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The Future of Jobs Survey

World Economic Forum: il futuro del lavoro è green

C’è sempre più bisogno di competenze ESG e di professionisti della sostenibilità in campo aziendale. Con l’impulso della transizione ecologica e l’arrivo dei nuovi standard di rendicontazione ESG dell’Unione Europea e dell’ISSB, cresce quindi la richiesta dei cosiddetti green jobs e la domanda di competenze legate alla sostenibilità. A confermare questa tendenza è l’indagine The Future of Jobs Survey del World Economic Forum, condotta tra fine 2022 e inizio 2023 su un campione di 803 imprese e oltre 11.3 milioni di lavoratori per analizzare i nuovi macro-trend e le loro conseguenze su prospettive di occupazione, abilità richieste dalle aziende e trasformazione della forza lavoro.

Il quadro che emerge dalla ricerca è che il mercato del lavoro da oggi al 2027 rimarrà complesso, con forti fattori di discontinuità. Tuttavia emerge un dato positivo che rappresenta una sorpresa rispetto alle attese del passato. E cioè che la trasformazione verde e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, che a inizio anno venivano indicato come potenziali elementi di perdita di posti di lavoro, saranno invece tra i settori più trainanti per la creazione di nuovi impieghi.

I macro-trend che guidano la creazione di posti di lavoro

I trend che guideranno la trasformazione industriale e la creazione di posti di lavoro nei prossimi cinque anni riguardano l’adozione di nuove tecnologie, gli scenari macroeconomici e geopolitici, la transizione ecologica, l’andamento demografico e le preferenze dei consumatori.

Tra questi, la ricerca del World Economic Forum identifica al secondo posto per importanza la diffusione di standard ESG e al sesto gli investimenti per la transizione verde. Risultano inoltre rilevanti anche le aspettative dei clienti su problemi sociali e ambientali, rispettivamente all’ottavo e nono posto della classifica dei fattori determinanti per la creazione dei posti di lavoro, e la localizzazione delle catene di fornitura, all’undicesimo.

Fonte: The Future of Jobs Survey, World Economic Forum

Per quanto riguarda l’introduzione di standard ESG, le aziende dell’Africa Sub-Sahariana hanno le aspettative di crescita occupazionale più alte, con il 64% di imprese che prevede un aumento di posti lavoro. L’Africa Sub-Sahariana è al primo posto anche per effetti degli investimenti nella transizione verde, con il 60% delle imprese che si aspetta un aumento degli impiegati. 

Tutto questo sarà possibile grazie a investimenti sia pubblici che privati, spiega la ricerca. Dall’inizio della pandemia, oltre 1,8 trilioni di dollari è stato investito, a livello globale, in stimoli fiscali per l’economia verde, a differenza dei 650 bilioni di dollari (corretti per inflazione) spesi per la crisi finanziaria del 2008. Alcuni esempi includono il piano di investimenti europeo Green Deal, il Carbon Neutrality Pledge cinese e l’Inflation Reduction Act statunitense. 

Aumenta la richiesta di green jobs e green skills

I cosiddetti green jobs sono essenziali per raggiungere gli obiettivi ESG, e aziende di tutti i settori stanno aprendo posizioni di questo tipo. Grazie a dati raccolti da LinkedIn, il report attesta come i datori di lavoro stiano cercando sempre più profili classificabili come green jobs, con dei tassi di assunzione annuali che superano i tassi di assunzione generale dal 2019 ad oggi. 

Fonte: The Future of Jobs Survey, World Economic Forum

Contemporaneamente, aumenta la proporzione di forza lavoro in possesso di green skills, dal 9% del 2015 al 13% di oggi. I settori manifatturiero e petrolchimico risultano quelli con le green skills più sviluppate per tutti i 50 stati inclusi nell’analisi e questo potrebbe indicare un approccio corretto alla decarbonizzazione di questi settori storicamente ad alte emissioni. 

In particolare, Austria, Germania, Italia, Stati Uniti e Spagna si distinguono nel manifatturiero, mentre India, Stati Uniti e Finlandia eccellono nel petrolchimico. Anche nel settore pubblico le green skills sono in crescita, con Australia, Argentina, Svezia, Olanda e Stati Uniti in testa. Queste elevate densità di competenze ESG sono significative in quanto potrebbe permettere ai paesi citati di accelerare la transizione ecologica.

Secondo una stima recente della Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), lo sviluppo sostenibile del settore industriale tramite un’espansione dei green jobs potrebbe portare a un incremento del 3.5% circa nella crescita del GDP globale e a 9 milioni di nuove posizioni di lavoro all’anno. In particolare, la transizione ecologica potrebbe creare 30 milioni di occupazioni nel settore dell’energia e delle tecnologie a basse emissioni prima del 2030, a livello globale. Queste prospettive seguono in maniera organica la crescita internazionale dei green jobs avvenuta negli ultimi anni.

Opportunità di carriera nella sostenibilità

Al suo interno, il report espone una ricerca di LinkedIn sulle 100 professioni, 100 Jobs on the Rise, che si sono sviluppate più velocemente, in maniera consistente e globale, nel corso degli ultimi quattro anni.

La crescita maggiore si vede in quei ruoli dove la tecnologia, la digitalizzazione e la sostenibilità hanno la maggior importanza. In particolare, tutte le posizioni legate alla sostenibilità si trovano nelle prime 40 posizioni della lista, e occupano tre posizioni in top 10: sustainability analyst il secondo posto, sustainability specialist il quinto, e sustainability manager il nono.

Fonte: The Future of Jobs Survey, World Economic Forum

Rinnovabili e mitigazione climate change: settori in espansione

Due settori in cui è prevista una crescita rapida, nonostante attualmente impieghino un numero relativamente piccolo di forza lavoro, sono quello delle energie rinnovabili e, più in generale, della mitigazione del cambiamento climatico.

I partecipanti al sondaggio sono d’accordo che aumenterà la richiesta di ingeneri specializzati in energia rinnovabile e sistemi ad energia solare. In totale, tra settore energetico e infrastrutture, il 10% delle compagnie attende un aumento di posti lavoro. Lo stesso discorso vale per i professionisti nella tutela ambientale, la cui prospettiva di crescita è del 34%, per un totale di circa 1 milione di nuovi occupati.