Nel frattempo, da inizio anno i fondi azionari clean tech sono stati duramente colpiti, soprattutto a causa dell’inflazione, dell’aumento del costo del capitale e della lentezza nella realizzazione dei progetti. Gli eventi negativi che hanno contribuito in modo significativo a generare una brusca e forse eccessiva correzione dei titoli clean tech hanno riguardato principalmente il settore eolico offshore. Tuttavia, in ragione delle prospettive di forte crescita di lungo periodo delle tecnologie pulite, tale correzione potrebbe risolversi al verificarsi di singoli eventi catalizzatori, come per esempio un aumento dei prezzi di base d’asta nelle prossime assegnazioni di capacità eolica in Europa e Stati Uniti.
A rendere tale prospettiva plausibile è anche la convergenza di interessi politici, soprattutto negli Stati Uniti in vista delle elezioni presidenziali nel 2024. L’Amministrazione Biden si è fortemente esposta, attraverso l’Inflation Reduction Act (IRA), al tema degli investimenti in tecnologie pulite, al fine di accelerare la transizione energetica e raggiungere gli obiettivi climatici fissati. In questa strategia politica, l’energia eolica gioca un ruolo cruciale. Accettare la dismissione di alcuni progetti chiave nell’ordine di grandezza di 2 GW di capacità eolica offshore, come quelli annunciati recentemente da Ørsted, rappresenterebbe un rischio politico molto significativo per l’amministrazione Biden. Si può dunque immaginare che un intervento diretto volto a migliorare la redditività dei progetti eolici negli Stati Uniti abbia una probabilità crescente di verificarsi, con l’intensificazione della campagna elettorale nei prossimi mesi.
Mentre i mercati finanziari hanno corretto le valutazioni dei titoli clean tech nell’ordine del -30% da inizio anno, nell’economia reale la transizione energetica è in forte accelerazione e le prospettive di crescita di medio e lungo periodo delle tecnologie pulite rimangono molto solide. Gli investimenti in energia pulita sono aumentati del 40% dal 2020. La spinta a ridurre le emissioni è un motivo fondamentale, ma non l’unico. L’interesse economico per le tecnologie energetiche pulite mature è forte. Anche la sicurezza energetica è un fattore importante, soprattutto nei paesi importatori di combustibili, così come le strategie industriali e il desiderio di creare posti di lavoro nel settore dell’energia pulita. Nel 2020, un’auto su 25 venduta era elettrica; nel 2023 è una su cinque. Nel 2023 è prevista l’aggiunta di oltre 500 gigawatt (GW) di capacità di generazione da fonti rinnovabili, un nuovo record. Più di un miliardo di dollari al giorno viene speso per lo sviluppo dell’energia solare fotovoltaica. La capacità produttiva di componenti chiave delle tecnologie pulite, come i moduli fotovoltaici e le batterie EV, è in rapida espansione.