Eni: -32% di utile di gruppo nel trimestre, crescono Plenitude e Sustainable Mobility | ESG News

Risultati ESG primo trimestre

Eni, 4,6 mld utile operativo adj, prosegue piano ESG nel primo trimestre 2023

Eni archivia il primo trimestre 2023 con un utile operativo adjusted pari a 4,6 miliardi in calo dell’11% rispetto ai 5,1 miliardi dello stesso periodo nel 2022 e con utile netto adjusted a 2,9 miliardi (erano stati 3,2 miliardi nei primi tre mesi del 2022), a fronte di una discesa dei prezzi delle materie prime energetiche (lo scorso anno prezzo del petrolio +20% e gas naturale +42%). Il gruppo guidato da Claudio Descalzi, riconfermato amministratore delegato ad aprile, ha inoltre proseguito con le azioni strategiche in ambito decarbonizzazione e sostenibilità. A marzo 2023 Eni ha pagato la terza rata del dividendo 2022 di 0,22 euro per azione, mentre la quarta tranche sarà pagata a maggio 2023. Descalzi ha confermato il già preannunciato incremento del dividendo 2023 a 0,94 euro per azione e l’avvio del programma di buy-back da 2,2 miliardi.

Nel corso del primo trimestre 2023 Eni ha portato avanti l’attuazione del proprio piano industriale in linea con la crescita delle nuove attività nel settore delle rinnovabili e della mobilità sostenibile. A gennaio Sustainable Mobility, la nuova società dedicata ai trasporti sostenibili direttamente controllata dal cane a sei zampe, è diventata operativa integrando l’attività in crescita della bioraffinazione e la rete di vendita dei prodotti, mentre Plenitude ha incrementato la capacità rinnovabile a 2,3 GW e, secondo quanto dichiarato da Descalzi, sta procedendo come pianificato per raggiungere l’obiettivo annuo di oltre 3 GW. Versalis, infine, ha appena finalizzato un accordo strategico per l’acquisizione del 100% di Novamont, leader nel settore della chimica verde.

“Nel trimestre il flusso di cassa rettificato prima dell’assorbimento di circolante è stato di 5,3 miliardi, ampiamente superiore al fabbisogno per gli investimenti organici pari a 2,2 miliardi e al pagamento dei dividendi” ha commentato Claudio Descalzi, AD di Eni, “Punto fermo della nostra azione è la disciplina finanziaria, condizione imprescindibile per affrontare allo stesso tempo le sfide del mercato dell’energia e creare valore per i nostri azionisti. Sulla base di tali risultati, confermiamo le previsioni 2023“.

Risultati ESG di Eni nel primo trimestre 2023

Eni prosegue nel proprio percorso di decarbonizzazione e sostenibilità. A gennaio, ha firmato accordi con Sonatrach per perseguire l’obiettivo di rafforzare la sicurezza energetica e accelerare la transizione verso un’economia low-carbon. I due partner valuteranno infatti iniziative volte alla riduzione delle emissioni di gas serra attraverso progetti di efficienza energetica, energie rinnovabili, idrogeno verde e cattura e stoccaggio di CO2, nonché il rafforzamento della sicurezza energetica, compresa la valutazione delle possibili opzioni per migliorare la capacità di esportazione di gas naturale dell’Algeria verso l’Europa.

A marzo, invece, la società del cane a sei zampe ha firmato un accordo con ADNOC per valutare iniziative nel campo delle energie rinnovabili, idrogeno blu e verde, cattura e stoccaggio di CO2, riduzione delle emissioni di CO2 e metano e del gas flaring, nonché l’approvazione del Global Methane Pledge, accordo lanciato durante la COP26 per ridurre le emissioni globali di metano del 30% rispetto ai livelli del 2020 entro il 2030.

Sempre il mese scorso, Eni ha avviato il primo impianto di produzione di energia elettrica rinnovabile dal moto ondoso del mare, denominato ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter), installato al largo di Pantelleria e sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Torino e Wave for Energy (spin-off dell’ateneo). Inoltre, ha firmato un nuovo accordo di collaborazione con Commonwealth Fusion Systems (CFS), uno spin-out del MIT di cui Eni è azionista strategico, per accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione a confinamento magnetico.

Di recente, il dipartimento per la Sicurezza Energetica e Net Zero (DESNZ) del Regno Unito ha definito i progetti di cattura delle emissioni di CO2, tra cui il consorzio HyNet North West che include 5 progetti, che accederanno ai fondi pubblici, previsti dal governo per accelerare la decarbonizzazione nell’Inghilterra nord-occidentale. Eni sarà responsabile della gestione del trasporto e dello stoccaggio della CO2 sfruttando i suoi giacimenti di gas naturale esauriti nella baia di Liverpool. L’avvio di HyNet è previsto per la metà del decennio in corso con una portata di iniezione di circa 4,5 milioni per anno nella prima fase per poi raggiungere circa 10 milioni di tonnellate per anno di CO2 a partire dal 2030. Inoltre, Eni ha recentemente sottoposto alla North Sea Transition Authority (NSTA) la candidatura per una licenza di stoccaggio di anidride carbonica nel giacimento di gas depletato di Hewett, che interessa un’area situata nel Mare del Nord meridionale britannico.

Infine nel corso del primo trimestre è stata costituita Enivibes (di cui Eni possiede il 76%) con l’obiettivo di valorizzare sul mercato la tecnologia proprietaria E-vpms® (Eni Vibroacoustic Pipeline Monitoring System), dedicata al monitoraggio delle condotte per il trasporto dei liquidi per preservarne l’integrità. Enivibes è la prima venture costituita nell’ambito delle attività di Eniverse, Corporate Venture Builder di Eni.