Intervista

Gabrielli (Intesa SP): chi investe nella transizione otterrà grandi vantaggi competitivi

Oggi più che mai le imprese, soprattutto le PMI, hanno bisogno di avviare e rafforzare il percorso di trasformazione verso un modello economico sostenibile. E’ proprio in un momento complesso  come quello che stiamo vivendo, innescato da pandemia, conflitto tra Russia e Ucraina e innalzamento dei costi delle materie prime, che risulta ancora più necessario per le aziende l’adeguamento a sistemi produttivi più efficienti e sostenibili, per poter godere di un vantaggio competitivo nel futuro prossimo. 

Ed è per accelerare le dinamiche di transizione economica delle imprese italiane, che Intesa Sanpaolo, una delle banche più attive in termini di contributi allo sviluppo di un sistema economico e finanziario sostenibile, ha avviato il progetto degli ESG lab, parte integrante del proprio Piano di impresa 2022-25.

In particolare nell’ambito del PNRR, la banca ha stanziato 400 miliardi di euro a supporto delle imprese e delle famiglie, tenendo presente che un terzo delle risorse del Piano italiano è destinato alle tematiche della sostenibilità. Intesa Sanpaolo ha anche messo in campo 8 miliardi di euro di plafond sull’economia circolare a livello nazionale e, dal 2020, 2 miliardi dedicati agli investimenti sostenibili a tutto tondo. Non è solo la sostenibilità ambientale, infatti, a costituire un obiettivo di investimento centrale per Intesa Sanpaolo, ma anche le altre dimensioni, inclusa quella sociale che è uno dei pilastri della roadmap della banca. 

“Le iniziative di Intesa Sanpaolo in tema di sostenibilità, transizione digitale, attenzione al capitale umano, contenimento del cambiamento climatico e responsabilità sociale delle piccole e medie imprese sono numerose e declinate sulle peculiarità delle diverse esigenze. Con un plafond di 500 milioni di euro per progetti di economia sostenibile, digitale e circolare vogliamo favorire le imprese laziali nel cogliere le opportunità del PNRR e rilanciare l’economia locale” ha commentato Roberto Gabrielli, Direttore Regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo, che in questa intervista a ESGnews spiega quali sono gli obiettivi e le opportunità per le aziende del Laboratorio ESG di Roma avviato con la Luiss e la Camera di Commercio di Roma.

Le banche hanno un ruolo fondamentale nella trasformazione del modello economico delle imprese non solo sotto il profilo finanziario, fornendo le risorse necessarie alle imprese per supportare gli investimenti, ma anche accompagnandole nella crescita culturale. Qual è il livello di consapevolezza dell’importanza della transizione green che percepite dalle imprese e come vi ponete nel supporto agli investimenti necessari?

La consapevolezza sta aumentando e questo è un buon segnale. Abbiamo riscontrato molta attenzione soprattutto riguardo alla sostenibilità ambientale, per esempio rispetto al riutilizzo dei materiali di scarto o alla riduzione delle emissioni di CO2. Nei confronti delle altre due dimensioni della sostenibilità, ovvero quella sociale e quella di governo delle imprese, c’è invece ancora lavoro da fare. Il Laboratorio ESG inaugurato a Roma si pone proprio l’obiettivo di fare culturaformazione e informazioneaccompagnando allo stesso tempo le singole imprese nel percorso di comprensione del loro livello attuale di sostenibilità e, soprattutto, degli aspetti su cui devono lavorare. Il fine ultimo è quello di poter consentire all’impresa di raggiungere un modello di organizzazione sostenibile sotto tutti e tre i parametri, ambientale, sociale e di governance. 

Per raggiungere gli obiettivi prefissati, il Laboratorio metterà a disposizione 500 milioni di euro di finanziamenti a supporto di imprese e investimenti nell’area del Lazio. È importante sottolineare, però, che questo mezzo miliardo è l’obiettivo di finanziamento minimo, non quello massimo. 

I Laboratori ESG rientrano tra le iniziative del Piano 2022-2025 di Intesa Sanpaolo a supporto alle PMI nel loro percorso verso la sostenibilità. In cosa consistono e quali risultati vi aspettate?

Si tratta di un’iniziativa, che verrà sviluppata con due partner strategici nel dialogo con le imprese e nell’ambito della formazione – l’Università Luiss e la Camera di Commercio di Roma. Se, infatti, con la Camera di Commercio coinvolgeremo le imprese attuali, con l’Università Luiss ci rivolgiamo ai futuri manager e imprenditori per fare in modo che possano essere sempre più attenti alle tematiche di sostenibilità. Il Laboratorio permetterà alle aziende di accrescere le proprie competenze in materia di sostenibilità e verrà fornito loro anche una valutazione sul loro livello attuale in ambito di strategia ESG per individuare i punti di forza e quelli di debolezza. 

A quel punto spetterà all’azienda la decisione se intraprendere un percorso, nel quale possono trovare una sponda in Intesa Sanpaolo sia come competenze sia come finanziamenti per gli eventuali investimenti necessari per migliorare il proprio sistema di produzione dal punto di vista ambientale o per migliorare l’organizzazione sotto il profilo sociale, altrimenti possono semplicemente avere accresciuto la propria consapevolezza sulle sfide future.

Avete già previsto alcuni appuntamenti?

Nel progetto del Laboratorio sono stati previsti dei momenti di formazione plenaria, già definiti rispetto ai vari ambiti. Si cercherà così di formare coloro che parteciperanno agli incontri su tematiche come l’economia circolare o l’economia sociale. Rispetto a quest’ultimo tema, è doveroso sottolineare che in Italia abbiamo solo 400mila aziende sociali rispetto ai 5 milioni di aziende che operano su tutto il territorio nazionale. Quindi, è evidente che c’è un potenziale di crescita in questo ambito.  

Il punto centrale del Laboratorio è accompagnare, grazie al sostegno dei partner tecnici – ovvero Intesa Sanpaolo Innovation CenterNativaCircularity ed Ecolab – le imprese nella consapevolezza del loro attuale livello di sostenibilità e, quindi, aiutarle a individuare gli aspetti che devono migliorare, sia in termini di consulenza che in termini finanziari. 

In cosa consiste, nel dettaglio, l’attività di consulenza dei partner tecnici del Laboratorio ESG? 

È una consulenza che nasce da un pre-assessment, che la Banca fornisce gratuitamente a tutte le imprese che si rivolgeranno al Laboratorio, per comprendere rispetto ai tre parametri (ambientale, sociale, di governo) l’attuale livello di sostenibilità dell’impresa. A quel punto, attraverso tale analisi, l’impresa potrà comprendere meglio quali sono i punti di forza e quali le aree di miglioramento. Una volta apprese le aree di miglioramento, l’impresa potrà fare tre scelte: essere consapevole, ma non fare nulla; decidere di avviare con i partner tecnici un percorso; rivolgersi ad altre società di consulenza. 

Avete notato differenze rilevanti tra grandi imprese e PMI in termini di preparazione e implementazione di politiche aziendali per la sostenibilità?

Le grandi aziende sono mediamente più strutturate e hanno già al loro interno dei dipartimenti che si occupano di sostenibilità. La vera sfida del Laboratorio, infatti, sarà accompagnare le PMI, che non sono altro che la supply chain delle aziende più grandi. Rispetto a questo aspetto, abbiamo riscontrato come spesso i grandi player che rivolgono già una grande attenzione alla sostenibilità e che quindi hanno grande attenzione nei confronti dei loro fornitori, riescono a trainare le PMI che fanno parte della loro catena produttiva, contribuendo così a rendere l’intero sistema più sostenibile. 

Negli ultimi anni, in seguito ai disagi portati dalla pandemia, cui adesso si aggiungono quelli relativi al conflitto tra Russia e Ucraina e all’inflazione, l’attenzione all’aspetto sociale degli investimenti ESG è sempre più centrale. Quali sono i principali strumenti che Intesa Sanpaolo mette a disposizione dei privati e delle imprese per fronteggiare le sfide sociali?

Nell’ambito della sostenibilità sociale, Intesa San Paolo  è stata la prima banca a tornare sul mercato dei bond, emettendo un social bond ad ottobre per 750 milioni di euro, con scadenza a circa otto anni. Il tema vero non è tanto trovare le risorse, quanto piuttosto sapere come utilizzarle. Per questo, il Laboratorio ESG insisterà proprio sul come mettere a disposizione le risorse e come cercare di accompagnare le imprese nel capire quali sono gli investimenti più adeguati a quello che è il loro attuale livello di sostenibilità. 

Inoltre, è importante sottolineare che l’aspetto sociale è uno dei quattro pilastri del Piano di impresa 2022-2025, a conferma dell’impegno che la banca vuole dedicare a questi temi nei prossimi anni. 

Con la crisi, però, molte aziende si sentono scoraggiante ad affrontare ulteriori investimenti e costi per progetti sostenibili che avranno rendimenti futuri…

È una scelta complessa. Tuttavia, lavorando in questo ambito ormai da 30 anni, mi sento di dire che rimandare le scelte non è mai una strategia vincente. In un momento difficile, come quello che stiamo vivendo caratterizzato da un incremento dei costi delle materie prime, le aziende che dedicheranno i giusti investimenti e le giuste risorse agli elementi che rappresentano un vantaggio competitivo, saranno in grado di affrontare le sfide attuali e future. Dopo il momento della tempesta, infatti, arriva sempre il sole.