Sustainable Finance Disclosure Regulation

Ancora incertezze sui fondi art. 8 e 9, ma ci sono progressi. Il punto dell’EFAMA

L’attuazione dell’SFDR, pur presentando ancora diversi aspetti da chiarire, è in fase di progresso. Si tratta di passi in avanti importanti e che vanno compiuti in un tempo ragionevole dato che i prodotti SFDR sono sempre più diffusi. Ad affermarlo è l’EFAMA (European Fund and Asset Management Association) nell’approfondimento The SFDR fund market – State of play, latest market developments and outstanding regulatory issues. Nel documento, l’associazione rileva infatti che i fondi classificati come articolo 8 secondo SFDR sono saliti al 45% del mercato totale egli OICVM e dei FIA a fine 2022, pari a 6,4 trilioni di euro, mentre il patrimonio dei fondi articolo 9 ammontava al 2,4% del mercato europeo dei fondi alla fine del 2022 (341 miliardi di euro). Nell’analisi l’EFAMA ripercorre le ultime tendenze nei mercati europei dei fondi di finanza sostenibile, esaminando in particolare i cambiamenti nella seconda metà del 2022. L’EFAMA, infine, fornisce una panoramica delle questioni normative in sospeso e delle raccomandazioni relative all’SFDR, sottolineando quanto ci sia ancora da fare in termini di standardizzazione dei dati tra Paesi e tra società e, al tempo stesso, la presenza di progressi nell’elaborazione dell’SFDR.

Sviluppi del mercato SFDR

Dall’analisi dell’EFAMA emerge che le attività nette dei fondi SFDR ex articolo 8 sono salite al 45% del mercato totale degli OICVM e dei FIA alla fine del 2022 (6,4 trilioni di euro). Tali attività nette sono cresciute del 17% nella seconda metà del 2022, soprattutto grazie alle riclassificazioni.

Fonte: EFAMA e Morningstar. Percentuale dei fondi articolo 8 sul totale dei fondi europei OICVM e FIA.

Al contrario, il patrimonio netto dei fondi ex articolo 9 è diminuito del 19% a fine 2022 (pari a 341 miliardi di euro) rispetto al secondo e terzo trimestre dello stesso anno, sempre a causa delle riclassificazioni da fondi articolo 9 ad articolo 8. Questi declassamenti si sono verificati perché l’industria dei fondi ha preferito interpretare in maniera prudente le linee guida dell’ESMA pubblicate nel giugno 2022, secondo le quali i portafogli ex articolo 9 dovrebbero essere composti esclusivamente da investimenti sostenibili.

Fonte: EFAMA e Morningstar. Percentuale dei fondi articolo 9 sul totale dei fondi europei OICVM e FIA.

Per quanto riguarda i domicili dei fondi SFDR, per gli articolo 8 a fine 2022 i principali erano Lussemburgo (34%), Irlanda (16%), Francia (14%), Paesi Bassi (10%) e Svezia (7%). Lussemburgo (51%), Francia (18%) e Irlanda (7%) sono anche i tre domicili principali dei fondi SFDR ex articolo 9 alla fine del 2022.

Fonte: EFAMA e Morningstar.
Fonte: EFAMA e Morningstar.

Questioni politiche in sospeso e raccomandazioni dell’EFAMA

La mancanza di dati affidabili e standardizzati sulle società partecipate rimane la questione più importante per quanto riguarda l’informativa sugli SFDR, avverte l’EFAMA. Sebbene la direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità delle imprese (CSRD), recentemente adottata, svolgerà un ruolo fondamentale, il quadro normativo è ancora in fase di elaborazione e sarà pienamente introdotto solo a partire dal 2029.

“Ulteriori orientamenti e chiarimenti sui concetti sarebbero apprezzati”, scrive l’EFAMA, “ma dovrebbero essere integrati nei quadri normativi esistenti e coerenti in tutta la catena del valore dell’investimento. Incoraggiamo i responsabili politici a prendere in considerazione il quadro normativo esistente e a identificare eventuali lacune e problemi di interpretazione prima di introdurre nuovi requisiti legislativi”.

Secondo l’associazione, poi, è fondamentale un’attuazione coerente ed efficace delle norme in tutta Europa. Le divergenze tra i Paesi dell’UE, infatti, non solo hanno creato preoccupazioni per i produttori e i distributori di fondi ESG transfrontalieri, ma hanno anche creato confusione per gli investitori finali, che potrebbero non essere in grado di accedere a informazioni comparabili sugli investimenti ESG.

Infine, l’EFAMA raccomanda di lasciare tempo e spazio alle industrie per la transizione. Per consentire la riallocazione del capitale verso la finanza sostenibile, il quadro normativo dovrebbe sostenere la transizione delle industrie e non concentrarsi solo su quelle che hanno già raggiunto il traguardo.

“Nonostante le sfide e le incertezze che l’industria dei fondi deve affrontare, ci sono promettenti segnali di progresso nel processo di attuazione del quadro SFDR. Sono in corso le revisioni degli SFDR RTS, volte a correggere le carenze, mentre i piani futuri prevedono una revisione più radicale degli SFDR. Parallelamente, il quadro CSRD recentemente adottato dovrebbe migliorare nel tempo l’accessibilità e la credibilità dei dati ESG”, ha commentato Anyve Arakelijan, consulente per le politiche di regolamentazione dell’EFAMA.