ESGmakers

Ortino (LGIM): trasparenza e engagement i nostri pilastri per l’integrazione ESG

Favorire mercati sostenibili e prosperità economica così come avviare attività di engagement su questioni critiche con le società oggetto di investimento sono responsabilità sentite da LGIM, società di gestione patrimoniale globale del Gruppo Legal & General, una delle maggiori società di asset management in Europa e uno dei principali investitori globali che gestisce un patrimonio di oltre 1.300 miliardi di euro per conto di risparmiatori, pensionati e istituzioni di tutto il mondo. Nell’ambito della divisione servizi finanziari, in particolare, conta circa 114 milioni di clienti.

Maria Ortino, Senior Global ESG Manager di LGIM, responsabile del team di stewardship in materia di salute e dell’impegno globale e delle attività di voto per le partecipazioni nei settori farmaceutico, biotecnologico, sanitario, chimico e del tabacco ha illustrato a ESGnews a quali obiettivi tenda il gruppo per creare un futuro migliore attraverso investimenti responsabili e come le azioni di LGIM si allineino al capitalismo inclusivo dichiarato dal gruppo e che mira alla condivisione dei vantaggi della crescita economica con il maggior numero di persone possibile.

Alcune cifre evidenziano questi impegni: il gruppo valuta oggi oltre 5.000 società in 20 settori critici per il clima, in aumento rispetto alle 1.000 società in 15 settori critici per il clima coperte nel 2020. Il Climate Impact Pledge (CIP) di LGIM fa riferimento al 43% del totale dei titoli societari in valore in cui LGIM investe per conto dei suoi clienti – rispetto a meno del 10% nel 2020 – e al 67% delle emissioni totali attribuibili alle partecipazioni di LGIM. Nel 2023 tra i numeri più significativi comunicati vi sono 299 società identificate come soggette a sanzioni di voto per non aver rispettato gli standard minimi e 184 miliardi di euro di valore totale degli asset soggetti all’elenco di esclusioni di LGIM.

Cosa significa sostenibilità, riferito alle politiche di investimento, per LGIM?

Per noi, investimento responsabile significa incorporare le considerazioni ESG nelle decisioni di investimento, ma anche svolgere attività di engagement con le società, con i regolatori e con i policymaker, che generino risultati il più sostenibili possibile.

In LGIM abbiamo strutturato e integrato un approccio sia per gli asset pubblici sia per quelli privati, basato su una gestione degli investimenti e una ricerca costante da parte dei nostri team.

La nostra governance aziendale e la nostra politica sugli investimenti responsabili sono le nostre linee guida nello stabilire le nostre aspettative verso le aziende in cui investiamo, le nostre intenzioni di voto e gli impegni da portare avanti su quelli che consideriamo temi chiave. Tutte queste informazioni sono accessibili a chiunque sul nostro sito, in quanto diamo una grande importanza alla trasparenza delle nostre attività e dei nostri obiettivi e le aspettative verso le imprese sono essenziali per sostenere un cambiamento radicale sui mercati globali in cui i nostri clienti investono.

LGIM ha una politica di azionariato attivo molto avanzata. Quali sono le principali azioni e che risultati concreti avete ottenuto nel 2023?

Vogliamo porre l’attenzione sul nostro impegno nell’ambito della lotta ai cambiamenti climatici.

Nel nostro programma di engagement con le imprese, chiamato Climate Impact Pledge che solitamente pubblichiamo nel mese di giugno di ogni anno, a seguito della stagione delle assemblee, sono pubblicati i risultati delle attività. Ci teniamo a sottolineare che, a seguito di miglioramenti rispetto a quelle che erano le nostre aspettative minime, abbiamo reinserito società dalle quali avevamo precedentemente disinvestito, grazie al fatto che hanno registrato notevoli progressi in termini di abbattimento delle emissioni e preservazione della biodiversità. Allo stesso tempo, però, lo scorso anno abbiamo aggiunto alla lista delle imprese “disinvestite” due realtà che non sono riuscite a raggiungere i requisiti minimi di lotta ai cambiamenti climatici. Nonostante ciò, diamo comunque loro la possibilità di migliorare, portando avanti le nostre attività di engagement. Infine, abbiamo incrementato queste ultime con ExxonMobil e Glencore, sostenendo risoluzioni degli azionisti a sostegno della sostenibilità ambientale.

In altri ambiti, ci tengo a sottolineare il nostro impegno sul salario di sussistenza, per il quale abbiamo lanciato una campagna che ha coinvolto 15 grandi retailer nel settore food in tutto il mondo. Inoltre, abbiamo anche sostenuto una risoluzione degli azionisti che chiedeva a McDonald’s una maggiore trasparenza circa l’uso di antibiotici al fine di impedire la diffusione di microorganismi resistenti a questi ultimi.

Questi sono solo alcuni dei risultati raggiunti nel 2023. Un aggiornamento completo sarà pubblicato verso la fine di aprile nella nuova edizione del nostro Active Ownership Report.

Pensate che sia questa la chiave per imprimere alle aziende la spinta al miglioramento?

Come detto prima, riteniamo che la trasparenza sia essenziale per raggiungere dei miglioramenti a livello di mercato. Pubblicando le nostre attività e le nostre richieste alle imprese (basate sugli LGIM ESG Score e sugli LGIM Climate Impact Pledge Score), le nostre decisioni di voto e la lista delle esclusioni (e ovviamente anche dei reinserimenti), noi vogliamo non solo chiarire quelle che sono le nostre aspettative minime, ma anche aiutare le società a capire cosa possono fare concretamente per migliorare e/o ampliare la portata delle nostre direttive.

Quali sono i vostri obiettivi della politica di impegno climatico e come avete selezionato le 299 aziende che tenete sotto stretta osservazione?

Il Climate Impact Pledge si applica a 20 settori considerati cruciali nella lotta ai cambiamenti climatici, in quanto responsabili della maggior parte delle emissioni globali di gas serra da parte di società quotate e/o perché vitali per una transizione energetica su larga scala e/o perché sono i settori a più alte emissioni nel portafoglio di LGIM.

La parte “quantitativa” del programma si applica a oltre 5mila imprese e si fonda su 5 pilastri, in linea con le direttive TCDF, a loro volta basati su circa 70 voci da giudicare, ottenute sfruttando i modelli climatici di LGIM, ma anche dati terzi. I risultati delle imprese in termini di trasparenza e performance ambientali sono poi confrontati attraverso un sistema “a semaforo”, che paragona le valutazioni ottenute con quelli che ho chiamato in precedenza “requisiti minimi”. I ranking delle imprese sono pubblici. Chi fallisce nel raggiungere questi standard subisce un voto contrario in sede di assemblea generale. Lo scorso anno, in questo scenario sono cadute 299 imprese.

E per quanto riguarda una valutazione qualitativa?

Alla nostra analisi quantitativa se ne affianca una qualitativa, la quale si rivolge a 105 aziende con le quali abbiamo un dialogo diretto. La scelta di queste dipende dalla loro dimensione e dalle loro potenzialità di portare miglioramenti significativi nel loro settore di appartenenza. Il nostro Investment Stewardship Team le analizza una ad una attraverso dati pubblici e le nostre linee guida per raggiungere le zero emissioni nette. Le imprese rientranti in questa cerchia ristretta, da noi chiamate “dial-mover”, che non riescono a raggiungere i nostri standard minimi potrebbero andare incontro a un voto contrario in sede di assemblea generale, ma anche al disinvestimento dai fondi LGIM, come previsto dalle direttive sulle esclusioni del Climate Impact Pledge. Tuttavia, a seguito di un disinvestimento, se le imprese dimostrano di aver fatto progressi significativi rispetto agli standard di LGIM, potrebbero comunque essere cancellate dalla lista degli esclusi. Tutte le informazioni sulle società escluse o reinserite sono disponibili all’interno del report Climate Impact Pledge.

Fate parte di diverse associazioni per il clima, tra cui Climate action 100+. Quali risultati stanno ottenendo e il loro lavoro è minato dall’uscita di alcuni asset manager a cui abbiamo assistito nel 2023?

LGIM si impegna a sfruttare la sua influenza e le sue dimensioni per contribuire alla transizione verso un’economia a basse emissioni di CO2. Lavoriamo con clienti e imprese per gestire i rischi sistemici di quest’epoca generati dai cambiamenti climatici, ma anche per promuovere le opportunità che investire nella creazione di un mondo migliore crea. Continuiamo a essere membri del Climate Action 100+ perché gli obiettivi che si pone sono in linea con quelli espressi dal Climate Impact Pledge.

Per il 2024 prevedete che torni interessante il tema della transizione energetica. Come mai e quali aziende e prodotti conviene selezionare?

La transizione energetica presenta immense opportunità economiche. Gli investimenti nelle tecnologie energetiche pulite possono creare posti di lavoro, stimolare l’innovazione e migliorare la sicurezza energetica. Dobbiamo anche comprendere il concetto di “aggiunta di energia”. Invece di inquadrare la discussione solo sulla transizione, consideriamo come possiamo aggiungere energia per soddisfare la crescente domanda globale, riducendo al minimo l’impatto ambientale. Nonostante i guadagni in termini di efficienza energetica, la domanda assoluta di energia continua ad aumentare a causa della crescita demografica, dell’urbanizzazione e del progresso tecnologico. All’interno della nostra gamma di prodotti, offriamo l’opportunità di investire nella catena di valore dell’energia pulita, il che significa investire non solo nel produttore di energia eolica e solare, ma anche nel fornitore di componenti, servizi di manutenzione e OEM. Inoltre, abbiamo una catena di valore delle batterie che si concentra sia sui produttori di batterie per i veicoli elettrici sia sull’accumulo di energia per gli impianti rinnovabili.

Come si concilia il vostro attivismo con la vostra forte esposizione verso il settore degli ETF?

Per i nostri clienti, noi siamo i custodi di una fetta dell’economia globale e abbiamo la responsabilità di usare la nostra influenza e la nostra dimensione in modo trasparente e sincero. Gli investimenti responsabili sono essenziali per migliorare i rendimenti di lungo termine, scoprire nuove opportunità e mitigare i rischi, promuovendo al contempo i mercati e le economie sostenibili. Riteniamo anche che l’engagement “con conseguenze” sia importantissimo per creare un cambiamento sistemico, su larga scala e di lungo periodo.

A nostro avviso, una stewardship efficace prevede il coinvolgimento di imprese, regolatori, policymaker, società operanti nel nostro settore e altri stakeholder in tutto il mondo. Solo così è possibile affrontare le problematiche, i rischi materiali e le opportunità. Inoltre, è altrettanto importante collaborare con i nostri esperti per identificare le sfide del futuro.

Un amministratore donna e il top management a prevalenza femminile, incluse figure chiave come la CIO. Finalmente una società di asset management che si distingue e che mette in pratica la diversity. Questo influenza il vostro approccio?

LGIM si impegna ad essere un’azienda in cui l’inclusività è di casa e di cui tutti si sentono parte attiva.

Promuoviamo anche l’importanza della diversità all’interno delle imprese in cui investiamo e nella società in generale. Dopotutto, i case study e le prove sono lampanti: un incremento della diversità permette di trarre beneficio da tutti i talenti disponibili, con impatti potenziali molto positivi sulle performance e portarla all’interno delle aziende fa la differenza anche dal punto di vista finanziario, in quanto si collega alla creazione di valore ed è un provvedimento che gli investitori possono incoraggiare. LGIM si impegna a promuovere la diversità nelle imprese in cui investe già dal 2011 e vota attivamente sul tema dal 2015.

Sfruttiamo anche la nostra influenza per innalzare gli standard sulla diversità, prima attraverso la richiesta di trasparenza e divulgazione aziendale, e poi attraverso azioni informate e mirate. Essendo una questione globale, la diversità richiede un approccio a livello globale; ecco perché una parte vitale del nostro approccio è il coinvolgimento di stakeholder e player di mercato, come altri investitori, regolatori e borse valori. Attraverso il coinvolgimento diretto, il voto e gli investimenti, cerchiamo di garantire che le strategie delle società partecipate affrontino i temi della diversità e dell’inclusione, contribuendo così a creare un ambiente che dia risalto a tutti i talenti disponibili, a sua volta supervisionato dal Consiglio di amministrazione della società e supportato da un’adeguata divulgazione pubblica.