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Ambizioni per il 2025

Amundi annuncia il piano strategico per il 2025

Amundi, il principale asset manager europeo, ha reso noto il suo piano strategico per il 2025, con il quale intende proseguire il percorso di crescita iniziato con il piano strategico precedente e raggiungere i 400 miliardi di euro di asset in gestione (AuM), rispetto ai 324 miliardi di fine 2021.

Asset management: un settore in crescita

Il contesto attuale è incerto, con rischi geopolitici e venti contrari macroeconomici. Ciononostante, permangono importanti tendenze di sostegno a lungo termine che guideranno la crescita del settore dell’asset management, tra cui: il gap di risparmio pensionistico di una popolazione che invecchia, l’ampio bacino di risparmio dei clienti retail,
le continue esigenze di finanziamento della transizione energetica e l’espansione della classe media in Asia.

Amundi intende cogliere queste opportunità in un panorama in continua evoluzione grazie alla sua portata globale,
alla sua credibilità negli investimenti responsabili e alle sue competenze lungo l’intera catena del valore del risparmio.

Ambizioni per il 2025

Da qui al 2025 Amundi intende rafforzare la leadership nella gestione degli asset e nell’investimento responsabile, oltre che fornire servizi e tecnologie di prim’ordine lungo l’intera catena del valore del risparmio. Amundi continuerà inoltre a perseguire acquisizioni creative di valore, basandosi sul suo track record di consolidatore naturale del settore.

Valérie Baudson, Ceo di Amundi

“La nostra ambizione per Amundi è quella di rafforzare la nostra leadership globale nell’Asset Management. Potenzieremo la nostra crescita organica a livello mondiale grazie alle nostre competenze diversificate in materia di gestione patrimoniale e alle nostre capacità in materia di tecnologia e servizi. Coglieremo le opportunità di acquisizione per sfruttare il nostro
forte track record di consolidamento e accelerare il nostro sviluppo.
Il nostro piano strategico per il 2025 si tradurrà in rendimenti interessanti per gli azionisti, sia in termini di impegno nel payout ratio e di capacità di generare 2 miliardi di euro di capitale in eccesso nel periodo”, ha commentato Valérie Baudson, Ceo di Amundi.

I pilastri della creazione di valore
  1. Continua forte crescita organica
    Amundi registrerà una crescita media annua dell’utile netto rettificato del 5%5 nel periodo. Si ipotizza un effetto di mercato sostanzialmente neutro nel 2025 rispetto alla media del 2021. Tre quarti deriveranno dallo sviluppo dell’attività core di gestione patrimoniale; un quarto dalla crescita di Amundi Technology ALTO e dei servizi emergenti come Fund Channel.
  2. Resilienza
    Amundi ha dimostrato di essere in grado di garantire una crescita costante nel tempo, tanto che non si sono registrati deflussi netti su base annua dal 2015. La stabilità dell’attività è dovuta a un profilo diversificato per segmento di clientela, competenze e area geografica, oltre che alla relazione di lungo periodo con le reti di partner.
    La resilienza, derivante da una moderata sensibilità alle variazioni del mercato e l’efficienza operativa sono vantaggi competitivi nell’attuale contesto economico. Amundi punta a mantenere un rapporto costi/ricavi aggiustati inferiore al 53%4.
  3. Remunerazione attraente per gli azionisti
    Amundi manterrà un rapporto di distribuzione dei dividendi ordinari di almeno il 65%, che porterà a circa 3 miliardi di euro di dividendi ordinari cumulativi previsti per il periodo 2022-25. Il Gruppo mantiene inoltre la flessibilità di restituire agli azionisti il capitale in eccesso (circa 2 miliardi di euro previsti entro il 2025) attraverso una distribuzione straordinaria, in assenza di opportunità di fusione e acquisizione che soddisfino i suoi rigorosi criteri commerciali e finanziari.
  4. Opzionalità M&A per aumentare il valore
    Amundi continuerà a perseguire le fusioni e acquisizioni che creano valore, basandosi sulla sua esperienza di consolidatore naturale in Europa. I criteri di M&A rimangono rigorosi: accelerazione della crescita e coerenza con le priorità strategiche, rischio di esecuzione limitato e rigorosa disciplina finanziaria (ROI superiore al 10%).
    A titolo di esempio, un impiego di circa 2 miliardi di euro di capitale in eccesso in operazioni di fusione e acquisizione con un ROI >10% si tradurrebbe in un utile netto rettificato aggiuntivo di circa 200 milioni di euro.