Vigilanza ESG

DWS rischia di disinvestire oltre il 5% da fondi ESG a causa dei nuovi requisiti dell’ESMA

La società di risparmio gestito di Deutsche Bank, DWS, dovrà disinvestire più del 5% delle partecipazioni in alcuni fondi ESG in risposta alle nuove regole dell’Unione Europea che verranno applicate quest’anno. L’ESMA (European Securities and Markets Authority) inizierà infatti ad applicare i nuovi requisiti per i fondi ESG nei prossimi mesi, interessando soprattutto i fondi che fanno riferimento alle parole “ESG”, “sostenibilità”, “transizione” e “impatto” nei propri nomi, per garantire che questi termini riflettano realmente ciò che il portafoglio detiene. Anche se non ancora definitive, le regole stanno già costringendo i gestori patrimoniali a rivedere le partecipazioni in portafoglio e ad apportare le modifiche necessarie.

Nel dettaglio, i requisiti per i fondi ESG dell’ESMA sono:

  • L’80% degli asset in portafoglio deve essere allineato con il nome del fondo;
  • I fondi d’impatto devono garantire che gli investimenti generino, o siano sulla buona strada per generare, benefici positivi e misurabili;
  • I fondi di transizione devono applicare le esclusioni previste dai criteri del Climate Transition Benchmark;
  • I fondi per la sostenibilità devono applicare le esclusioni stabilite nei criteri del Benchmark allineato a Parigi e investire “in modo significativo in investimenti sostenibili”.

In una dichiarazione all’agenzia americana Bloomberg, Dennis Haensel, responsabile della consulenza ESG di DWS, ha dichiarato che “il maggiore impatto che attualmente osserviamo per una strategia esistente attraverso i nuovi elementi vincolanti dei fondi con etichetta ESG è superiore al 5% dell’universo di investimento”. Haensel non ha riferito a Bloomberg i nomi dei fondi specifici che saranno interessati, ma ha detto che DWS sta contattando i gestori di portafoglio e i clienti in merito agli adeguamenti.

L’ESMA ha proposto le modifiche nel novembre 2022, dopo che i gestori patrimoniali avevano inondato il mercato di fondi che dichiaravano di perseguire obiettivi ambientali e sociali, i fondi classificati come articolo 9. L’esame regolamentare di tali affermazioni ha rivelato che alcuni gestori di fondi non stavano facendo abbastanza per giustificare i loro materiali di marketing ESG. In molti casi, i fondi avevano fatto poco più che escludere il tabacco o le armi controverse.

Haensel ha affermato che la maggior parte dei fondi interessati dalla norma ESMA dovrà affrontare disinvestimenti fino al 3%. I fondi orientati verso l’Europa saranno meno vulnerabili di quelli più esposti ai mercati emergenti. I criteri di esclusione obbligatori proposti dall’ESMA riguardano le società che vendono armi controverse e tabacco, le aziende che superano determinati livelli di vendita di carbone, petrolio e gas, e quelle che violano le linee guida stabilite dal Global Compact delle Nazioni Unite o dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Secondo l’autorità di vigilanza europea, infatti, le dichiarazioni ingannevoli rischiano di minare la fiducia degli investitori e di bloccare i finanziamenti necessari.

Le preoccupazioni per il greenwashing e la sottoperformance finanziaria hanno coinciso con il primo deflusso trimestrale globale di fondi ESG negli ultimi tre mesi del 2023. Anche in Europa, che domina il mercato ESG, i fondi più quotati (cioè gli articolo 9) hanno subito deflussi, secondo un rapporto di gennaio di Morningstar.

DWS ha risentito in prima persona dell’impatto della stretta normativa. A settembre, il gestore patrimoniale ha pagato 19 milioni di dollari per patteggiare con la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti a seguito di un’indagine sulle presunte dichiarazioni errate relative alle sue attività ESG. Inoltre, DWS è stata visitata dai pubblici ministeri in Germania in relazione allo stesso caso. DWS e altri gestori patrimoniali affermano di accogliere con favore gli sforzi normativi volti a introdurre chiarezza nel mercato degli investimenti ESG. Tuttavia, a loro avviso, la mancanza di definizioni per i termini chiave necessari a rendere significative le soglie minime rimane un problema.

L’ESMA ha aggiornato la sua proposta di denominazione dei fondi a dicembre, ma non ha ancora pubblicato la formulazione finale.