L'opinione di Agathe Foussard e Nelson Ribeirinho di Mirova

Greenium, i nuovi driver per il 2022

Il greenium, cioè l’extra rendimento che gli investitori concedono alle società che emettono un green bond rispetto al rendimento di un’obbligazione convenzionale con la stessa scadenza, è stato per lungo tempo percepito come un elemento volatile, ma alla fine è diventata un fattore chiave.

Rispetto all’anno scorso il greenium, che secondo noi è semplicemente legato a una discrepanza tra domanda e offerta, ha subito una flessione, ma rimane comunque esposto al contesto attuale, caratterizzato da un’elevata avversione a rischio e volatilità. Tra i principali catalizzatori per il greenium nel 2022 possiamo citare i tassi d’interesse positivi, la consacrazione da parte della tassonomia europea, lo sviluppo dei sustainability-linked bond da considerare veri e propri “rivali” dei green bond e, infine, i rating aggiornati per gli indici e l’universo obbligazionario nel suo complesso. Oggi, il greenium si attesta intorno a 2,64 punti base come differenziale di rendimento (o credit spread), dopo essere sceso a 1,5 punti base a inizio anno. Crediamo che nel 2022 il greenium si attesterà intorno ai 2 punti base per il debito senior, e più precisamente a 5 punti base per il debito corporate senior (finanziari esclusi) e a 6 punti base escludendo utility, governativi e finanziari. Sembra naturale che i green bond emessi dalle utility o dalle banche mostrino un greenium più debole o addirittura neutro, poiché tutto il loro debito potrebbe diventare “verde”, e le banche non possono emettere sustainability-linked bond per ragioni normative.