Enel piano strategico carbone rinnovabili | ESG News

InfluenceMap

Ecco perché Enel è tra le aziende leader nell’engagement per il clima

È Enel l’unica italiana tra le 40 aziende leader per la lotta e l’impegno contro il cambiamento climatico secondo l’analisi Global Leaders in Climate Policy Engagement del think thank internazionale InfluenceMap.

L’organizzazione ha incluso l’utility italiana perchè l’ha reputata fortemente impegnata nelle politiche climatiche, in quanto in prima linea nel sostenere la transizione energetica verso le energie rinnovabili e l’idrogeno verde, sia in Europa sia negli Stati Uniti. Tra le iniziative verso le quali Enel garantisce il proprio appoggio vi sono le politiche di riduzione delle emissioni di gas serra, il sistema di scambio delle emissioni (ETS) dell’UE e l’efficienza energetica, arrivando anche a proporre un sistema di scambio in Brasile.

Nonostante il gruppo si schieri a favore la transizione energetica, la ong internazionale rileva come abbia assunto però anche posizioni ambigue sull’uso del gas fossile. Il gruppo collabora anche con associazioni industriali che hanno atteggiamenti poco favorevoli verso il clima, evidenzia InfluenceMap, ma molte sono allineate agli obiettivi climatici.

In cosa si distingue Enel nella lotta al cambiamento climatico

Secondo quanto riportato nella scheda di approfondimento dedicata a Enel, il gruppo dell’energia italiano si distingue per il suo appoggio alle seguenti politiche:

  • Riduzione delle emissioni di gas serra (GHG): Enel sostiene le misure per allinearsi agli obiettivi dell’Accordo di Parigi e limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Il suo ceo, Flavio Cattaneo, ha esortato i politici a non fare passi indietro sulle politiche climatiche europee, come il pacchetto “Fit for 55”.
  • Sistema di Scambio delle Emissioni (ETS): Enel ha sostenuto misure per rendere più rigido l’ETS dell’UE e l’estensione del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM) per proteggere i settori vulnerabili alle emissioni di carbonio.
  • Efficienza energetica: L’azienda supporta l’adozione di tecnologie per l’efficienza energetica e le revisioni della Direttiva sull’Efficienza Energetica dell’UE, promuovendo una transizione più rapida.
  • Energie rinnovabili e idrogeno: Enel è favorevole a un maggiore uso di energie rinnovabili e dell’idrogeno rinnovabile. Nell’UE e negli Stati Uniti, ha sostenuto politiche che richiedono l’uso esclusivo di idrogeno prodotto da fonti rinnovabili.

Tuttavia, il gruppo ha mantenuto posizioni ambigue sul gas fossile, soprattutto in merito al regolamento dell’UE sull’idrogeno e il gas. E in alcuni contesti, come in Australia, ha suggerito l’inclusione di generatori a diesel in schemi di investimento energetico.

Sul fronte delle associazioni industriali, Enel è affiliata a gruppi con atteggiamenti misti sulle politiche climatiche. Infatti, sebbene collabori con associazioni favorevoli alla transizione energetica, come SolarPower Europe e WindEurope, è anche affiliata a gruppi come Confindustria e CEOE, che, rileva InfluenceMap, hanno mostrato posizioni più conservatrici sul cambiamento climatico.

Infine, in merito alle questioni di governance, gli analisti di InfluenceMap evidenziano che il governo italiano detiene una quota del 23,59% di Enel, il che potrebbe creare un canale di influenza a livello politico di Governo..

Alla luce di queste considerazioni, Enel ha ottenuto un punteggio del 79% sui temi di organizzazione interna, 74% sugli aspetti relazionali e 59% sull’engagement climatico: “Enel è un sostenitore importante della transizione energetica, ma con alcune riserve sul gas fossile e legami con associazioni industriali non sempre allineate alle politiche climatiche più ambiziose” conclude InfluenceMap.