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L'opinione di Devan Kaloo di abrdn

I tre aspetti che favoriscono i mercati emergenti

Sebbene i fattori a breve termine possano averne diminuito l’attrattiva per alcuni investitori, rimaniamo ottimisti sulle prospettive dei mercati emergenti per il prossimo futuro. Dopo due anni consecutivi di sottoperformance dell’azionario emergente, oggi lo sconto rispetto alle azioni dei mercati sviluppati è sostanziale. Guardando al futuro, vediamo quindi tre aspetti chiave che supportano un outlook positivo per i mercati emergenti.

Picchi dei tassi negli Stati Uniti

Dopo aver mostrato una notevole resilienza nel 2023, è probabile che l’economia americana subisca un rallentamento, senza entrare in una recessione significativa. A fronte di un enorme debito pubblico, la politica fiscale USA ha poco margine per stimolare una crescita in rallentamento. Si prevede che la Fed intervenga riducendo gradualmente i tassi di interesse, evitando tagli prematuri o eccessivi. Un eventuale indebolimento del dollaro potrebbe favorire i paesi emergenti, comportando per loro una riduzione del costo del capitale.

Con l’inflazione vicina al picco in molti mercati emergenti, le banche centrali di questi paesi, come Polonia, Brasile e Cile, hanno iniziato a tagliare i tassi d’interesse prima della Fed, una mossa che dovrebbe supportarne le economie, come mostra il differenziale dei tassi d’interesse reali.

Dal 2006, la crescita degli utili relativi dei mercati emergenti è stata trainata dal differenziale dei tassi d’interesse reali tra i mercati emergenti e quelli sviluppati. Attualmente, questo differenziale indica che gli utili dei mercati emergenti potrebbero superare quelli dei mercati sviluppati nel prossimo anno.

Dopo la pandemia, i bilanci delle aziende nei mercati emergenti si sono rafforzati, mentre le aziende statunitensi, che hanno sfruttato tassi di interesse molto bassi per incrementare il debito e finanziare buyback azionari, ora si trovano a dover gestire costi di indebitamento e di servizio del debito più elevati. I multipli di valutazione nei mercati emergenti sono già bassi, il che lascia spazio per una possibile significativa rotazione verso questi mercati. Nel tempo, un approccio selettivo nei mercati emergenti dovrebbe favorire un divario crescente tra le aziende più forti e quelle più deboli, promuovendo un investimento orientato alla qualità. 

Fattori a supporto degli investimenti

Pensiamo che i tempi siano maturi perché i mercati emergenti si affermino e assumano un ruolo di primo piano grazie ai seguenti fattori

Ciclo tecnologico guidato dall’hardware

I cicli passati e recenti sono stati guidati dall’e-commerce e dal software. L’attuale ciclo tecnologico è invece guidato dall’applicazione e dall’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA). Ciò richiederà un massiccio impiego di hardware che avrà un impatto significativo sui mercati emergenti. Numerosi paesi emergenti ospitano i principali produttori mondiali di microchip e/o di componenti necessari per fabbricare parti associate ai microchip. Molti di essi dovrebbero trarre vantaggio dall’aumento della spesa per l’IA da parte di paesi e aziende.

Transizione green

Il modo di investire nei mercati emergenti sta cambiando con la transizione verso l’energia verde, spingendo gli investimenti in energie rinnovabili e infrastrutture correlate. Progetti come la costruzione di reti elettriche basate su energia pulita e stazioni di ricarica per veicoli elettrici stanno diventando comuni. Materiali cruciali per queste tecnologie, come il rame e il platino, sono estratti principalmente in paesi emergenti, in particolare in America Latina. Si prevede che la domanda di rame, usato nell’ambito di solare fotovoltaico, eolico e accumulo a batteria, aumenterà da 25.000 chilotoni nel 2022 a 40.000 chilotoni entro il 2050.

Nearshoring

Stiamo inoltre assistendo a un aumento delle spese in conto capitale (capex) sulla scia della riduzione dei rischi delle catene di fornitura da parte delle aziende. Le multinazionali stanno diversificando i fornitori a causa di rischi geopolitici, bisogno di resilienza post-pandemia, e salari più alti in Cina, e molte adottano la strategia Cina+1 per spostare la produzione verso altri mercati emergenti. Questa diversificazione stimolerà investimenti e produzione, rafforzando i Paesi emergenti e sostenendo la ripresa degli utili.

L’India in primo piano

Le difficoltà economiche della Cina stanno spostando l’attenzione su altri mercati emergenti, con l’India in primo piano grazie a una solida economia interna. Aziende che cercano di ridurre la dipendenza dalla Cina stanno delocalizzando le loro operazioni in India, attratte da una forza lavoro giovane e qualificata, grandi mercati interni e forti legami con gli USA. L’inflazione è sotto controllo e si prevede stabilità politica con il governo attuale che probabilmente rimarrà in carica, offrendo un contesto favorevole per gli investimenti.

Ripresa dei consumi in Cina

La performance della Cina nel 2023 ha evidenziato la volatilità dei mercati emergenti. Nonostante le preoccupazioni, c’è una discrepanza tra il sentiment negativo mostrato dalle valutazioni e dai media e la realtà economica, che mostra segni di miglioramento nei consumi e nella produzione verso la fine dell’anno. I dati sull’attività suggeriscono una base economica più solida, ma i titoli onshore sono ancora scambiati a valutazioni basse.

Questo rafforza la nostra fiducia nell’economia cinese, in base ai seguenti motivi:

  • Ritmo del recupero. Negli ultimi tre anni, le aziende cinesi hanno superato sfide senza precedenti (Covid, domanda debole, problemi operativi), ma le esportazioni rimangono robuste, le vendite al dettaglio crescono e i tassi di risparmio si stanno normalizzando. La crescita degli utili è vantaggiosa se confrontata con quella di altri mercati azionari, dato che l’anno scorso gli utili in Cina sono cresciuti più rapidamente che negli Stati Uniti e si prevede un andamento analogo per quest’anno. 
  • Sostegno politico. Il governo cinese ha attuato varie misure mirate a sostenere settori specifici come i consumi e l’immobiliare. Anche se manca uno stimolo fiscale diretto su larga scala, non bisogna sottovalutare l’effetto cumulativo di queste iniziative.

Prevediamo un sostegno continuo e crescente per aumentare la fiducia e l’attività, man mano che l’economia cinese si orienta verso i consumi e la produzione a valore aggiunto.

Inversione dell’immobiliare

Il settore immobiliare ha pesato sull’economia cinese, ma le agevolazioni all’accesso ai mutui e i piani di riqualificazione urbana dovrebbero stabilizzare il mercato nel lungo periodo. Ci aspettiamo, in futuro, un’inversione di tendenza grazie alla domanda repressa di immobili, soprattutto nelle città di livello 1 (come Pechino, Shanghai, Guangzhou), che dovrebbe rafforzare la fiducia e incrementare la spesa dei consumatori.

Considerazioni finali

Siamo fiduciosi sul potenziale a lungo termine dei mercati emergenti, vedendo già alcuni segnali positivi. Le banche centrali stanno preparando tagli dei tassi prima della Fed per stimolare l’economia. La transizione verso l’energia green e la diversificazione delle catene di fornitura stanno spostando più capitali verso i mercati emergenti, che sono leader in settori chiave come le energie rinnovabili e i semiconduttori, essenziali per il 5G e l’intelligenza artificiale. Tutto questo mentre le valutazioni restano ai minimi storici. Quindi, la vera domanda è non se valga la pena o meno interessarsi ai mercati emergenti, ma se ci si possa permettere di non farlo.