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Indici ESG

Debutto positivo per l’indice ESGMib nel 2021 +5,28%

Nel 2021 nuovo indice ESGMib, che seleziona le 40 aziende con migliori valutazioni ESG del listino milanese, ha battuto l’omologo FTSE Mib, nei poco più di due mesi di vita. L’indice è stato, infatti, lanciato dalla Borsa Italiana lo scorso mese di ottobre e la sua performance, dal debutto al 30 dicembre 2021, è stata del 5,26%, contro un incremento del 4,1% del FTSE Mib. Certo l’arco di tempo è poco significativo, ma si tratta di un inizio promettente in un anno in cui i titoli legati al settore petrolifero hanno registrato un andamento migliore rispetto a quelli delle energie rinnovabili.

L’indice ESGMib è formato dai 40 titoli della Borsa Italiana che presentano le migliori performance ESG secondo la valutazione di Viageo Eiris, ora diventata Moody’s ESG solutions, scelti tra i 60 titoli più liquidi del listino tricolore. L’indice, che è rivisto trimestralmente, esclude le aziende che abbiano controversie riguardanti i principi dell’UN Global Compact e applica alcune esclusioni per le società coinvolte nell’estrazione di carbone, nelle sabbie bituminose, nella produzione di tabacco e armi controverse. Non investe neppure in aziende che abbiano più del 5% dell’attività nella produzione o commercializzazione di armi civili. L’indice green tricolore presenta una migliore impronta di carbonio rispetto all’universo di riferimento, calcolata in un’intensità media (l’impronta di carbonio normalizzata rispetto dl fatturato) pari a 207,89 contro 247,9 del benchmark.

Il 31 dicembre scorso l’indice ESGMib è stato rivisto come previsto, l’analisi seguente si riferisce alla composizione dell’indice dal lancio al 30 dicembre, periodo di analisi della performance. Nella revisione sono cambiati i pesi dei singoli titoli alcune società sono entrate, come Fineco, Leonardo e OVS, mentre altre sono uscite, Ferrari, UnipolSai e Anima.

Il titolo più rilevante dell’ESGMib nel 2021, prima della revisione di dicembre, è Intesa Sanpaolo, con una quota del 10,4% sovrappesata rispetto al FTSE Mib dove rappresenta il 9,72%. In seconda posizione troviamo Enel con il 9,68%, il cui peso è invece ridotto rispetto al 12,3% che occupa nel FTSE Mib. Al terzo posto si è classificata Stellantis con il 9,23%, rispetto al 7,97% del FTSE Mib. A sorpresa in quarta posizione troviamo un titolo del settore oil, ossia Eni, cui spetta una quota dell’8,05%, sovrappesata rispetto al 6,92% del FTSE Mib. Infine la quinta posizione spetta a UniCredit con il 7% contro il 5,97% del FTSE Mib. In totale i primi 5 titoli rappresentano il 44,6% del totale e quindi hanno una grande rilevanza sulla performance. Nei primi due mesi di vita dell’indice green di Piazza Affari, le tre società che hanno contribuito maggiormente al rialzo sono STMicroelectronics, Ferrari e UniCredit.

Per scegliere i titoli che compongono l’ESGMib, Moody’s ESG solutions ha attribuito alle società un rating utilizzando la propria metodologia Equitics®, basata su 38 criteri, suddivisi in sei aree chiave di responsabilità che riguardano l’ambiente (tutela della biodiversità e ragionevole controllo degli impatti ambientali sul ciclo di vita complessivo di prodotti e servizi), i diritti umani (rispetto della libertà sindacale, non discriminazione e promozione dell’uguaglianza, sradicamento delle pratiche di lavoro vietate), le risorse umane (miglioramento costante delle relazioni industriali, dello sviluppo della carriera e della qualità delle condizioni di lavoro), il contributo alla comunità, il comportamento aziendale (tenere in considerazione i diritti e gli interessi dei clienti, il controllo della filiera, l’efficace prevenzione della corruzione e il rispetto delle leggi sulla concorrenza) e la corporate governance.

I titoli ha hanno raggiunto le migliori valutazioni sono Enel, Poste Italiane, Terna, Telecom Italia e Pirelli & C.

Tra i titoli del FTSE Mib che, invece, non sono stati ammessi nella composizione iniziale dell’indice ESG troviamo FinecoBank, poi entrata con la revisione del 31 dicembre, che invece nel FTSE Mib occupa il 2,28% ed Exor che detiene una quota dell’1,8%. Sono rimasti fuori anche Campari, Interpump, Tenaris, Diasorin, Inwit, Azimut, Leonardo, che ha fatto il suo ingresso con la prima revisione,, e Buzzi Unicem. Al contrario porte aperte per Reply, Iren, Brembo, Erg, Salvatore Ferragamo, Anima holding, Unipolsai, Webuild, Falk Renewables e Mediaset.

I titoli con i punteggi ESG più alti secondo l’analisi di Moody’s ESG solutions