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Best in class ma non lo comunicano: l’analisi sulle 30 PMI dell’ESG ITA Growth Index

Best in class ma non lo comunicano. Le 30 PMI che compongono il nuovo ESG ITA Growth Index, il primo indice specifico per la valutazione ESG delle piccole e medie imprese quotate nel comparto Euronext Growth Milan (EGM, ex AIM), sono state selezionate in quanto presentano le migliori caratteristiche di sostenibilità, eppure più della metà non divulga in maniera adeguata le informazioni relative al proprio impegno verso le tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG).

Infatti, da un’analisi dell’indice presentato ad aprile 2023 da REPAiR Lab di SDA Bocconi School of Management e CRIF, in collaborazione con Ambromobiliare, effettuata da ESGnews a maggio, emerge che il 40% delle Best in class del listino non rende noti al pubblico i dati riguardanti le attività in ambito ESG mentre circa il 23% fornisce alcune informazioni, spesso più qualitative che quantitative, reperibili o sul sito internet o nelle presentazioni aziendali.

Virtuoso invece il 30% delle PMI incluse che ha pubblicato almeno un bilancio di sostenibilità negli ultimi due anni e fornisce una spiegazione dei propri obiettivi e risultati ESG sul sito web, e una ulteriore piccola minoranza (6,7%) non dedica una sezione del sito alla comunicazione ESG, ma rende disponibile un bilancio di sostenibilità.

Fonte: Analisi ESGnews

I dati sono in leggero miglioramento ma sostanzialmente in linea a quelli evidenziati nel Rapporto sulla rendicontazione ESG da parte delle PMI italiane quotate al mercato AIM di Borsa Italiana redatto dalla società di gestione AcomeA SGR e da Sustainable Value Investors (SVI) nel 2022, che osservava come il 53% delle 149 società presenti sul listino PMI non forniva alcuna informazione quantitativa sulla sostenibilità. La percentuale è in calo dal 65% del 2020, ma denota ancora una mancanza, forse culturale, nel comprendere l’importanza di comunicare il valore ESG creato.

Eppure, se l’introduzione di attività in linea con un’idea di business sostenibile e conforme a determinati requisiti ambientali, sociali e di governance diventa sempre più una prassi anche per le PMI, comunicarlo ai diversi stakeholder e agli investitori, che sono sempre più attenti a queste politiche, è la condizione necessaria per essere attrattivi sui mercati e fare in modo quindi che l’integrazione di criteri ESG possa rivelarsi una decisione remunerativa anche dal punto di vista finanziario.

In questo contesto, l’indice risulta proprio un’iniziativa utile per attirare l’attenzione sugli sforzi ESG delle piccole e medie aziende italiane e dare visibilità a quelle con i migliori profili di sostenibilità, offrendo al contempo un’occasione di riflessione sul proprio impegno e, anche, sulla capacità di condividerlo con il pubblico e trarne valore. Uno degli obiettivi dell’indice, come ha sottolineato Corinna zur Nedden, amministratore delegato di Ambromobiliare, è infatti quello di accendere l’interesse degli investitori istituzionali verso le imprese dell’Euronext Growth Milan, che spesso presentano piani e processi aziendali virtuosi, ma non sono in grado di attrarre i grandi asset manager. Considerando che questi ultimi sono sempre più attenti alle caratteristiche ESG delle società in cui investono, l’indice di PMI Best in Class può diventare uno strumento utile per le loro valutazioni.

Fare parte delle 30 PMI dell’ESG ITA Growth Index significa infatti aver passato il vaglio dell’analisi di CRIF, principale azienda italiana di valutazione di solvibilità delle imprese, tramite un sistema di machine learning e AI basato su informazioni pubbliche presenti sul web, che la società di valutazione poi elabora e depura grazie al suo specifico know how di analisi di merito creditizio. Il processo permette quindi di ottenere indicatori specifici su KPI relativi, per esempio, ai rischi a cui un’azienda è esposta nel contesto della transizione green. “A questi elementi oggettivi combiniamo un processo di analisi più specifico basato su questionari che effettuiamo con le aziende attraverso la nostra piattaforma Synesgy. Conoscere il proprio allineamento ai parametri di sostenibilità è utile alle aziende anche per capire le aree di miglioramento, e un buon profilo ESG è spesso connesso a performance più solide e un minor rischio di credito”, ha spiegato Marco Macellari, head of risk management di CRIF. Ad Ambromobiliare, in particolare, il compito di valutare la corportate governance di tutte le 184 aziende quotate nell’EGM a dicembre 2022.

La fotografia di ESGnews delle 30 PMI ESG Best in Class

Per avere una fotografia immediata di come le 30 PMI Best in class appaiono sul fronte ESG e sul loro livello di trasparenza, ESGNews ha tracciato delle schede contenenti i profili di sostenibilità desumibili dalle informazioni pubbliche e accessibili delle aziende. Questi profili ESG si compongono di una breve descrizione della società, di un’overview del conto economico con confronto YoY 2022-2021, della missione e dei valori della PMI, di un accenno a quali obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’ONU persegue, di una sintesi degli aspetti di governance, ambientali e sociali rilevanti, delle certificazioni internazionali o membership significative detenute dalla società, e infine, dall’andamento in borsa dell’ente. La presenza di queste sezioni dipende dalla presenza e dall’accessibilità pubblica di dati messi a disposizione da ogni azienda.

Le 30 piccole e medie imprese presenti nell’indice sono, in ordine di ranking, Nusco, Franchi Umberto Marmi, Grifal, Cover 50, Ilpra, Gel, Ecosuntek, Gibus, Sciuker Frames, Masi Agricola, Ato Green Storage, Labomar, Arterra Bioscience, Giglio.com, Trawell Co, Officina Stellare, Convergenze, Pozzi Milano, Askoll Eva, Esi, Racing Force, Take Off, Farmaè (ora Talea), Confinvest, Fervi, Intred, Matica Fintec, Fope, Alfio Bardolla Training Group e Unidata. Si pone ora la questione di un nuovo candidato all’indice dopo l’offerta pubblica di acquisto di Labomar comunicata lo scorso 22 maggio.