un trend secolare che potrà sostenere i ricavi dell’operatore di Borsa statunitense.