Investimenti ESG

Candriam: dirigere l’orchestra ESG con una visione a lungo termine

Pro o contro? Una moda passeggera o un trend reale? Secondo Wim Van Hyfte, PhD, Global Head of ESG Investments and Research di Candriam, gran parte dell’attuale dibattito su ESG, sostenibilità e investimenti responsabili deriva da un malinteso fondamentale su come chiediamo alla finanza di affrontare le sfide ambientali e sociali: le aspettative sono spesso idealiste e focalizzate sul breve termine, mentre la finanza sostenibile riguarda semplicemente la mitigazione dei rischi e il cogliere le opportunità a lungo termine.

I criteri ESG sono informazione, non uno stile di investimento

L’esperto di Candriam ribadisce che i criteri ESG non sono un approccio all’investimento. Non sono ancora quantificabili come Growth o Value, o stili di investimento legati a un indice. I criteri ESG riguardano l’informazione. Si tratta di incorporare dati nell’analisi dei titoli, nella gestione del rischio e nella costruzione del portafoglio. Sono questioni ambientali, sociali e di governance che non sono prezzate, ovvero esternalità (o costi reali)e persino internalità come il tabacco, non riflesse nella valutazione delle azioni e del credito

I criteri ESG, sottolinea l’analista, riguardano l’analisi dei presunti fattori extra/non finanziari che possono influire sul valore di un investimento. l’investimento sostenibile e responsabile prezza o “internalizza” queste esternalità critiche. 

Difficile da misurare? Eppure radicato nei fatti

L’impatto sostenibile reale è molto difficile da cogliere e persino più difficile da dimostrare a causa della mancanza di dati affidabili. La misurazione, pur migliorando, rimane un’area controversa. La questione è ulteriormente complicata dal fatto che alcuni degli obiettivi si collocano molto lontani nel tempo.

Wim Van Hyfte, PhD, Global Head of ESG Investments and Research di Candriam

Secondo Wim Van Hyfte, per avere un’economia sostenibile i responsabili politici, le autorità di regolamentazione e gli operatori finanziari dovranno compiere scelte difficili e costose. Ma tutto ciò creerà l’opportunità di avere una crescita economica sostenibile. La sostenibilità considera la complessità di molti ecosistemi e dei suoi stakeholder, le dinamiche e l’interconnessione tra essi. L’investimento ESG, sostenibile e/o responsabile è radicato nei principi di solida governance aziendale e nel business. 

Di conseguenza, la normativa e la società stanno cambiando, con requisiti e aspettative molto diversi sul ruolo delle aziende e degli investitori. La transizione energetica è chiaramente in atto, e sconvolge i modelli aziendali con chiare implicazioni sociali per dipendenti, clienti e pubblico.

Sono tutti rischi reali che a un certo punto incideranno sugli investimenti di tutti.

Pay as you go

L’investimento sostenibile e responsabile consiste nell’incorporare intenzionalmente nel processo decisionale i problemi che la società deve affrontare, anche se essi sono ancora molto lontani nel tempo e non sono ancora valutati dai mercati o tassati dai governi. In ultima analisi, sottolinea l’esperto, spetta ai governi e alla società creare un ambiente in cui il capitale possa fluire per rispondere al meglio alle esigenze e alle sfide.

Ma i governi stanno facendo il loro lavoro? Stanno regolando in modo efficiente i (cattivi) comportamenti ambientali e sociali di aziende, investitori e consumatori finali? Dovrebbero prezzare queste esternalità create dai grandi gruppi, ad esempio con la controversa tassa sul carbonio? L’analista ha dei seri dubbi che l’attuale regolamentazione in Europa, Regno Unito e Stati Uniti consentirà all’industria finanziaria e a tutti i suoi stakeholder di risolvere la questione.

Si tratta dell’errata concezione dei criteri ESG e dell’investimento sostenibile e responsabile. Molto spesso, gli investitori sostenibili e responsabili vanno oltre gli utili di oggi e considerano l’impatto a lungo termine delle attività di investimento, e il costo delle esternalità che qualcuno dovrà sostenere in futuro. 

Eticamente, il dibattito sulla sostenibilità dovrebbe considerare tutti gli stakeholder. Tuttavia, evidenzia Van Hyfte, in termini di redditività di un’azienda o di un investimento, si potrebbe sostenere che i costi di considerare alcuni stakeholder sono talmente a lungo termine o difficili da quantificare, che non vengono adeguatamente ponderati.

Per tutte le questioni ESG, come si può analizzare la differenza di performance quando la maggior parte dell’impatto si verificherà nei prossimi decenni? Il panorama dei rischi legati alla sostenibilità sta diventando sempre più complesso e interconnesso. A un certo punto, le esternalità diventano così costose da dover essere pagate da qualche stakeholder. Il costo di queste esternalità, siano esse ambientali, sociali o una combinazione delle due, così come le opportunità derivanti dal cambiamento della società, diventa sostanzialmente più importante perl’investitore di lungo termine.

Le convinzioni ESG di Candriam

I criteri ESG costituiscono un concetto ampio. Devono quindi tutti essere chiari sulle definizioni e continuare a migliorare gli standard. “Siamo tutti parte di uno stesso ecosistema costituito dal nostro ambiente naturale e dalle nostre società interconnesse”, spiega l’esperto. 

Le azioni di tutti e i capitali che vengono impiegati non devono creare nuove esternalità. E i diritti umani? L’azionista dovrebbe trarre vantaggio dalla produzione di pannelli solari e da altri benefici, ma non dovrebbe avvalersi di lavoro minorile per produrli. Ciò vuol dire che la transizione energetica andrà a vantaggio di tutti sotto forma di riduzione della minaccia climatica. Bisogna però fare in modo che si tratti di una transizione equa e giusta in modo che gli stakeholder coinvolti possano condividerne i benefici.

Candriam è una società di gestione da sempre fortemente convinta che le società che colgono le opportunità e le sfide legate alla sostenibilità insieme a quelle finanziarie siano quelle che con maggiore probabilità genereranno valore per gli azionisti. Sta quindi a noi dirigere l’orchestra”, conclude l’analista.