Nell’attuale contesto di mercato, gli investitori potrebbero essere più propensi ad un approccio più prudente e difensivo nella costruzione dei portafogli. Ad oggi i dati mostrano una leggera contrazione, non una netta diminuzione. I modelli economici degli ultimi due anni hanno avuto un andamento anomalo, ma stanno lentamente tornando ai ritmi prepandemici. I diversi paesi e settori si stanno normalizzando a velocità differenziate, creando turbolenze sui mercati e compromettendo in alcuni casi le previsioni economiche. Secondo Brian Nick, Chief Investment Strategist di Nuveen, ci sarà una sensibile diminuzione dell’inflazione nei prossimi 18 mesi, in concomitanza con l’inasprimento delle condizioni finanziarie e il rallentamento della crescita economica nelle maggiori economie mondiali. Ma una leggera recessione non è certo da escludere.
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La sicurezza del posto di lavoro è la nuova fiducia dei consumatori
I consumi stanno stimolando la crescita delle economie dei paesi sviluppati, che beneficiano ancora della domanda repressa durante la fase acuta della pandemica e dei risparmi accumulati. Il mercato del lavoro si è ripreso rapidamente e i salari stanno aumentando più o meno alla stessa velocità dei prezzi.
Eppure i consumatori non hanno mai mostrato così poca fiducia. I sondaggi sul sentiment registrano oggi valori più bassi rispetto al periodo della crisi finanziaria del 2008. Ma se i consumatori a parole dicono una cosa, i fatti dicono altro: i livelli di spesa sono cresciuti ben oltre l’inflazione (grafico 2). L’aumento del patrimonio netto e la sicurezza del posto di lavoro consentono di prevedere il comportamento dei consumatori molto più dei commenti che le persone sono disposte a rilasciare agli intervistatori.
La “tassa” su cibo ed energia pesa di più sui consumatori a basso reddito
La crisi geopolitica ha contribuito al persistente aumento dei costi dell’energia e dei prodotti alimentari. Questa situazione colpisce in una certa misura tutti i consumatori, ma le famiglie con un reddito più elevato e i Paesi più ricchi sono relativamente protetti dalle ripercussioni più pesanti. Alcuni mercati emergenti potrebbero presto essere esposti a gravi carenze alimentari e persino a disordini sociali, a meno che le scorte non vengano ricostituite e l’aumento dei prezzi non cessi. Ma anche paesi come gli Stati Uniti avranno una base di crescita dei consumi più ristretta quest’anno, dato che un numero minore di famiglie aumenterà la propria spesa reale in modo significativo.
È ancora questione di banche centrali
Ogni dato economico viene riflesso attraverso il prisma della risposta delle banche centrali. Questo pone il mercato del lavoro – uno degli indicatori primari dell’inflazione, perché i salari giocano un ruolo importante nella determinazione dei prezzi – al centro della nostra attenzione per la chiusura del 2022. Notizie come il congelamento dei posti di lavoro o dei salari sembrano negative, ma sono necessarie per rallentare il rapido ritmo di crescita della domanda aggregata, riequilibrare l’economia e consentire agli enti competenti di togliere il piede dal freno. Secondo Nick, sebbene ci attendano molti altri rialzi dei tassi da parte delle banche centrali, un modesto ammorbidimento dei dati sull’occupazione può contribuire a garantire che i rialzi non vadano a smorzare la fase di espansione appena iniziata.