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Investimenti ESG

ESG Ita Growth Index: cos’è e quali PMI possono rientravi

Lanciato ad aprile, l’indice ESG ITA Growth include le 30 pmi quotate sull’Euronext Growth Milan (EGM) che presentano le migliori caratteristiche di sostenibilità e offre ai risparmiatori una guida per scegliere investimenti con impatto sociale e ambientale positivo, stabilendo un benchmark tematico. Ma come funziona? E in che modo è possibile rientrarvi? Per dare risposta a queste domande e per rendere noti gli indicatori di performance ESG chiave nell’assegnazione dello score del nuovo indice, Ambromobiliare, CRIF e Università Bocconi hanno organizzato un evento nella sede dell’ università milanese. Informazioni che potrebbero interessare le altre imprese dell’EGM che ora non sono state incluse, visto che ogni semestre la classifica verrà aggiornata in base ai nuovi calcoli, dando quindi l’opportunità a nuove società di guadagnarsi un posto in top 30. Uno spazio nel ranking sarà libero anche prima della fine del semestre, in luce dell’offerta pubblica di acquisto di una delle società dell’indice.

Le fonti dell’indice

Oggi non c’è uno standard ESG o un rating uniforme applicabile a tutte le società europee, ma la normativa di riferimento, la SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation), definisce i possibili impatti negativi (PAI, Principle Adverse Impacts) delle scelte di investimento. Considerando questi fattori, Valeria Nale, principal di CRIF, ha spiegato che la costruzione del ranking è partita da uno scouting dei rating ESG disponibili sul mercato per stabilirne le differenze, i punti di forza e le mancanze. 

La costruzione dei punteggi si è basata sugli ESG Data Lake, cioè le raccolte dati delle aziende svolte in maniera automatica da CRIF (senza quindi chiedere nulla direttamente alle imprese), per formare un database di grandi dimensioni costantemente aggiornato in base a ciò che le società comunicano, in Italia e all’estero. A complementare questi dati ci sono i questionari raccolti sulla piattaforma Synesgy, a cui le PMI possono partecipare attivamente, anche se il focus resta sui dati disponibili a livello pubblico. In questo modo vengono raccolti dati principalmente ambientali e sociali, mentre è Ambromobiliare a occuparsi dell’aspetto di governance, grazie al suo significativo know how. L’obiettivo è che il ranking sia allineato con la normativa (con i PAI) e con le best practices desumibili dagli altri indici e ranking settoriali ESG.

La costruzione del ranking

Ogni società viene valutata dunque in base a criteri dei singoli ambiti ambietale (Environmental), sociali (Social) e governance. Gli score vengono poi aggregati in un ranking finale ESG che posiziona la società in una di cinque classi, da A (la migliore) a E (la più bassa). I valori dei singoli KPIs sono normalizzati da 0 a 1, dove un risultato più basso significa una performance migliore, e associati a un peso PAI che indica quanto è importante ogni singolo KPI per la valutazione totale. Infatti, i fattori E, S e G non hanno lo stesso peso sul ranking finale, ma i risultati ambientali in totale valgono 50% del peso del punteggio, quelli social 20% e quelli di governance 30%.

Nel valutare le aziende sono tenuti in considerazione il settore di appartenenza e la geolocalizzazione. Per esempio, se in un settore è normale non avere una specifica certificazione di sostenibilità, la mancanza di tale certificazione non penalizza un’impresa rispetto a un’altra che opera in un settore dove è bene avere tale certificazione. È importante considerare il settore perché altrimenti dall’analisi le top 30 best in class sarebbero tutte società di servizio, dato che le loro operazioni producono decisamente meno emissioni che una società di packaging, ha spiegato Corinna zur Nedden, amministratore delegato di Ambromobiliare. L’AD ha inoltre aggiunto che il fattore G è più facilmente misurabile e confrontabile, e meno influenzato dal settore rispetto al fattore ambientale.

Variabili e KPIs valutati dall’indice

Le variabili considerate dall’indice riguardano le emissioni di gas serra, l’efficienza energetica, la gestione dell’acqua e dei rifiuti e la biodiversità per lo score ambientale, anti-corruzione e anti-riciclaggio, questioni sociali più ampie e specifiche dei dipendenti per lo score sociale, e aspetti chiave del consiglio di amministrazione per lo score di governance, ma anche rating sugli aspetti di legalità. Alcuni dei KPIs scelti includono l’intensità delle emissioni scope 1 (con il peso PAI più alto, al 19%), la presenza di certificazioni ISO, la produzione di rifiuti pericolosi, la gender parity nel CDA, gli infortuni sul lavoro, la presenza di consiglieri indipendenti e il livello di educazione del CDA.

KPIs esg ita growth

Come migliorare il posizionamento

Al 30 giugno 2022, solo 40 delle 179 quotate EGM comunicavano al mercato i propri traguardi ESG. Questo determina i dati reperibili dalle società di ranking e quindi i posizionamenti stessi nei ranking. Tuttavia, l’aggiornamento dell’ESG ITA Growth Index è semestrale, e prevede ribilanciamenti straordinari in caso, per esempio, di OPA di società incluse nell’indice. Ci sono quindi possibilità per le aziende EGM escluse di entrare nella top 30. Prima di tutto c’è bisogno di migliorare misurazione e reporting ESG, quindi migliorare la comunicazione, rendendo i dati accessibili e avvalendosi di certificazioni come quelle ISO. I KPIs con i pesi maggiori sono quelli che guardano alle emissioni e al gender gap, quindi le imprese devono focalizzarsi su questi aspetti. 

Per quanto concerne la governance, molte aziende non hanno ancora neanche una donna nel CdA, e devono quindi migliorare il bilanciamento di genere nell’amministrazione. Altri punti si ottengono quando i ruoli di presidente e amministratore delegato sono separati e una buona percentuale di consiglieri possiede un titolo di laurea. “È importante che le società comunichino le iniziative intraprese in ambito ESG per entrare negli screening, accrescere la propria visibilità, e aumentare la consapevolezza all’interno dell’azienda stessa. Ci sono numerosi strumenti a disposizione per farlo, tra cui il bilancio di sostenibilità, assessment, comunicazione sul sito e comunicati stampa, report di agenzie di rating” hanno spiegato i rappresentati di Ambromobiliare.

Ciononostante, una società potrebbe non essere inclusa nell’indice a causa della sua capitalizzazione. Michele Calcaterra, senior lecturer di Enterpreneurial finance presso SDA Bocconi, ha infatti spiegato che le aziende a troppo bassa o troppo alta capitalizzazione (sotto i 10 milioni e sopra i 500 milioni) sono state escluse in quanto il ranking vuole proporre 30 società con titoli facilmente vendibili e acquistabili sul mercato. Tuttavia, anche le aziende escluse per capitalizzazioni possono beneficiare dall’indice investendo, cercando di replicarlo tramite ETF o usando i KPIs come standard per verificare le proprie iniziative ESG. 

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Primo ranking ESG ITA Growth con punteggi finali