Rating ESG

Morningstar ritirerà il rating sugli impegni ESG dei grandi asset manager

Morningstar è pronta a ritirare, dal 17 aprile, l‘ESG Commitment Level rating per i grandi gestori patrimoniali in risposta alla nuova regolamentazione europea sui rating ESG e alla crescente proliferazione di codici di condotta nazionali. L’azienda statunitense ha lanciato i rating sugli impegni per singoli fondi e gestori patrimoniali nel novembre 2020 e li ha utilizzati come base dati per una serie di report sulle performance ESG dei gestori patrimoniali.

I rating si basavano su valutazioni qualitative del team di ricerca dei manager di Morningstar e esaminavano la “determinazione dei gestori patrimoniali nell’incorporare i fattori ESG nei loro processi di investimento e nel fornire risultati di sostenibilità, rispetto ai concorrenti”. Dal lancio ad oggi, i rating sugli impegni ESG degli asset manager sono stati ampliati per coprire 97 grandi gestori. Nelle valutazioni più recenti, solo otto aziende sono state classificate come “leader”, tra cui Robeco, mentre molte società europee, come Schroders e Amundi, hanno ricevuto il rating “avanzato”.

Tuttavia, secondo quanto dichiarato dalla stessa società, da metà aprile la forma attuale dei rating di Morningstar non esisterà più. Certo, la società, in qualità di fornitore globale, continuerà a garantire agli investitori informazioni ESG per orientare le loro scelte di investimento e proseguirà, quindi, con la valutazione degli impegni dei gestori sul fronte ESG. Saranno rivisti, però, approccio e metodologia di Morningstar per stare al passo con le evoluzioni normative sui rating ESG.

La normativa UE sui rating ESG

A metà giugno 2023, la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento sulle attività di rating ESG. Nel dettaglio, le norme proposte riguardano: l’autorizzazione e la vigilanza da parte dell’ESMA (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) dei fornitori terzi di rating e punteggi ESG; la separazione delle attività per prevenire e gestire i conflitti di interesse; requisiti organizzativi proporzionati e basati sui principi; requisiti minimi di trasparenza al pubblico sulle metodologie e sugli obiettivi dei rating e informazioni più dettagliate agli abbonati e alle società valutate; trasparenza delle commissioni e requisiti di equità, ragionevolezza e non discriminazione delle stesse; possibilità per i fornitori di paesi terzi di operare sul mercato dell’UE in caso di equivalenza, avallo o riconoscimento.

Con l’accordo provvisorio raggiunto a inizio febbraio, Parlamento e Consiglio hanno chiarito le circostanze in cui i rating ESG rientrano nell’ambito di applicazione del regolamento, fornendo ulteriori dettagli sulle esclusioni applicabili. L’accordo chiarisce inoltre l’ambito di applicazione territoriale del regolamento, stabilendo cosa si intende per operare nell’UE. In particolare, il Consiglio e il Parlamento hanno concordato che se gli operatori dei mercati finanziari o i consulenti finanziari divulgano i rating ESG nell’ambito delle loro comunicazioni di marketing, dovranno includere nel loro sito web informazioni sulle metodologie utilizzate per tali rating ESG. L’accordo chiarisce anche che i rating ESG comprendono fattori ambientali, sociali e di diritti umani o di governance, e prevede allo stesso tempo la possibilità di fornire rating E, S e G separati. Tuttavia, se viene fornito un unico rating, la ponderazione dei fattori E, S e G deve essere esplicita.

I fornitori di rating ESG stabiliti nell’UE dovranno ottenere un’autorizzazione dall’ESMA, mentre quelli stabiliti al di fuori dell’UE che desiderano operare nell’Unione dovranno ottenere un’approvazione dei loro rating ESG da parte di un fornitore di rating ESG autorizzato dall’UE, un riconoscimento basato su un criterio quantitativo o essere inclusi nel registro UE dei fornitori di rating ESG sulla base di una decisione di equivalenza in relazione al paese di origine e a seguito di un dialogo tra l’ESMA e l’autorità competente del paese terzo interessato.

Obiettivo delle nuove norme è rafforzare l’affidabilità e la comparabilità dei rating ESG, migliorando la trasparenza e l’integrità delle operazioni dei fornitori di rating ESG e prevenendo potenziali conflitti di interesse.