Alla luce dell’attuale contesto macroeconomico, riteniamo che le prospettive per il 2023 siano migliori per le azioni europee rispetto alle loro controparti statunitensi. La stagione dei bilanci del quarto trimestre 2022 per le società europee è ben avviata, mentre è quasi terminata per le società dell’S&P 500 negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti non hanno subito l’enorme aumento delle bollette energetiche registrato in Europa l’anno scorso, ma, nonostante ciò, le società statunitensi hanno sottoperformato le loro controparti europee sotto quasi tutti i punti di vista. In particolare, la compressione dei margini di profitto è particolarmente forte per le società dell’S&P 500, molto meno per quelle europee e britanniche. Anche i risultati europei hanno battuto le aspettative, mentre quelli statunitensi sono stati deludenti.
La grande novità in Europa è il calo dei prezzi dell’energia, rispetto ai livelli straordinari registrati lo scorso autunno. I prezzi alti dell’energia hanno spinto l’inflazione a due cifre in Europa e nel Regno Unito, distruggendo la fiducia dei consumatori. Quest’ultimi, infatti, in quanto preoccupati hanno aumentato i loro risparmi, nonostante avessero un bel gruzzolo già accumulato nel periodo della pandemia – il cosiddetto “salvadanaio da covid”. Il contrasto con gli Stati Uniti è stato forte: i consumatori americani, più fiduciosi, hanno infatti attinto ai loro salvadanai. Dato lo scenario attuale, ci aspettiamo che i consumatori europei riacquistino fiducia e inizino a spendere i loro risparmi, permettendo così alle aziende di beneficiare di un aumento della domanda, oltre che di minori costi energetici.
Con i prezzi dell’energia che sono diminuiti e le azioni europee che hanno sovraperformato, qualcuno potrebbe chiedersi se tutte queste buone notizie siano già nei prezzi azionari. Non lo crediamo. I sondaggi sulla fiducia degli investitori in Europa rimangono infatti cupi e l’indice Sentix, pubblicato recentemente, è risultato più debole del previsto e ben al di sotto della media pre-Covid. Il potenziale di rialzo è dunque ampio, i previsori economici hanno appena iniziato a rivedere al rialzo le loro previsioni di crescita e gli analisti probabilmente risponderanno con stime di utili più elevate. Un altro fattore da considerare è la maggiore esposizione dell’Europa alla Cina. Questo fattore ha posto l’Europa in una posizione di svantaggio (rispetto agli Stati Uniti) durante la disastrosa politica cinese di zero covid, ma adesso si rivela un vantaggio con la riapertura dell’economia in Cina.
Naturalmente non ci sono solo buone notizie: i recenti dati sull’inflazione sono stati deludenti e la Banca Centrale europea probabilmente reagirà con un ulteriore aumento dei tassi di interesse. Ma le pressioni inflazionistiche sono aumentate anche negli Stati Uniti, dove l’economia sembra più vicina alla recessione a causa dell’inasprimento degli standard di credito e dell’aumento degli arretrati dei consumatori (morosità), anche se da livelli bassi.
Nei prossimi giorni assisteremo probabilmente a un miglioramento delle previsioni economiche per l’Europa e, in particolare, per il Regno Unito, dove la Banca d’Inghilterra e l’Office for Budget Responsibility dovrebbero aumentare le previsioni di crescita e ridurre quelle relative all’inflazione. Senza dubbio non mancheranno “avvertimenti” rispetto a possibili problemi nel medio termine, ma il cupo pessimismo che ha caratterizzato l’ultima serie di proiezioni dovrebbe essere sostituito da un maggior grado di ottimismo, e questo potrebbe favorire le azioni.