Moi De Nora | ESGnews

Intervista alla Esg Director e Investor relator e al CFO di De Nora

De Nora: una task force per garantire che la sostenibilità coinvolga tutto il business

Una cabina di regia permanente per monitorare e facilitare l’integrazione della sostenibilità nei processi produttivi. È questo l’obiettivo principale dell’ESG Accelerator Lab, la nuova task force varata dal gruppo De Nora, multinazionale quotata sull’Euronext Milan attiva nel settore dell’elettrochimica. Uno strumento per coordinare e concretizzare tutte le attività necessarie per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità del nuovo piano industriale. La convinzione di fondo, che ha ispirato la nuova organizzazione, è che per integrare realmente la sostenibilità nella strategia aziendale sia necessario coinvolgere tutte le funzioni interne e che essa debba essere il fil rouge che lega tutte le fasi del processo produttivo. Dal design di un nuovo processo al miglioramento delle prestazioni in termini, per esempio, di decarbonizzazione dei propri prodotti, ma senza dimenticare tutte le implicazioni per le persone che lavorano nell’organizzazione e la necessità di misurare e rendicontare i risultati.

L’ESG Accelerator Lab avrà quindi il compito di gestire la trasformazione sostenibile del gruppo De Nora, fortemente impegnato nel migliorare i processi e le modalità con cui opera. Il Lab è una struttura permanente, diretta dall’head of investor relations and ESG, e formata da sei persone operative in diverse funzioni: ESG, R&D, procurement, legal, operation and innovation, PORSCH (people, organization, social communication and happiness). Il gruppo riporta mensilmente sull’andamento delle attività all’ESG stearing committee, a sua volta composto dai principali chief officer del gruppo che fanno riferimento direttamente al CEO. Questo laboratorio conta oltre che sul team delle sei persone dedicate anche su 12 focal point per le diverse funzioni (dalle risorse umane al marketing), già punti di riferimento per la Dnf (Dichiarazione non finanziaria), e su 12 focal point di fabbrica per i siti produttivi dell’azienda nel mondo.

In questa intervista a ESGnews il CFO Massimiliano Moi Chiara Locati, Esg Director e Investor relator, illustrano le caratteristiche principali del primo piano di sostenibilità del gruppo, presentato lo scorso dicembre 2023, che ha come orizzonte il 2030, ma è stato integrato nel piano industriale 2026. Tra gli obiettivi più ambiziosi, spostare le fonti di ricavo del gruppo verso l’idrogeno verde, con conseguente riduzione delle emissioni, e crescere nelle tecnologie sostenibili per il trattamento delle acque. Quanto alle emissioni De Nora ambisce a dimezzare quelle scope 1 e 2 in valore assoluto al 2030, in linea con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi, e di ridurre l’intensità di quelle scope 3, cioè tutte le emissioni indirette di gas serra che si generano nella catena del valore. 

Come nasce l’idea dell’ESG Accelerator Lab?

Moi: La sostenibilità è un elemento essenziale della nostra strategia: identifichiamo infatti i tre pilastri della crescita del nostro gruppo con l’acronimo GPS (Growth, Profit e Sustainability), poiché sono queste le basi sulle quali è possibile creare valore. Siamo, infatti, convinti che il valore possa essere generato e crescere nel tempo solo se c’è una vera interconnessione tra lo sviluppo, la profittabilità e la sostenibilità. Quest’ultima non si crea spontaneamente, ma va “fabbricata”. L’ESG Accelerator Lab nasce proprio per rendere possibile, grazie alle persone coinvolte e a uno spazio fisico dedicato, la definizione di un modello di business sostenibile. È una cabina di regia che ci permette di impostare ogni volta il viaggio verso nuove sfide, mobilitando le energie necessarie in termini di funzioni aziendali, stabilimenti produttivi ed aree geografiche interessate. 

A pochi mesi dal lancio quali sono i primi risultati?

Locati: Responsabilità vuol dire fare le cose bene e focalizzare i fronti su cui ha senso intervenire, senza aprirne in contemporanea più di quelli che è possibile gestire. Abbiamo iniziato con l’ individuare  12 iniziative “Flagship”, relative ai nostri due pilastri strategici: Green Innovation e Climate Action & Circular Economy. Inoltre, abbiamo individuato 16 iniziative che riguardano gli altri pilastri chiave della nostra strategia di sostenibilità: le nostre persone, la supply chain, le comunità locali e la governance. Infine, abbiamo definito 20 attività trasversali, caratterizzate da tempi di realizzazione rapidi, perché relative, ad esempio, ad una maggiore disclosure di alcune informazioni, o al completamento di attività già in essere. Fra queste 20 iniziative, 6 sono già state completate e riguardano, ad esempio, l’adozione di alcune nuove policies relative alla sostenibilità, il miglioramento della disclosure già in parte recepito nel Bilancio di Sostenibilità del 2023 e altre attività di training.

La governance della sostenibilità fa capo al direttore finanziario e all’IR. Come mai questa decisione?

Moi: Per fare scelte precise e consapevoli, servono target quantitativi ed è l’area finanza che misura e identifica i KPI adeguati a ogni situazione. Anche i parametri ESG debbono essere valori misurabili, non solo come metriche relative alle diverse variabili, ma anche in termini di valore economico che ne deriva. Inoltre, la funzione finanza è essenziale anche per la decisione delle risorse finanziarie da allocare. E il miglioramento dei KPI individuati, anche quelli non strettamente finanziari, richiede spesso lo sviluppo di nuove tecnologie relative alla produzione, risultato degli investimenti delle risorse della società in attività di ricerca & sviluppo. 

Quindi per noi implementare la sostenibilità è un modo per creare valore.

In che modo?

Moi: Riteniamo molto importante il miglioramento delle performance dei nostri clienti e quindi monitoriamo attentamente le caratteristiche di sostenibilità dei nostri prodotti. Abbiamo, ad esempio, avviato la realizzazione di una scorecard di sostenibilità dei nostri prodotti per valutare l’impatto complessivo delle nostre soluzioni tecnologiche a livello di emissioni, circular economy, biodiversità, ecc. Uno strumento non fine a sé stesso, ma utile sia nella fase di design di nuovi prodotti, sia nelle relazioni con i clienti e la catena di fornitura. Inoltre, sviluppare tecnologie verdi, ridurre l’utilizzo di metalli nobili, aumentare il riciclo e ottenere certificazioni, sono modalità diverse per supportare i risultati e la creazione di valore dei nostri clienti. Si stima che il mercato applichi a un’azienda che produce in maniera sostenibile un moltiplicatore sugli utili per stabilire la valutazione, superiore a quello di un’impresa che realizza lo stesso prodotto in maniera non sostenibile. Anche questo è un modo per comprendere i benefici di un modello che integra i fattori ambientali e sociali.

Quali feed back e livello di sensibilità per i temi ESG cogliete dai mercati finanziari?

Moi: La sostenibilità non può essere più trattata come un comparto a sé ed ha importanti connessioni con i mercati finanziari. Basti pensare che il 42% dei nostri azionisti istituzionali considera i temi legati alla sostenibilità, tra i criteri di selezione dei titoli. Non occuparsi di queste tematiche comporterebbe una ricaduta negativa significativa per il valore dei titoli in borsa.

Quali sono i temi di materialità per un gruppo come De Nora? E le principali sfide in ambito di sostenibilità?

Locati: Una prima area è quella della green innovation, che è un’opportunità importante per un gruppo come il nostro alla frontiera in alcuni prodotti e tecnologie green come quelli per il trattamento delle acque e per la produzione dell’idrogeno verde. La maggior parte dei nostri prodotti sono studiati in modo da avere una seconda vita ed essere riciclabili, elemento che si collega alla seconda altra area per noi rilevante, rappresentata dalla circular economy. Siamo costantemente ingaggiati nella sfida di generare un impatto positivo per quanto riguarda l’utilizzo delle materie prime che, nel caso della produzione di elettrodi, sono costituite principalmente da metalli nobili, rari e costosi. E la cui estrazione, tra l’altro, è un processo con un notevole impatto sull’ambiente; quindi, meno se ne utilizzano migliore è il proprio profilo ambientale. Circolarità, inoltre, per noi vuol dire anche usare materiali meno impattanti per il packaging, come il legno riciclato, e cercare di riutilizzare gli imballaggi quanto più è possibile. Un’altra area importante, oltre a quella del climate action è anche quella delle persone, protagonisti dell’attività di ricerca e lo sviluppo e quindi un ambiente di lavoro inclusivo che garantisce un buon bilanciamento tra vita personale e professionale, permette risultati migliori. Grande attenzione, infine, anche al supporto per le comunità locali.

Recentemente è stato approvato il Net-Zero Industry Act, quali sono le ricadute sulla vostra attività?

Moi: Stimolare la capacità di produzione europea di tecnologie verdi è un’iniziativa che va nella direzione giusta. Questo provvedimento derivante dal piano industriale del Green Deal si propone di favorire che la capacità di produzione strategica globale delle tecnologie a zero emissioni nette dell’Unione Europea raggiunga almeno il 40% del fabbisogno annuale di diffusione entro il 2030. Per quanto riguarda le nostre tecnologie, sono caratterizzate da un elevato livello di affidabilità, sicurezza e performance, che rappresenta già una barriera per la concorrenza.