Sul fronte ESG all’interno dei mercati finanziari è probabile che il 2022 venga ricordato come un anno di potenziale inespresso e di opportunità mancate. Il classico bicchiere mezzo pieno. Cosa possiamo aspettarci, invece, dal 2023? Quali saranno i temi che caratterizzeranno quest’anno? Sono le domande a cui cerca di rispondere My-Linh Ngo, Head of ESG Investment e Portfolio Manager di BlueBay Asset Management.
L’esperta della società specializzata nel reddito fisso è convinta che il 2023 sarà un altro anno intenso e impegnativo per il mondo ESG. I numerosi colpi di coda che hanno caratterizzato la fine del 2022 quest’anno, sottolinea Ngo, si intensificheranno. “Ciò rende le prospettive impegnative dal punto di vista economico e per quanto riguarda le tematiche ESG. Continuerà a esserci molto rumore e confusione: il compito è quello di mantenere la concentrazione e focalizzarsi sull’obiettivo finale, che è quello di integrare le considerazioni ESG per aiutare a raggiungere gli obiettivi dei clienti” osserva la Head of ESG Investment e Portfolio Manager di BlueBay Asset Management. .
Molte di queste sfide potrebbero – e secondo l’analista di BlueBay dovrebbero – essere tradotte in opportunità ESG, se si considera che sono in grado di aumentare l’opportunità di accelerare piuttosto che ritardare l’azione.
“È chiaro che il nostro futuro sarà plasmato dal modo in cui risponderemo ai numerosi problemi a breve termine e come li bilanceremo con quelli a più lungo termine, che avranno un impatto sugli emittenti e sulla loro performance”, spiega My-Linh Ngo.
L’esperta di BlueBay ritiene che le considerazioni ESG continueranno a essere un importante motore dei rendimenti degli investimenti a lungo termine, sia dal punto di vista della mitigazione del rischio che delle opportunità. Al di là di questo fattore primario, l’integrazione degli aspetti ESG nella prassi d’investimento può avere il vantaggio secondario di contribuire alla salvaguardia del futuro comune.
Al centro dell’agenda per l’anno in corso rimane il tema del cambiamento climatico, con un focus soprattutto sugli aspetti finanziari relativi al supporto della transizione, e, sempre sul fronte ambientale anche la biodiversità comincerà a ritagliarsi il dovuto spazio. Le emergenze in corso poi evidenzieranno l’importanza di affrontare le sfide sociali, con la nuova regolamentazione che viene a dare una mano, ma che rimarrà frammentata e complessa. L’attenzione quindi sarà sull’evitare di lasciare spazio a pratiche di greenwashing grazie anche all’attività di stewardship e alla misurazione dei reali impatti. Un progresso che apre anche opportunità di rendimento per chi saprà anticipare le tendenze, ma anche che troverà nuove sfide nel contesto di fondo in cui gli ESG stessi saranno messi sotto la lente.
Indice
- 1 Cambiamento climatico: la necessità di rimettersi sulla buona strada
- 2 Natura e biodiversità: ora saldamente all’ordine del giorno
- 3 La “S” di ESG – la crisi del costo della vita aumenterà i disordini sociali e politici
- 4 La regolamentazione ESG – Tecnica dettagliata e complessa. Otterremo dei risultati?
- 5 Maggiore attenzione nei confronti delle attività di stewardship
- 6 Risultati nel mondo reale: passare dalle parole ai fatti
- 7 Gli ESG stessi rimarranno sotto i riflettori
Cambiamento climatico: la necessità di rimettersi sulla buona strada
Oltre alla decarbonizzazione, secondo l’esperta di BlueBay a livello globale si dovrebbe intensificare l’attività sui temi del finanziamento per favorire il cambiamento climatico e una transizione equa nei mercati emergenti e per le comunità vulnerabili.
Sul fronte delle obbligazioni sostenibili o ESG, secondo My-Linh Ngo il mercato continuerà a crescere, in quanto gli emittenti cercheranno di attingere ai mercati dei capitali per accedere ai fondi necessari.
Natura e biodiversità: ora saldamente all’ordine del giorno
Il riconoscimento che natura e biodiversità siano a rischio sistemico e la loro interconnessione con il cambiamento climatico hanno fatto sì che questo diventasse il tema ESG più importante del 2022, sottolinea l’analista. Nel 2023, ci si aspetta che le aziende, le istituzioni finanziarie e i governi parlino di più – e compiano più passi – per la protezione della natura e della biodiversità. Secondo My-Linh Ngo, ciò riguarderà soprattutto il tema della deforestazione e vedrà una crescente enfasi sulle soluzioni “basate sulla natura”.
I governi e i policymaker si trovano di fronte a decisioni sempre più difficili e a potenziali compromessi tra il sostegno alle famiglie vulnerabili sulla scia della crisi del “costo della vita” e la necessità di affrontare l’onere del debito che è cresciuto a causa della pandemia da Covid-19. D’altra parte, evidenzia l’esperta di BluBay, si è già assistito a disordini sociali con scioperi dei lavoratori del settore pubblico. I lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro anche perché molte industrie rivolte ai consumatori risentono del rallentamento della spesa e dell’aumento dei costi dei fattori produttivi. Nel frattempo, aggiunge l’analista, la guerra tra Russia e Ucraina ha messo a dura prova le catene di approvvigionamento globali, mettendo a rischio la sostenibilità finanziaria delle imprese.
La regolamentazione ESG – Tecnica dettagliata e complessa. Otterremo dei risultati?
Mentre gli sviluppi normativi ESG europei continuano a dominare gran parte dei titoli dei giornali, quest’anno ci si aspetta che gli Stati Uniti e il Regno Unito, tra gli altri, definiscano il loro quadro normativo ESG per quanto riguarda il “cosa” e il “come” degli investimenti ESG. La speranza delle aziende e delle istituzioni finanziarie, sottolinea l’esperta, è che ci sia un’armonizzazione e una standardizzazione degli approcci ESG nelle diverse giurisdizioni. Tuttavia, se da un lato è possibile che ciò avvenga in parte, dall’altro la realtà è che il panorama normativo continuerà probabilmente a essere frammentato, rendendo difficile l’attività delle imprese globali. La regolamentazione si concentrerà anche sulla lotta al greenwashing.
Maggiore attenzione nei confronti delle attività di stewardship
Secondo l’analista di BlueBay, la stewardship attiva passerà ulteriormente in primo piano. Poiché gli investitori sono sottoposti a controlli sulle credenziali ESG delle loro partecipazioni e su qualsiasi rivendicazione di contribuire a risultati sostenibili nel mondo reale, ci si aspetta che gli investitori aumentino a loro volta il controllo sugli emittenti in merito alla qualità dei loro sforzi ESG.
Risultati nel mondo reale: passare dalle parole ai fatti
Un altro aspetto che My-Linh Ngo sottolinea è che si continuerà a cercare di contribuire positivamente ai risultati dell’“economia reale”, grazie alla crescente spinta a spostare il capitale verso attività più sostenibili e la maggiore richiesta da parte di consumatori e investitori. Potenzialmente, nel 2023 si assisterà a un’allocazione più significativa e necessaria degli asset verso questo settore. Ma i dati e le analisi sono essenziali per aiutare le aziende e gli investitori a dimostrare in modo credibile il proprio contributo ai risultati del mondo reale.
Gli ESG stessi rimarranno sotto i riflettori
Nel 2022 la legittimità e la credibilità degli approcci ESG e RI (Responsible Investment) e degli stessi prodotti finanziari ESG sono state messe in discussione in alcuni ambienti, così come sono aumentate la polarizzazione e la politicizzazione, osserva l’esperta. L’aumento delle normative ESG ha contribuito a questo esame, in quanto ha aggiunto un livello di tecnicità e ha evidenziato la complessità delle modalità di applicazione dell’ESG. Nel 2023 questo tema continuerà ad essere affrontato dal mercato. Secondo My-Linh Ngo, sebbene il dibattito e la riflessione siano attesi e benvenuti e siano la prova che il settore ESG sia diventato mainstream, devono essere condotti in modo costruttivo e non confusi con altre questioni. Al di là delle distrazioni, il settore ESG e quello degli investimenti responsabili deve garantire una condotta trasparente e responsabile.