Dal prossimo 2 agosto entrerà in vigore la revisione della MIFID II che imporrà ai consulenti finanziari di integrare nella valutazione di adeguatezza dei propri clienti anche le loro preferenze in tema di sostenibilità. Una grossa novità alla quale i consulenti si stanno preparando non senza qualche incertezza.
Gli intermediari finanziari, quindi, si stanno interrogando su come confrontarsi con i risparmiatori su questi temi e le autorità di regolamentazione stanno cercando di delineare linee guida sempre più precise per rispondere a questa esigenza. Per cercare di fornire qualche chiarimento e spunto di riflessione, rappresentati degli organi preposti alla regolamentazione, di fondazioni, professionisti della comunicazione e del risparmio gestito si sono confrontati nell’ambito della conferenza “Parliamo sostenibile: come spiegare l’ESG al tuo cliente”, organizzata da Assogestioni durante il Salone del Risparmio 2022.
Un punto di vista che sicuramente aiuta a comprendere come inquadrare le nuove richieste normative MIFID II viene dall’l’ESMA (European Securities and Markets Authority). “Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’Unione Europea, in particolare quelli ambientali, occorre inviare agli investitori chiari segnali. Ed è qui” spiega Salvatore Gnoni, Head of the Investor Protection and Intermediaries Unit dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, “che si inserisce la MIFID e il ruolo degli intermediari”.
In questo scenario, nel luglio del 2021 la Commissione UE ha aggiornato il regolamento e la direttiva delegata alla MIFID II al fine di integrare i fattori di sostenibilità e di conseguenza l’ESMA ha rivisto le proprie linee guida in materia di adeguatezza.
La valutazione di adeguatezza rimane uno dei requisiti più importanti per la protezione degli investitori, per questo motivo a gennaio 2022 ESMA ha pubblicato un documento di consultazione offrendo tre mesi ai partecipanti di mercato per rispondere. Le aree principali ricoperte dalle linee guida aggiornate riguardano la raccolta di informazioni dai clienti, i processi e i sistemi per garantire l’adeguatezza, l’informativa ai clienti e gli aspetti organizzativi interni agli intermediari.
Soprattutto relativamente all’ultimo punto, come sottolinea Gnoni, “data la complessità della materia ci si aspetta uno sforzo degli intermediari verso un training interno per acquisire più competenze per trasmettere le tematiche agli investitori”. “Tuttavia, nonostante la complessità, la sostenibilità apre indubbie opportunità di business” – prosegue Gnoni – “Da parte di ESMA faremo il possibile per tenere conto delle difficoltà sollevate nel periodo di consultazione, nei limiti possibili secondo la legislazione”.
Le modalità di comunicazione della sostenibilità sono, infatti, decisive per offrire ai risparmiatori preziose indicazioni strategiche di investimento. E da un sondaggio di Assogestioni che ha esaminato un campione di consulenti finanziari, emerge che per questi ultimi l’aspetto comunicativo rispetto ai temi ESG è considerato cruciale per svolgere il proprio lavoro.
il 52% degli intervistati si sente preparato per supportare i clienti nella scelta dei prodotti sostenibili in cui investire e il 57% ritiene che l’obbligo di rilevare le preferenze ESG nella nuova direttiva verrà accolto favorevolmente dai clienti, sempre più vicini a questi temi.
Tuttavia, come sottolinea Jole Saggese, di Class CNBC , non bisogna confondere l’interesse con la conoscenza: “è indubbio che il consulente abbia la giusta consapevolezza, dato che secondo l’ultimo rapporto Censis-Assogestioni l’86% di loro è interessato ai temi ESG, ma allo stesso tempo si dichiarano bisognosi di informazioni aggiuntive per riuscire a comunicare al meglio con i clienti”.
In questo contesto, l’educazione finanziaria, sia dei consulenti che (soprattutto) dei risparmiatori è fondamentale. “La nostra fondazione lavora sull’educazione finanziaria come una questione culturale”, afferma Giovanna Boggio Robutti, direttore generale di FEduF (Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio). “L’argomento è complesso, quindi bisogna collaborare e supportare i clienti, in primis formandoli”.
Dunque, quali sono i passi vincenti da compiere per farsi ascoltare dalle persone? Secondo Diego Rizzuto, Formatore e comunicatore scientifico di Taxi1729 bisogna riflettere su tre punti per avere successo: “in primo luogo bisogna avere qualcosa da dire e avere chiaro il messaggio che si vuole comunicare. Inoltre, bisogna sfruttare le emozioni e, infine, sapere usare lo storytelling, trasformando il messaggio in una storia”.
L’industria del risparmio si sta preparando ad affrontare l’entrata in vigore dell’obbligo di integrazione del sustainability assessment, nonché le potenziali criticità nella messa in atto di tale disposizione. L’entrata in vigore del SFDR con gli articoli 8 e 9 ha aperto la strada verso la diffusione di fondi allineati (165 miliardi sono stati investiti nel corso dello scorso anno e un terzo degli asset under management sono riferiti all’ambito ESG.
Come sottolinea Andrea Ragaini, vicedirettore generale di Banca Generali, “è in corso una crescente consapevolezza collettiva primariamente sulle esigenze climatiche. Ma la consapevolezza deve essere trasformata in comunicazione efficace e semplice. Come ha spiegato Rachel Botsman nel convegno d’apertura, troppa informazione non crea necessariamente formazione, fiducia e cultura”.
La comunicazione poi si deve adeguare all’interlocutore, como evidenzia Lorenzo Alfieri, Country Head Italy di J.P. Morgan AM: “Gli investitori istituzionali affrontano il tema della sostenibilità da tanto tempo, ma lo stesso non si può dire dei clienti retail. Il fatto di dover comunicare un tema di questo genere ad un cliente finale tramite un intermediario pone temi e obiettivi radicalmente diversi: uno dei problemi principali è che troppe volte si guarda alla sostenibilità come un tema di investimento, ma non è un tema o una scelta, è un percorso obbligato”.
Accanto alla comunicazione e all’informazione, “deve essere centrale la formazione”, aggiunge Alexia Giugni, Country Head di DWS. “Soprattutto rispetto al tema della sostenibilità, che ormai è trasversale, dobbiamo insegnare a chi colloca questi prodotti quali informazioni dare e come”.
Infine, nel discorso di chiusura della conferenza, Maria Antonietta Scopelliti, Segretario Generale di Consob, ha posto l’attenzione su quattro aspetti che riguardano gli investimenti sostenibili e la loro regolamentazione: in primo luogo, la normativa europea è in una fase evolutiva, perché tematiche così complesse richiedono un approccio graduale e meticoloso; in secondo luogo, l’obiettivo finale della transizione verso la sostenibilità è un obbligo, non è un’opzione “nice to have”, per questo investitori e consumatori devono essere guidati; il percorso ESG necessita della mobilizzazione di capitale privato e di credibilità; infine, bisogna tradurre quello che si sta facendo ora con quello che sarà il posizionamento finale.