Investimenti a impatto

L’impact investing, una strategia vincente nell’era della volatilità

Sicurezza energetica, cambiamento climatico e disuguaglianze socialiLa guerra in Ucraina e la pandemia hanno esacerbato le tensioni globali, rendendo sempre più urgenti investimenti strutturali in grado di fornire soluzioni per mitigarne gli effetti. Impegni che, tuttavia, i governi faticano ad affrontare da soli poiché gli investimenti necessari richiedono ingenti fondi per i quali la finanza pubblica non può contribuire in modo esclusivo. 

Una lacuna che apre un’opportunità per i gestori patrimoniali che abbiano l’obiettivo di realizzare investimenti in grado di produrre cambiamenti significativi. Allo stesso tempo, i clienti, sempre più attenti all’impatto ambientale e sociale dei propri investimenti, stanno facendo sentire in modo più consistente la propria voce, creando un circolo virtuoso che favorisce lo sviluppo degli investimenti ad impatto

A dare un’ulteriore spinta contribuiscono i recenti regolamenti sulla divulgazione della finanza sostenibile introdotti dall’Unione Europea che preannunciano un cambiamento significativo del modo di investire dei gestori patrimoniali. Ultimo elemento di questo quadro che tende a favorire al crescita dell’impact investing è la particolare resilienza di questo tipo di investimenti, spesso ancorati ad asset reali e più decorrelati dall’andamento dei mercati e più resistenti alle pressioni inflazionistiche che presentano quindi particolari vantaggi in un momento di volatilità come l’attuale.

Nonostante stia maturando il livello di consapevolezza degli investitori e dei wealth e asset manager verso l’impact investing, questo tipo di investimenti presenta alcune sfide che finora hanno rischiato di rallentarne lo sviluppo. Una regolamentazione frammentata, timori di greenwashing e una terminologia poco definita possono rendere l’investimento ad impatto un concetto ampio e nebuloso. E per fornire risposte e soluzioni per venire incontro ai clienti più sensibili alle opportunità offerte da un’allocazione in asset infrastrutturali puliti, Nuveen ha riunito alcuni esponenti del mondo dell’asset management, del private banking e dei family office, moderati da Yuri Bender, caporedattore di Professional Wealth Management (PWM), che hanno esposto le proprie analisi e indicazioni.

La crisi energetica e la transizione

Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da importanti shock causati prima dalla pandemia e poi dalla guerra tra Russia e Ucraina, che hanno esacerbato l’inflazione. Eventi che hanno anche comportato alcuni effetti sull’attitudine degli investitori verso gli investimenti sostenibili

“I clienti hanno certamente accusato le ripercussioni degli eventi degli ultimi anni”, spiega Phoebe Stone, Head of Sustainable Investing & Head of Intermediary Investment Services di LGT. “Eppure, gli investitori interessati agli asset sostenibili hanno la capacità di guardare alla finanza SRI sia sul piano del portafoglio sia da un punto di vista più sistemico e più ampio. La maggior parte di loro è in grado di comprendere che investire in una società che si adatta alle sfide ESG e che cerca di incorporare i criteri di sostenibilità nei propri processi produttivi è una strategia vincente per il futuro. I clienti hanno ormai ben recepito l’interconnessione e l’importanza di queste sfide”. 

Certamente, il conflitto in Ucraina sta avendo delle ripercussioni negative in termini di approvvigionamento e di sicurezza energetica, “soprattutto nei Paesi europei che erano dipendenti dall’importazione del gas russo per il 90% prima del conflitto”, sottolinea Sandra Schaufler, Responsible Investing Client Portfolio Manager di Nuveen

“La paura iniziale era che il mondo avrebbe fatto un grande passo indietro verso il carbone. E in effetti, credo che qualche Paese avrà la necessità di farlo, ma solo nel breve termine. Nel medio periodo, invece, i governi accelereranno la transizione verso un sistema basato sull’energia pulita. Esistono delle strategie che possiamo utilizzare per andare in questa direzione”, aggiunge la Schaufler.  

È di questa opinione anche Sébastien Soleille, Global Head of Energy Transition and Environment di BNP Paribas, che evidenzia come la sostenibilità sia il pilastro portante del piano strategico 2022-2025 della banca francese. “L’attenzione riservata agli investimenti sostenibili è dovuta anche alla pressione di molti clienti, sempre più attenti a questi temi”, afferma Soleille. 

Con l’aumento dell’attenzione dei clienti, il ruolo di guida dei gestori patrimoniali assume ancora più importanza. “Abbiamo una grande responsabilità in qualità di asset manager nell’allocare i risparmi dei nostri clienti. Dobbiamo indirizzarli verso gli investimenti sostenibili e, per questo, è necessario che noi prima di tutti approfondiamo temi come i rischi climatici, per riportarli al meglio ai clienti”, spiega Stephen Metcalf, Head of Sustainable Investing, BI & Asia di RBC

“In qualità di asset manager, dobbiamo allocare bene le risorse degli investitori”, dichiara Noah Hauser, Portfolio Manager di Nuveen, che aggiunge: “Gli investimenti sostenibili sono l’unica scelta, anche in un momento di forte volatilità come quello che stiamo vivendo. Infatti, sono in grado di offrire maggiore diversificazione e resilienza rispetto ai prodotti tradizionali. In questo senso, le infrastrutture per l’energia pulita giocano un ruolo estremamente importante, facilitando la transizione. Infrastrutture che sono, inoltre, particolarmente resistenti all’inflazione.”. 

La comunicazione con I clienti

Dal momento che la normativa si sta ampliando e, quindi, anche le informazioni stanno aumentando, una buona comunicazione tra professionisti della finanza e clienti è centrale. “Ricevendo progressivamente più informazioni, ad esempio con l’entrata in vigore dell’SFDR, dobbiamo riconsiderare il panorama degli investimenti sostenibili. Tuttavia, non credo che la questione centrale sia solo la classificazione dei prodotti, ma piuttosto la garanzia di informazioni affidabili e di una rendicontazione trasparente per i clienti”, afferma Schaufler.

Secondo Metcalf, “la regolamentazione sta rafforzando il ruolo di comunicatore del gestore, grazie al supporto che offre in termini di lotta al greenwashing e di adeguamento alle preferenze dei clienti”. Tuttavia, la qualità dei dati e delle informazioni sui prodotti ESG disponibili oggi è senz’altro migliorabile. “Per rispondere a questa esigenza”, afferma Noah Hauser, “è necessario porre l’attenzione sulle politiche di stewardship e di engagement”.  

Anche le politiche di esclusione hanno un loro peso nell’indirizzare gli investitori: “partendo sicuramente dall’esclusione dei settori che si basano sul ricorso ai combustibili fossili”, sottolinea Schaufler, “ma anche altri settori controversi che incidono sul percorso verso il net zero e verso una transizione equa da un punto di vista sociale”.