Reddito fisso ESG

Byrne (RBC BlueBay AM): Ecco come i bondholder possono fare sentire la propria voce sull’ESG

Le considerazioni ESG interessano tanto gli investitori del reddito fisso quanto quelli azionari, dato che i rischi ambientali e geopolitici continuano a crescere, minacciando la stabilità economica. Ma finora le pratiche di engagement hanno visto in prima fila gli investitori in azioni, facilitati dall’essere chiamati almeno una volta all’anno ad esprimere la propria opinione nelle assemblee societarie. Più defilato, invece, il ruolo degli obbligazionisti. Tuttavia la crescente importanza delle questioni legate alla sostenibilità sta plasmando le modalità di investimento, spostando l’attenzione dal puro potenziale di rialzo a una prospettiva più ampia che tenga conto della sostenibilità a lungo termine per le persone e il pianeta. E gli investitori in bond non restano fuori da questo processo. “Per gli obbligazionisti, questo ha portato a un grande cambiamento nell’ambito dell’attività di engagement degli investitori”, scrive Lucy Byrne Senior ESG Analyst di RBC BlueBay Asset Management

Lucy Byrne Senior ESG Analyst di RBC BlueBay Asset Management

Gli investitori azionari sono tradizionalmente quelli che hanno portato avanti attività di engagement con le società in cui investono. In qualità di azionisti – e quindi di proprietari di una quota dell’azienda in questione – godono di diritti di voto per delega, che danno loro la possibilità di influenzare la governance aziendale e di confrontarsi direttamente con i team di gestione. Gli obbligazionisti, invece, sono finanziatori, non proprietari, e non hanno un meccanismo legale di influenza diretta

Tuttavia, l’importanza delle tematiche ESG per gli investitori ha cambiato questa dinamica, spingendo anche i possessori di bond a volere fare sentire il proprio peso per indirizzare le scelte degli emittenti verso strategie maggiormente attente all’ambiente, ai temi sociali e alla governance. Si può dire che abbia “liberato la voce degli obbligazionisti”, osserva Byrne. Infatti, ciò che gli obbligazionisti non hanno in termini di diritti di voto rispetto agli azionisti, lo compensano con le dimensioni e quindi la potenziale capacità di influenza. Sia da singoli sia come collettività, gli obbligazionisti hanno il potere di sostenere finanziariamente o di ritirare il sostegno a nuove emissioni, con la conseguente possibilità di far salire il costo di reperire liquidità per gli emittenti.

In passato, osserva l’esperta di RBC BlueBay AM, se un investitore obbligazionario rinunciava a un’emissione a causa di preoccupazioni ESG, un altro avrebbe probabilmente acquistato le obbligazioni, non facendo venir meno la domanda. Ma poiché i fattori ESG sono ormai centrali nei portafogli dei clienti, l’intero settore si sta orientando verso un modello operativo più scrupoloso, creando quindi una maggiore pressione sulle società emittenti. “Le pratiche ESG inadeguate sono sempre meno tollerate. Un’azienda poco attenta alle considerazioni ESG potrebbe essere accolta da un tiepido appetito per la sua emissione, con coloro che sono disposti ad acquistare il debito che aumentano il costo del prestito per compensare i maggiori rischi ESG”, spiega Byrne. 

Come gli investitori obbligazionari possono fare engagement ESG 

Per essere efficace, l’attività di engagement degli obbligazionisti richiede un approccio di gestione attiva. Infatti, il monitoraggio degli indici e gli algoritmi passivi non tengono conto di tutte le sfumature associate a tale attività. “Scavare nei valori, nella cultura e nelle pratiche ESG di una società richiede un approccio pratico”, osserva l’analista.  

In assenza di un’opzione di voto, come avviene invece nel caso degli azionisti, l’engagement degli obbligazionisti assume tipicamente la forma del dialogo, attraverso incontri, telefonate e lettere. Gli asset manager possono portare avanti un’attività di engagement individualmente o collaborare per sfruttare una parte del potere collettivo dell’universo degli obbligazionisti. 

Riteniamo che l’engagement ESG non sia limitato a un’unica area di attività. A seconda della natura dell’iniziativa, il nostro team dedicato agli investimenti ESG può assumere il ruolo di guida o lavorare in collaborazione con specifici team di investimento”, afferma Lucy Byrne. 

Cosa influenza l’engagement nel reddito fisso

Guidare il cambiamento è raramente facile. Questo significa che i detentori di obbligazioni e di azioni devono affrontare sfide per far sentire la propria voce. “Nell’ambito del reddito fisso, ci sono molte sfumature che possono determinare l’efficacia dei metodi di engagement: alcune rappresentano potenziali ostacoli, altre opportunità”, avverte l’esperta di RBC BlueBay AM.

Titoli Sovrani e aziendali

Per quanto riguarda l’engagement sul fronte dei titoli di Stato, esso può risultare più difficile rispetto a quello con le aziende. L’attività di engagement con gli emittenti sovrani si concentra in genere sulla generazione di informazioni. Tuttavia, esso può giungere anche ad un livello più alto, ad esempio, tramite un’attività di influenza volta a migliorare la trasparenza fiscale e a garantire un ambiente operativo in grado di garantire il rispetto dei diritti umani e che dia fiducia agli investitori

Investment-grade vs. High yield

Relativamente alle asset class, l’esperta di RBC BlueBay AM sottolinea come possa essere più facile fare engagement con gli emittenti investment-grade che con quelli high yield, grazie alle dimensioni e alle risorse tipicamente elevate dell’emittente e alla sua necessità di impegnarsi su determinati temi. D’altra parte, l’engagement con gli emittenti high yield può essere utile per approfondire e comprendere meglio le pratiche ESG e la gestione del rischio, in particolare quando mancano dati di terzi e la divulgazione pubblica è limitata.

Le difficoltà dei mercati emergenti

Se si guarda alla differenza tra mercati sviluppati e mercati emergenti, salta all’occhio la difficoltà di accesso agli emittenti degli emergenti, sia per quanto riguarda le aziende sia per i titoli sovrani. Ma anche in questo caso, laddove si riesce a implementare un’attività di engagement, essa può essere molto utile per approfondire le pratiche ESG e per promuovere cambiamenti positivi e buone pratiche. 

Le attività di engagement ESG di RBC BlueBay AM nel 2022

RBC BlueBay AM ricorre a un approccio di engagement centralizzato nell’ambito della sua piattaforma di ricerca proprietaria, Alpha Research. Il sistema documenta i casi di engagement, i metodi di registrazione utilizzati, gli argomenti trattati e le osservazioni successive all’attività di engagement, comprese quelle relative all’ESG. La società di gestione sta apportando modifiche migliorative continue a questa tecnologia per acquisire dati più granulari, compreso il monitoraggio dei progressi rispetto agli obiettivi e alle scadenze. “Nel 2022 abbiamo avuto 484 attività di engagement ESG con 311 emittenti unici”, sottolinea Lucy Byrne. 

Fonte: RBC BlueBay AM.

Engagement collettivo in ambito ESG

L’engagement collettivo può rappresentare un potente meccanismo per gli investitori nel settore del debito per influenzare gli emittenti a migliorare le pratiche ESG. “Ci impegniamo a svolgere il nostro ruolo nell’ambito dell’engagement collettivo e a promuovere le migliori pratiche ESG attraverso le attività di stewardship. Gli approcci collettivi possono talvolta produrre cambiamenti che non sarebbero possibili a livello individuale o che richiederebbero molto più tempo per essere raggiunti da soli. In alcune circostanze, possiamo intraprendere un’azione individuale e collettiva su un emittente per ottenere il massimo impatto. Siamo membri di numerosi organismi e iniziative del settore per informare e sviluppare le nostre pratiche ESG interne e per far progredire il pensiero sostenibile nell’universo degli investimenti a reddito fisso”, afferma l’analista.

Case Study di Engagement ESG: titoli sovrani

Focus: Ucraina

In questo Case Study specifico l’obiettivo dell’attività di engagement era quello di impegnarsi attivamente su varie questioni ESG relative al conflitto tra Russia e Ucraina. Per farlo, RBC BlueBay AM si è mossa su più fronti: producendo un documento rivolto al governo britannico sulla ricostruzione dell’Ucraina e sul ruolo potenziale del settore privato; inviando un documento al CMI, il think tank di Martti Ahtisaari, relativo alle esigenze economiche dell’Ucraina in guerra e nella fase di ricostruzione post-bellica. 

RBC BlueBay AM, inoltre, ha partecipato alla conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina organizzata daWiltonHouse e tenutasi a Varsavia, che ha riunito più di 60 policymaker ucraini e occidentali. L’asset manager ha inoltre dato il suo contributo in diversi seminari dedicati al conflitto, occasione in cui si è discusso sia della questione delle sanzioni che del ruolo del mercato finanziario in questo contesto (ad es. esclusione della Russia da diversi indici di investimento come quelli di MSCI). 

L’approccio proattivo di engagement di RBC BlueBay AM per l’Ucraina consiste nella prossima organizzazione di una conferenza incentrata sulla discussione di soluzioni innovative per il debito dell’Ucraina e di altri paesi a basso reddito. Al momento la società di gestione sta continuando a portare avanti l’impegno a raccogliere oltre 3,5 milioni di sterline per un ente di beneficenza legato all’Ucraina.