Polemica sul climate change

Il presidente della Banca Mondiale si dimette dopo polemiche su affermazioni sul clima

Il presidente della Banca Mondiale, David Malpass, ha annunciato le sue dimissioni, mesi dopo aver suscitato polemiche per non aver ammesso che i combustibili fossili fossero alla base della crisi climatica. Malpass, nominato presidente da Donald Trump nel 2019, ha dichiarato che si dimetterà dalla banca entro la fine dell’anno fiscale, ovvero entro fine giugno.

Sebbene non ci sia stata nessuna dichiarazione esplicita del presidente rispetto alle motivazioni che lo hanno spinto a prendere questa decisione, l’annuncio delle sue dimissioni arriva proprio qualche mese dopo le accuse che gli erano state mosse come negazionista del cambiamento climatico. La controversia era nata dopo la sua partecipazione ad un evento di finanza climatica a New York a settembre, occasione in cui alla domanda se ritenesse che i combustibili fossili stessere portando ad un rapido riscaldamento del Pianeta, Malpass aveva risposto di non sapere e di non essere uno scienziato.

La vicenda ha attirato la pressione – anche della Casa Bianca – su Malpass, che è intervenuto nei mesi successivi in diverse occasioni per ribadire di non essere un negazionista, senza però riuscire a placare la stretta dei suoi contestatori. In particolare, i più critici hanno accusato il presidente di non aver agito con abbastanza tempestività agli eventi legati al cambiamento climatico negli anni del suo mandato.

Storicamente, il governo statunitense sceglie il capo della Banca Mondiale, mentre i leader europei individuano quello del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Malpass, come detto, è stato scelto da Trump nel 2019, dopo che aveva ricoperto il ruolo di alto funzionario per gli affari internazionali presso il Tesoro degli Stati Uniti nell’amministrazione Trump.

Al di là di questa controversia che ha coinvolto il numero uno della Banca Mondiale, durante il suo mandato la banca ha mobilitato risorse in risposta alla pandemia (157 miliardi di dollari) e alla guerra in Ucraina (170 miliardi di dollari), ma ha anche intrapreso iniziative volte a integrare meglio il clima e la biodiversità con lo sviluppo e la crescita, come il Piano d’azione per il cambiamento climatico della banca. In questi anni, inoltre, la banca ha messo a disposizione 30 miliardi di dollari per progetti volti ad affrontare la crisi alimentare, dei fertilizzanti e dei combustibili che affligge i Paesi in via di sviluppo.

“È stato un enorme onore e un privilegio ricoprire il ruolo di presidente della più importante istituzione di sviluppo del mondo a fianco di tante persone eccezionali e di talento”, ha dichiarato Malpass. “Con i Paesi in via di sviluppo che si trovano ad affrontare crisi senza precedenti, sono orgoglioso che il gruppo banca abbia risposto con velocità, ampiezza, innovazione e impatto. Gli ultimi quattro anni sono stati tra i più significativi della mia carriera. Dopo aver fatto molti progressi e dopo averci riflettuto a lungo, ho deciso di affrontare nuove sfide. Questa è l’occasione per un’agevole transizione della leadership, mentre il gruppo bancario si adopera per affrontare le crescenti sfide globali, agevolare gli investimenti privati, concentrarsi maggiormente sui beni pubblici globali e mantenere un forte slancio sulla realizzazione operativa e sulla performance del portafoglio per i Paesi clienti”, ha concluso Malpass.