Italgas ha partecipato all’Italian Sustainability Week, organizzata da Borsa Italiana dal 28 giugno al 2 luglio, durante la quale si sono tenuti una serie di incontri one-to-one tra le società quotate e alcuni investitori istituzionali.
ESGnews ha intervistato i protagonisti dell’evento per dare loro la possibilità di raccontare il proprio profilo ESG e delineare le specifiche caratteristiche del modello di sostenibilità.
Per Italgas ha risposto Anna Maria Scaglia, Head of Investor Relations & ERM.
Cosa significa sostenibilità per la vostra azienda?
La sostenibilità è parte integrante della strategia di Italgas, con un’idea di “embedded sustainability” che permea tutti i processi aziendali nell’ottica di creazione di valore nel tempo per tutti gli stakeholder del Gruppo. Riteniamo che le reti del gas avranno un ruolo chiave nel processo di transizione energetica accompagnando e facendo da volano allo sviluppo dei gas verdi, come biometano, idrogeno e metano sintetico, e garantendo quella sicurezza energetica che le sole fonti elettriche non potranno offrire nel tempo. Da qui deriva lo sforzo di digitalizzazione delle reti che ci porterà a essere nel 2022 la prima utility al mondo con un network interamente digitalizzato. Tale visione è coerente con l’analisi dei temi materiali aggiornata dall’azienda in corrispondenza alla pubblicazione del Bilancio Integrato. L’analisi ha mostrato come in ottica sia interna che esterna, la rilevanza più alta è attribuita a tre tematiche: sostenibilità ambientale e lotta al cambiamento climatico, qualità e sicurezza degli asset e innovazione. Tutti temi centrali nella nostra strategia.
Quali sono i vostri tre principali target in ambito ESG?
Il piano industriale 2021-27 annunciato il 15 giugno scorso include numerosi target di sostenibilità. Dal punto di vista ambientale, la società ha individuato iniziative per ridurre le emissioni climalteranti Scope I e Scope II del 30% e i consumi netti di energia del 25% al 2027, avendo entrambi gli obiettivi la baseline rispetto al 2020. Sono state inoltre annunciate numerose iniziative che coinvolgono le persone Italgas. Il Gruppo continua a investire nelle attività di upskilling e reskilling prevedendo oltre 600.000 ore di formazione nonché l’individuazione sul mercato di risorse che consentano di introdurre ulteriori competenze digitali in azienda utili a rendere effettivo il cambiamento. Nei prossimi anni oltre il 60% delle nuove risorse assunte avrà meno di 30 anni. Grande attenzione è inoltre rivolta ai temi di Diversity & Inclusion, anch’essi indirizzati da specifici obiettivi nel piano industriale.
Quali sono i risultati o progetti raggiunti che vi hanno reso più orgogliosi?
In questi anni Italgas ha portato avanti numerosi progetti. Siamo in particolare molto orgogliosi dei progressi in termini di rilevazione delle emissioni fuggitive che siamo stati in grado di raggiungere grazie all’utilizzo della tecnologia Picarro Surveyor. Allo stesso tempo tra le iniziative sul territorio, ci preme sottolineare il progetto Heritage Lab: Italgas, in partnership con la Fondazione Giorgio Cini, sta trasformando il Museo e Archivio Storico aziendale di Torino in un laboratorio dotato delle più avanzate tecnologie per la digitalizzazione in 2D e in 3D del patrimonio storico, industriale, artistico e culturale che il Gruppo ha raccolto e custodito nel corso dei suoi quasi due secoli di storia. Attraverso questa iniziativa, tale patrimonio sarà reso disponibile alla collettività.
Quali sono le tematiche su cui si sono focalizzati gli investitori negli incontri?
Gli investitori partecipanti alla conferenza sono attenti a tutte le anime della sostenibilità: environment, social e governance. Riteniamo questo molto importante. Sicuramente apprezzati sono i nuovi target ambientali e di digitalizzazione, volti a rendere la nostra rete di distribuzione pronta ad accogliere gas rinnovabili. Numerose sono state anche le domande sul progetto di reskilling e upskilling delle persone, incluso nel nuovo piano industriale.