Stefano Gardi Italmobiliare | ESG News

ESGmakers

Gardi (Italmobiliare): nella sostenibilità occorre saper mantenere la rotta

La sostenibilità in un’impresa nasce sempre dalla visione del vertice aziendale e non da leggi e regolamenti, il che vuol dire che la governance della sostenibilità deve coincidere con la governance dell’azienda, racconta in questa intervista a ESGnews Stefano Gardi, Chief Sustainability Officer di Italmobiliare.

Costituita nel 1946, Italmobiliare è una delle principali investment holding italiane che punta sulle migliori realtà industriali del Paese per accompagnarle in un percorso di crescita sostenibile e improntato alla creazione di valore nel tempo. Il portafoglio di partecipazioni finanziarie e industriali vanta oggi realtà come Clessidra, Caffè Borbone, Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, Callmewine, solo per citarne alcune.

Nel 2023 il Gruppo ha aderito a Science Based Targets Initiative (SBTi), con l’impegno di fissare obiettivi di riduzione delle emissioni in linea con lo scenario Net-Zero e, oltre alla capogruppo, hanno aderito anche le controllate per contribuire al traguardo di limitare il riscaldamento globale. Per mantenere questa rotta, è previsto il coinvolgimento a cascata anche dei fornitori strategici delle partecipate. 

Inoltre, l’aggiornamento delle attività in ambito ESG è sempre il primo punto dell’agenda del cda di Italmobiliare, sottolinea Gardi che ricorda anche come la società sia stata tra i precursori in Italia dell’approccio evoluto alla sostenibilità, sin dagli anni’90. Una lunga esperienza che permea le attività della holding che seleziona gli investimenti più che con la logica dell’esclusione dei business con quella dello stimolo alla trasformazione.

Italmobiliare è una delle principali investment holding italiane. Come avete organizzato la governance della sostenibilità del vostro gruppo?

La “vera” sostenibilità, quella che entra nel modello di business, in tutti i processi interni e in tutte le relazioni esterne, nasce sempre dalla visione del vertice, mai da leggi e regolamenti. Per questo la governance della sostenibilità deve diventare la governance della società, ispirata, permeata e “accountable”. Servono riferimenti globali forti da trasporre nei documenti di governance e nei processi interni.

Abbiamo aderito a UN Global Compact e a Women’s Empowerment Principles, integrandone successivamente i principi nel Codice Etico e nelle Politiche di Sostenibilità. Abbiamo adottato la Politica di Investimento Responsabile, che identifica chiaramente nei Sustainable Development Goals il paradigma per la creazione di valore, e la Carta dei Fornitori per ingaggiare la catena del valore. Abbiamo istituito il Comitato per la Sostenibilità e la Responsabilità Sociale, che informa le decisioni del Consiglio di Amministrazione, la cui agenda si apre sempre con l’aggiornamento ESG, e interagisce con il Comitato Controllo e Rischi e il Comitato Remunerazione. Abbiamo creato la Direzione Sostenibilità, a supporto della holding e di tutte le società del portafoglio, che sono chiamate a replicare sostanzialmente lo stesso approccio.

E oggi stiamo rivendendo l’intero pacchetto dei documenti di Governance proprio per meglio esprimere e integrare le nuove sfide raccolte come quella della decarbonizzazione secondo la Science Based Targets initiative e altre ancora. 

Quali differenze notate nell’implementare una strategia sostenibile all’interno di un grande gruppo quotato rispetto ad aziende di minori dimensioni e non pubbliche?

Alle fine, non molte. Italmobiliare, nella sua lunga storia di holding con partecipazioni diversificate in ambito industriale e finanziario, è stata tra i precursori in Italia dell’approccio evoluto alla sostenibilità. Già negli anni Novanta aveva strutturato nelle principali partecipazioni industriali ambiziosi programmi di sostenibilità, pienamente integrati nelle priorità strategiche di sviluppo e coordinati da funzioni dedicate. Grazie a questa esperienza è maturato un costante impegno verso le best practice, dai principi alle politiche, dai processi ai prodotti, dalle iniziative locali e globali agli strumenti di reporting. Questa è l’eredità che con esperienza, competenza e passione Italmobiliare ha portato e continua a portare nel suo modo di operare, contribuendo alle sfide globali e, allo stesso tempo, proteggendo e rafforzando la performance finanziaria a beneficio degli azionisti, delle imprese nel portafoglio e di tutti gli altri stakeholder.

Nel primo anno le companies sono accompagnate in un percorso di onboarding, sempre più rapido, e negli anni successivi una serie di azioni strutturate mirate alla creazione di valore sostenibile. Il tutto monitorato mensilmente in riunioni di aggiornamento con il management e rinforzato da numerose visite in campo.    

Quali sono i criteri principali che seguite per valutare la sostenibilità di un’azienda in fase di acquisizione o investimento? E come la implementate nelle fasi successive?

Ispirata da Vision, Mission e Valori, e adottando i principi e le regole di condotta definite dal Codice Etico e gli ulteriori orientamenti forniti dalle Politiche di Sostenibilità, Italmobiliare Investment Holding gestisce il flusso di investimenti e disinvestimenti al fine di garantire il successo sostenibile del Gruppo attraverso la creazione di valore condiviso nel lungo periodo.

Tutte le diverse componenti del Net Asset Value (NAV) di Italmobiliare richiedono un’attenta valutazione delle controparti con le quali sottoscrivere investimenti, partnership e rapporti contrattuali. Che si tratti di partecipazioni di maggioranza o di minoranza, quotate o non quotate, portfolio companies, investimenti o coinvestimenti in fondi o attività finanziare e di trading, occorre adottare specifiche procedure interne, per diversificare il rischio, creare valore e raggiungere gli obiettivi di rendimento.

Tra gli elementi di valutazione, hanno un peso significativo le prospettive di miglioramento del posizionamento ESG e l’allineamento alla strategia sostenibile di Italmobiliare. A tal fine, i possibili investimenti devono superare lo screening negativo (settori e attività escluse), lo screening positivo (capacità e disponibilità a contribuire efficacemente agli SDGs) e, se i precedenti passaggi sono positivi, la due diligence, anche ESG.

L’obiettivo finale resta essere trasformativi e non “esclusivi”.

Ci può raccontare il percorso che ha portato tutte le società del gruppo a formalizzare la propria adesione al framework SBTi e all’approvazione da parte dell’iniziativa internazionale degli obiettivi di riduzione delle emissioni a breve termine del gruppo?

La lotta ai cambiamenti climatici era già l’elemento focale dell’azione per l’ambiente, con iniziative di razionalizzazione delle materie prime, design di prodotti sempre più sostenibili, capaci di promuovere stili di vita responsabili e attività mirate per la riduzione della carbon footprint su tutta la catena del valore.

In linea con quanto sopra, a marzo 2023 Italmobiliare ha formalizzato l’adesione alla Science Based Targets initiative (SBTi) e a ottobre 2023 ha provveduto a inviare al team di esperti di SBTi i propri obiettivi di riduzione a breve termine per sottoporli a validazione scientifica, ottenuta a giugno 2024. Gli obiettivi coinvolgono oltre il 75% del valore del NAV, coinvolgendo non solo le società controllate e consolidate ma anche numero considerevole di società con partecipazioni di minoranza o appartenenti ai portafogli di Clessidra, asset manager 100% posseduto da Italmobiliare), secondo le regole di eligibilità previste da SBTi.

Stimolare tutte queste società perché esse stesse si impegnino direttamente con SBTi è imprescindibile per conseguire gli obiettivi di Italmobiliare e, allo stesso tempo, rappresenta un formidabile asset a loro vantaggio, in grado di migliorarne resilienza e profilazione. Ora stiamo lavorando intensamente per mantenere la rotta, coinvolgendo a cascata i fornitori strategici delle nostre companies.

Alcuni studi dimostrano che le aziende con migliori performance ESG ottengono anche risultati finanziari positivi. Ha riscontrato questo trend nel portafoglio di Italmobiliare? Quali KPI ritenete cruciali per misurare questo impatto?

Questa è una domanda persistente, ancora senza risposte analitiche. Performance finanziarie e ESG si inseguono, come l’uovo e la gallina. Forse perché, in fondo, non è questa la domanda giusta. Oggi ha ancora senso chiedersi se ci si debba impegnare per la decarbonizzazione e contrastare i cambiamenti climatici? Le evidenze ormai quotidiane ci dicono di no, ma le opinioni che si raccolgono sono ancora divergenti.

Al ritmo attuale di cambiamento, la maggior parte dei Sustainable Development Goals è in ritardo rispetto al percorso dell’Agenda 2030. Shock globali come la pandemia, i conflitti palesi o striscianti, le difficoltà finanziarie e gli eventi meteorologici estremi hanno drammaticamente rallentato o invertito il progresso verso gli SDGs. Nel mondo, molte persone sono state spinte nella povertà estrema e nella fame, hanno subito interruzioni dell’istruzione o perso l’accesso ai servizi sanitari di base. A questo si aggiungono le indecisioni del mondo istituzionale che, pur sempre più dirigista in materia di sostenibilità, mostra atteggiamenti altalenanti nel modo di perseguire politiche e produrre normative.

In questo contesto, molti stakeholder – e tra questi anche imprese che avevano adottato strategie sostenibili in modo volontario – si sono ritirati su posizioni attendiste. Questa sospensione collettiva è decisamente in contrasto con la crescente comprensione dei rischi di business e delle opportunità che un modello di business sostenibilità offre, creando tensione tra urgenza e inazione. 

Italmobiliare vuole superare questo dilemma, attingendo alla sua storia per riconfermare con forza il suo impegno alla sostenibilità, rinnovato attraverso la consapevolezza delle sfide che si sono fatte più ardue o delle nuove che si sono manifestate. È anche l’espressione di un senso di responsabilità che Italmobiliare condivide con tutte le società nel portafoglio, che portano nel Gruppo know-how ed eccellenze settoriali e che meritano di essere accompagnate e supportate nel presente e verso il futuro.

Lo scorso novembre ha inaugurato il polo gres art 671, il progetto di rigenerazione urbana promosso su iniziativa del gruppo Italmobiliare con Fondazione Pesenti a Bergamo. L’iniziativa dimostra che le aziende possono avere un ruolo nello sviluppo artistico, culturale e sociale di un territorio. Ma è possibile misurare gli impatti positivi di queste azioni?

Le imprese sono chiamate a ripensare il proprio modello di sostenibilità, promuovendo nuovi progetti che facciano leva sulla cultura come motore di sviluppo. Questa è la finalità di gres art 671 che, inaugurato a novembre 2023, nasce con l’intento di riattivare e restituire alla cittadinanza un’area ex industriale per conservare e trasmettere la memoria della storia di produzione del luogo creando uno spazio di produzione culturale. Ed è proprio per misurare l’impatto generato dal progetto che gres art 671 ha scelto di adottare la forma giuridica di società benefit. Questa tipologia di impresa ci permette di agire in modo responsabile e trasparente nei confronti di persone, comunità e territorio attraverso attività culturali e sociali volte a migliorare la qualità di enti e associazioni, e altri portatori di interesse territoriali, attraverso un modello di impresa capace di combinare l’equilibrio economico con l’impegno a generare un contributo positivo sulla società nella quale operiamo. Un impatto che, seppur a pochi mesi dall’inaugurazione, abbiamo già voluto misurare con la prima Relazione di impatto della società, pubblicata lo scorso aprile. Per la valutazione dell’impatto generato da gres art 671 si è scelto di utilizzare il B Impact Assessment, ne emerge una società virtuosa, seppur all’inizio del suo percorso di generazione di impatto, con un punteggio complessivo superiore rispetto alla media di settore e da subito molto attenta a una governance responsabile e in ascolto. Seppur riferiti a soli due mesi di operatività, i risultati della relazione di impatto ci danno importanti riscontri in merito alla capacità di gres art di coinvolgere il pubblico e creare un valore aggiunto per la comunità e il territorio, nonché preziose indicazioni su possibili aree di sviluppo.